Quagliuolo vive spingendo ogni situazione della vita quotidiana e familiare verso cortocircuiti inevitabili per una storia che parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni ma non rinuncia al sorriso dell'illusione del colpo di fortuna. Espandi ▽
Napoli, 1959. Ferdinando Quagliarolo ha un banco lotto ereditato dal padre e gestito da un giovane, Mario Bertolini, segretamente innamorato di sua figlia Stella. Ogni notte Don Ferdinando va in giro per i tetti di Napoli insieme al “facchino” Aglietiello in cerca di visioni notturne che gli suggeriscano i numeri da giocare al Lotto, ma continua a individuare quelli sbagliati e a perdere. Al contrario Mario vince sempre, e a un certo punto ottiene un premio milionario grazie ai numeri che gli ha dettato in sogno proprio la buonanima del padre di Ferdinando, Don Saverio. Per questo, e per la terribile invidia che prova verso quel giovane così fortunato, Don Ferdinando ritiene che la vincita gli appartenga, e sottrae il biglietto vincitore a Mario, con grande disappunto di sua figlia e di sua moglie, Donna Concetta.
Non ti pago è il terzo e ultimo elemento della trilogia eduardiana che Edoardo De Angelis ha voluto portare sul piccolo schermo e che comprende anche
Natale in casa Cupiello e
Sabato, domenica e lunedì.
Più ancora che nelle altre due commedie, in
Non ti pago il protagonista è mattatore assoluto, e Sergio Castellitto lo interpreta prendendo il centro della scena con un vigore rabbioso che appartiene tanto a Don Ferdinando quanto alla sua stessa personalità di interprete. L’ambientazione è quella borghese dai colori pastello, curata nei dettagli ed efficace nel restituire un mondo pieno di promesse che il decennio successivo trasformerà in conclamato benessere. Ma il sottotesto della trama cautela contro le ricchezze acquisite improvvisamente e non attraverso il duro lavoro. Resta memorabile la frase di Ferdinando quando contrasta la richiesta di Mario di sposare Stella, forte della sua vincita milionaria: “Una figlia non la vinci al banco lotto”.