sinkro
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domenica 15 agosto 2010
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persi in un profluvio di niente
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Ricordo poche mesi fa il bombardamento e lo sbomballamento di maroni dove non ci si poteva girare da nessuna parte senza sentire parlare di quel capolavoro di Baaria.
Detto questo la pellicola è una fregatura. La cura del particolare, della foto, dei colori, della musica, di tutto è così ruffiana da sfociare in puro manierismo. Il film è un collage di sequenze slegate l'una dall'altra per far recitare tutte le star italiane generando scene ad alto quoziente di inutilità. La Bellucci che mostra le tette per 5 secondi francamente non aggiunge niente all'economia del film.
L'esile trama si perde per strada tra la storia del paese e quella di Peppino. Quì ancora ci si perde tra le vicende personali, le lotte per il pane e quelle contro la mafia.
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Ricordo poche mesi fa il bombardamento e lo sbomballamento di maroni dove non ci si poteva girare da nessuna parte senza sentire parlare di quel capolavoro di Baaria.
Detto questo la pellicola è una fregatura. La cura del particolare, della foto, dei colori, della musica, di tutto è così ruffiana da sfociare in puro manierismo. Il film è un collage di sequenze slegate l'una dall'altra per far recitare tutte le star italiane generando scene ad alto quoziente di inutilità. La Bellucci che mostra le tette per 5 secondi francamente non aggiunge niente all'economia del film.
L'esile trama si perde per strada tra la storia del paese e quella di Peppino. Quì ancora ci si perde tra le vicende personali, le lotte per il pane e quelle contro la mafia. In pratica sembra un incrocio zoppo tra "Novecento" (Bertolucci) e "I cento di passi" (Giordana) mancando clamorosamente di parti pregnanti ed aggiungendo melassa a profusione. Di tante vicende aperte (e non giustificate) poche si concludono o si spiegano lasciando lo spettatore che rimane un po' perplesso a fronte di tanto carico mal gestito. Forse il suddetto potrà piacere agli abitanti di Bagheria che sapranno cogliere tanti aspetti della cultura locale (le uova rotta o i serpenti) che sfuggono agli altri; peccato che gli altri sono circa 60 milioni di Italiani. Alla fine il film non lascia nulla se non la noia di averlo visto. Ultimo fatto il più irritante. Insopportabile la violenza sugli animali. L'uccisione di qualsiasi animale (nella fattispecie una mucca e forse una gallina) per qualsiasi fine è un crimine ripugnante, barbaro e ingiustificato in una scena che oltretutto non aggiunge NULLA a un film che non ha nulla da dire.
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maximus
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lunedì 9 agosto 2010
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gran bel film, ma non il capolavoro di tornatore
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Baaria è un film molto decantato e reclamizzato, ma noin mantiene le promesse fino in fondo. C'è la gran cura stilistica di Tornatore, evidente nelle luci sempre perfette e nel sezionamento in stile classico, ma lo sfondo del film perde un po' di consistenza, nonostante alcuni colpi d'artista del maestro. Tornatore è nato e cresciuto a Bagheria (Baarìa in siciliano) e, come successo in "Nuovo Cinema Paradiso", ripercorre ed omaggia la sua terra in un passato che non c'è più. Così la storia della famiglia Torrenuova diventa solo un pretesto per rappresentare oltre cinquanta anni di storia, dove il tempo scorre ma slitta anche su se stesso, come ci mostrano le sequenze iniziale e finale: sintomo di un passato che come una matrice, può scomparire agli occhi, ma rimane sempre presente, magari sepolto sotto i lavori di ammodernamento.
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Baaria è un film molto decantato e reclamizzato, ma noin mantiene le promesse fino in fondo. C'è la gran cura stilistica di Tornatore, evidente nelle luci sempre perfette e nel sezionamento in stile classico, ma lo sfondo del film perde un po' di consistenza, nonostante alcuni colpi d'artista del maestro. Tornatore è nato e cresciuto a Bagheria (Baarìa in siciliano) e, come successo in "Nuovo Cinema Paradiso", ripercorre ed omaggia la sua terra in un passato che non c'è più. Così la storia della famiglia Torrenuova diventa solo un pretesto per rappresentare oltre cinquanta anni di storia, dove il tempo scorre ma slitta anche su se stesso, come ci mostrano le sequenze iniziale e finale: sintomo di un passato che come una matrice, può scomparire agli occhi, ma rimane sempre presente, magari sepolto sotto i lavori di ammodernamento. Passato sempre pronto a riemergere (come la mosca in una trottola) e a scontrarsi e incontrarsi con il presente e il futuro (come nella scena finale in cui i due bambini corrono incontrandosi e attraversando epoche diverse). Simbolico è a tal fine un personaggio che nel film è poco più di una comparsa, interpretato da Beppe Fiorello: egli è sempre presente, identico a se stesso attraverso il tempo, a simboleggiare il passato che ci portiamo appresso, che se pur deve cambiare, non comprando più i dollari ma vendendo penne, lo farà rimanendo simile, perché ormai è parte di noi.
Naturalmente molti sono i riferimenti al cinema, passione di cui Tornatore ha riempito i suoi lavori: vediamo scene di "Intolerance" di Griffith, le riprese de "Il mafioso" di Lattauda, vari poster come quelli di "Uno sguardo dal ponte" di Sidney Lumet o "Tre fratelli" di Francesco Rosi. Ancora una volta vediamo un bambino collezionare pezzi di pellicola, così come in "Nuovo Cinema Paradiso", quasi come a voler tenere tangibilmente fra le mani quella magia che ha condizionato da sempre Giuseppe Tornatore.
Questo suo ultimo lavoro era partito con premesse esaltanti, e di fatti molti attori italiani, anche di grosso calibro, si sono prestato anche per ruoli da comparsa. Ma la magia della pellicola stavolta rimane a metà, con una trama che scorre via in modo molto lineare, a volte addirittura prevedibile, dove di tanto in tanto interviene una trovata dell'artista (come l'orecchino e le sequenze di apertura e chiusura) ad alzare il tiro.
Film estremamente godibile, ma capolavoro incompiuto.
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rongiu
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giovedì 17 giugno 2010
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baarìa e la linea del tempo.
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La linea del tempo, in didattica, ha una strategia ben precisa. E’ un un accorgimento, uno stratagemma e serve, al docente accorto, per far meglio comprendere ed interiorizzare ai propri discenti, attraverso una comunicazione di tipo visivo, le vicende della vita. E, quando parlo di vicende della vita, parlo di vita vissuta, di vissuto, proprio o degli altri e quindi di identità. Di identità singola, di una famiglia, di una piccola comunità, di una città, di una nazione, di un continente, dell’intero pianeta Terra. Questa identità è paragonabile ad un elastico, lo si può allargare o restringere in base alle proprie esigenze didattiche. L’utilizzatore, attraverso la linea del tempo, imparerà a scoprire i vari traguardi raggiunti dall’uomo.
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La linea del tempo, in didattica, ha una strategia ben precisa. E’ un un accorgimento, uno stratagemma e serve, al docente accorto, per far meglio comprendere ed interiorizzare ai propri discenti, attraverso una comunicazione di tipo visivo, le vicende della vita. E, quando parlo di vicende della vita, parlo di vita vissuta, di vissuto, proprio o degli altri e quindi di identità. Di identità singola, di una famiglia, di una piccola comunità, di una città, di una nazione, di un continente, dell’intero pianeta Terra. Questa identità è paragonabile ad un elastico, lo si può allargare o restringere in base alle proprie esigenze didattiche. L’utilizzatore, attraverso la linea del tempo, imparerà a scoprire i vari traguardi raggiunti dall’uomo. Se do’ a questa linea un inizio, il mio lettore, apre una finestra sul passato. Continuo con il tratto ed eccomi nel presente. Proseguo con il tratto e se ho creatività mi ritrovo in un futuro ipotizzabile.
Il film del maestro Tornatore, non è una banca storica, né intende conservare o tutelare un patrimonio storico. E’ un racconto, lungo, della nostra storia, della storia del nostro Paese.
C’è di più, questo racconto è un compendio sociologico che ha un inizio, localizzabile sulla nostra linea del tempo, con queste coordinate geografiche : 38°5’0’’N, 13°30’0’’E – Bagheria - “Baarìa”. Questa scelta consente al regista di offrire allo spettatore una finestra aperta con un “campo visivo ristretto”, senza tuttavia “andare a sbattere” contro incongruenze o ostacoli narrativi anacronistici. Il piccolo centro ti offre questa possibilità e ti “semplifica” il lavoro. Tanti sono gli anni raccontati, circa una cinquantina e tanti sono gli interpreti più o meno noti coinvolti.
Se racconto una storia partendo da un luogo, bene è che di questo luogo ne prendo la parte viva, vitale, pulsante, quella che ti da’ l’identità, “il linguaggio”. Quello utilizzato è il linguaggio del posto, “il siculu”. Il film mi è piaciuto e invito a vederlo perché il passato è narrato in modo nuovo, coinvolgente. E, come lo si narra è fondamentale per non dimenticarlo, nel bene e nel male. La “Storia” la puoi raccontare ai giovani attraverso i fotogrammi. Addirittura puoi fermare la storia, la puoi colorare, la puoi migliorare arricchendola con dovizia di particolari, la puoi musicare e così via. Quante cose puoi fare se non sei un testone di docente. Uno di quelli magari con il doppio o triplo lavoro e che portano l’ufficio a scuola. Chiedo scusa. Tornando al film di Tornatore i giovani hanno modo di vedere come le conquiste attuali non sono un regalo. Se oggi vivi meglio lo devi a chi nel passato ha pagato anche con la vita scelte politiche scellerate. Se conosci il passato lo puoi anche criticare, a te il compito di iniziare a tracciare la tua linea del tempo. Good luck! and Good ciak!
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germi86
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giovedì 17 giugno 2010
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il potere del business
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l'ho iniziato a guardare con interesse coinvolgimento e curiosità,ma il film a lungo andare non mi ha convinto più di tanto nel suo genere..tornatore a mio parere ha fatto molto di meglio e farà ancora grandi film..questo è una via di mezzo..bella la presenza di tanti attori,un mega cast che forse poteva essere utilizzato in maniera diversa.
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kronos
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martedì 15 giugno 2010
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l'assenza di franco cristaldi
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Baaria ha grandi qualità tecniche e filmiche: regia, fotografia, scenografie, scene di massa, musiche ... tutto regge il confronto con i più grandi e apprezzati kolossal italiani del passato. Non mancano anche momenti di grande e ispirato cinema d'autore: basterebbe l'immaginifico e poetico finale.
Eppure il film convince a metà: s'avverte la sensazione di una narrazione frammentaria, ipertrofica e d'un eccessivo peso concesso alla dimensione politica, che inevitabilmente conferisce al film una dimensione provinciale e localistica.
Un provincialismo che stride col budget speso pensando a un pubblico internazionale (chi l'avrà visto al di fuori del nostro paese?).
Anche "Nuovo cinema paradiso" era ambientato nella sicilia del passato, tuttavia riusciva a veicolare un messaggio semplice, emozionante ed universale .
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Baaria ha grandi qualità tecniche e filmiche: regia, fotografia, scenografie, scene di massa, musiche ... tutto regge il confronto con i più grandi e apprezzati kolossal italiani del passato. Non mancano anche momenti di grande e ispirato cinema d'autore: basterebbe l'immaginifico e poetico finale.
Eppure il film convince a metà: s'avverte la sensazione di una narrazione frammentaria, ipertrofica e d'un eccessivo peso concesso alla dimensione politica, che inevitabilmente conferisce al film una dimensione provinciale e localistica.
Un provincialismo che stride col budget speso pensando a un pubblico internazionale (chi l'avrà visto al di fuori del nostro paese?).
Anche "Nuovo cinema paradiso" era ambientato nella sicilia del passato, tuttavia riusciva a veicolare un messaggio semplice, emozionante ed universale ... tutto all'opposto di Baaria: sontuoso nella confezione ma ostico nella narrazione.
Ho la sensazione che a Tornatore manchi molto un produttore come Franco Cristaldi, le cui imposizioni di montaggio determinarono il successo planetario di "Cinema paradiso".
Opportunamente sfrondato anche Baaria avrebbe guadagnato molti punti, ma è troppo tardi.
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angelo umana
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sabato 8 maggio 2010
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baarìa, kolossal solo per la spesa di medusa
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Nel libro intervista che cominciò a circolare con l’ uscita del film (“Baarìa, il film della mia vita”, notate il battage attorno all'evento, deve guadagnare!), Tornatore disse che avrebbe preferito girarlo a 60 anni, come riassunto di una vita, ma che gli uomini di Medusa ne erano stati attratti e così lui si è deciso anzitempo: bello sarebbe pensare che gli artisti producessero le loro opere solo come e quando il loro “estro” comanda! La volontà dei produttori è quella che ha spinto più il film dunque, mentre Tornatore stesso ammette che aveva pronti altri soggetti, che per fede attendiamo alla prova; sarà il marketing del produttore che lo ha portato ad essere candidato all’ Oscar 2010 come miglior film straniero (con che risultati sappiamo), forte anche del precedente Oscar a Nuovo Cinema Paradiso, con buona pace di chi ha visto gli altri film italiani candidati allo stesso premio e che considera di maggior valore (notevolissimi Fortapasc, Vincere e Si può fare).
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Nel libro intervista che cominciò a circolare con l’ uscita del film (“Baarìa, il film della mia vita”, notate il battage attorno all'evento, deve guadagnare!), Tornatore disse che avrebbe preferito girarlo a 60 anni, come riassunto di una vita, ma che gli uomini di Medusa ne erano stati attratti e così lui si è deciso anzitempo: bello sarebbe pensare che gli artisti producessero le loro opere solo come e quando il loro “estro” comanda! La volontà dei produttori è quella che ha spinto più il film dunque, mentre Tornatore stesso ammette che aveva pronti altri soggetti, che per fede attendiamo alla prova; sarà il marketing del produttore che lo ha portato ad essere candidato all’ Oscar 2010 come miglior film straniero (con che risultati sappiamo), forte anche del precedente Oscar a Nuovo Cinema Paradiso, con buona pace di chi ha visto gli altri film italiani candidati allo stesso premio e che considera di maggior valore (notevolissimi Fortapasc, Vincere e Si può fare). Chissà, forse non è il marketing o la potenza del produttore che fa vincere gli Oscar, o i Leoni, le Palme e gli Orsi.
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(di taddarita)
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(di gabriella)
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sandro roy
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giovedì 6 maggio 2010
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w l'italia
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Nonostante la mancata nomination agli oscar come miglior film straniero, BAARIA è uno dei pocchissimi film italiani " belli " che abbia visto negli ultimi 15 anni.
Una commedia ( non me l'aspettavo ) tra il grottesco e l'amaro che interpreta l' Itaia sicula pre e post fascista " irridendo " temi drammatici come la politica, la Mafia, la morte.
Bellissimi i personaggi, tantissimi gli attori italani che si cimentano in brevissime comparse, tra i quali Aldo Baglio, Beppe Fiorello, Ficarra, Picone, Leo Gullotta, Monica Bellucci, Nino Frassica, Sperandeo, Bova, Frassica, Faletti ecc..
Lasciandomi con un pizzico di nostalgia per l'Italia che non tornerà più, quelle delle tradizioni e delle scaramanzie, delle scampagnate nei prati, delle le corse a piedi per i vicoli polverosi del paese, quella della Briscola davanti la porta del bar, questo ultimo film di Tornatore mi ha lasciato pienamente soddisfatto.
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Nonostante la mancata nomination agli oscar come miglior film straniero, BAARIA è uno dei pocchissimi film italiani " belli " che abbia visto negli ultimi 15 anni.
Una commedia ( non me l'aspettavo ) tra il grottesco e l'amaro che interpreta l' Itaia sicula pre e post fascista " irridendo " temi drammatici come la politica, la Mafia, la morte.
Bellissimi i personaggi, tantissimi gli attori italani che si cimentano in brevissime comparse, tra i quali Aldo Baglio, Beppe Fiorello, Ficarra, Picone, Leo Gullotta, Monica Bellucci, Nino Frassica, Sperandeo, Bova, Frassica, Faletti ecc..
Lasciandomi con un pizzico di nostalgia per l'Italia che non tornerà più, quelle delle tradizioni e delle scaramanzie, delle scampagnate nei prati, delle le corse a piedi per i vicoli polverosi del paese, quella della Briscola davanti la porta del bar, questo ultimo film di Tornatore mi ha lasciato pienamente soddisfatto.
Assolutamnete consigliato.
N.B. Musiche di ENNIO MORRICONE
Durata: Ben 150 min
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powerman2010
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giovedì 11 marzo 2010
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ma tornatore che voleva fare?!?!
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La prima domanda è: Come può lo stesso regista di nuovo cinema paradiso fare un film del genere?! Costato poi delle cifre esorbitanti, non so precisamente quanto ma visto i risultati è sicuramente troppo.
Che voleva fare? che voleva dire?
Se si vuole vedere un film che analizza una generazione rimanendo in Italia mi sembra molto meglio "la meglio gioventù"
[+] polpettone
(di angelo umana)
[ - ] polpettone
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luisa
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sabato 6 marzo 2010
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mi è piaciuto di più nuovo cinema paradiso.
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non sono un critico,ma il film è a tratti troppo indulgente coi suoi personaggi: comunque, visto quello che si trova nelle sale oggi: evviva Tornatore, facci commuovere ancora!
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ethan
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giovedì 4 marzo 2010
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e' dimostrato,,,
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che, e, non ci voleva molto a capire che questo film, era la solita "italianata".
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