Tom Cruise (Thomas Cruise Mapother IV) è un attore statunitense, produttore, produttore esecutivo, scrittore, sceneggiatore, è nato il 3 luglio 1962 a Syracuse, New York (USA). Tom Cruise ha oggi 62 anni ed è del segno zodiacale Cancro.
Eh sì, a forza di essere un bel ragazzo ecco che Tom è neu quaranta. Davvero non sembra un adulto, il sorriso è sempre quello ingenuo-aggressivo dei giovani e la forma fisica è davvero perfetta. Eppure la vita di Tom negli ultimi tempi non è passata senza complicazioni. Come è giusto che sia, il destino di chi fa l'attore dipende dai film, ma nel caso di Cruise questo è accaduto in maniera davvero decisiva, forse troppo. I titoli sono due: Eyes Wide Shut e Vanilla Sky. Nel primo si sono verificati due fatti: l'attore è stato professionalmente legittimato da quello che viene ritenuto (non proprio da tutti) il massimo profeta del cinema contemporaneo, Stanley Kubrick, e ha cominciato ad assistere allo sgretolamento del proprio matrimonio. Lavorare col profeta era, tradizionalmente, una fatica orrenda, moltissimi attori ne sono usciti con le ossa rotte. Nel caso di Cruise, che divideva il set con la moglie Nicole Kidman, le tensioni erano tali che la coppia ha visto emergere e rilanciarsi - grazie anche alla vicenda che presenta appunto una coppia in crisi - tutti i piccoli e grandi contrasti di un matrimonio decennale. Sul set di Vanilla Sky Tom ha incontrato Penelope Cruz. Il flirt (per ora) era inevitabile, anche per la solita ragione dei contrasti in questo caso evidentissima: dopo la bionda e aggressiva Nicole, ecco la mora e minuta madrilena. Verrebbe da dire che sul piano estetico Tom ha fatto un evidente passo indietro. Per classe e fascino Penelope potrebbe essere l'assistente di Nicole, se non la domestica. Ma questo è ciò che appare, poi c'è il rapporto e tanti altri valori in gioco. In cui, evidentemente, l'esile Cruz brilla.
Dunque i primi quarant'anni per il bel Tom potrebbero essere il momento di un primo bilancio che è, naturalmente straordinario. L'attore potrà non piacere a tutti per la sua fissità, per la troppa adrenalina, ma non va dimenticato che si tratta di uno dei talenti più precoci del cinema. A 21 anni appariva già in un film del «nume» Coppola (I ragazzi della 56esima strada), a 23 era già un divo con Top Gun. Sempre in quegli anni si misurava con mostri sacri come Paul Newman (Il colore dei soldi) e Dustin Hoffman (Rain Man). Nell''89 eccolo incassare la prima nomination all'Oscar con Nato il 4 luglio. Da allora ha privilegiato le grandi produzioni che facevano incassi da record. Fino a Eyes Wide Shut, appunto. Si dice che Tom abbia detto a Kubrick: «maledetto il giorno che ti ho incontrato».
Se qualcuno avesse conosciuto Tom Cruise nel 1976, quando era studente presso un seminario francescano certamente non avrebbe mai potuto immaginare che quel ragazzo dai denti abbisognanti di più di un apparecchio, magrolino, dislessico sarebbe potuto diventare il più potente attore di Hollywood. Incarnazione del sogno americano, abbandonate le velleità talari a 18 anni, dopo anni di peregrinazioni da stato a stato a causa di una situazione familiare turbolenta, approda a Ney York dove comincia i primi passi nel mondo della recitazione. La prima particina è in Endless love (1981). Con i soldi ricevuti, Cruise investe su se stesso: migliora sensibilmente il suo aspetto fisico e combatte la dislessia. Nel 1982 è nel cast di Taps (1981) e già l'anno dopo è protagonista nel suo primo successo Risky business (1983). Si fidanza con Rebecca De Mornay. Nel 1983 è protagonista del fantasy Legend (1983), ma è Top gun (1986) di Tony Scott a creare il mito. Il film incassa moltissimo e Tom diventa il nuovo idolo delle spettatrici di mezzo mondo. Lo stesso anno dimostra di avere oltre al cuore anche cervello affiancando il mostro sacro Paul Newman in Il colore dei soldi (1986) che darà l'oscar al leggendario attore e permetterà al giovane Cruise di "farsi le ossa" nel cinema d'autore. Nel 1988 conferma il suo appeal con Coktail (1988), filmetto senza pretese che comunque incassa uno sproposito. Sempre lo stesso anno è a fianco di un altro mostro sacro, Dustin Hoffman in Rain man (1988): si ripete la storia del lustro precedente: oscar al grande attore e buone valutazioni per Tom che cresce di fama e affina le sue capacità. L'anno successivo l'accoppiata film d'autore e di cassetta non viene proprio benissimo: è protagonista di Nato il 4 luglio (1989), poco riuscito apologo pacifista di Oliver Stone, e gira il disastroso Giorni di tuono (1990), praticamente un Top gun a quattro ruote che cadrebbe nel dimenticatoio se non fosse per la presenza di una certa Nicole Kidman nel cast. L'attrice australiana, scoperta da Cruise nel thriller Ore dieci calama piatta (1989) diventerà l'anno dopo moglie dell'attore. I due per dieci rappresenteranno la coppia più scintillante e duratura di Hollywood. Il secondo film girato dalla coppia non è un granchè: di Cuori ribelli (1992) resta impressa solo la magnifica canzone omonima di Enya. I grandi successi però non tardano a tornare: i thriller legali Codice d'onore (1992) ed Il socio (1993) riscuotono il plauso di pubblico e critica. Tom fa un mezzo passo falso con il gotico e barocco Intervista col vampiro (1994) dove condivide la scena con altri due belloni: Brad Pitt e Antonio Banderas. Cruise decide quindi di fondare una sua casa di produzione e di portare sullo schermo una serie televisiva di grande successo negli anni 60: Mission impossible (1996). Il primo film è diretto da Brian De Palma, incassa uno milioni di dollari ed è considerato uno dei migliori film del genere degli anni 90. Dopo il simpatico Jerry Maguire (1996) arriva l'occasione di passare in serie A. Il genio, il maestro Kubrick vuole la coppia Cruise-Kidman per quello che sarà il suo ultimo film: Eyes wide shut (1999). Se il risultato lascia la critica divisa tra capolavoro e occasione sprecata, una cosa è certa: per i coniugi cambia tutto. La Kidman comincia a diventare sempre più famosa e richiesta e Cruise non è più solo il divo di cassetta senza spessore. La coppia scoppia, ma Cruise sublima il dolore con una parte minore nel bellissimo Magnolia (1999), ad oggi la sua migliore interpretazione di sempre. Nel 2000 indossa nuovamente i panni di Ethan Hunt diretto da John Woo nello spettacolare sequel Mission impossible 2 (2000), mentre Vanilla sky (2001) gli fa conoscere la nuova fiamma Penelope Cruz e superare per l'ennesima volta il traguardo dei 100 milioni di dollari incassati. Il film non è gran cge però la gente non sembra accorgersene. Dopo una divertente comparsata in Austin Powers goldmember (2002) arriva anche il momento di confrontarsi con il regista Hollywoodiano per eccellenza: Steven Spielberg. Il risultato è l'eccellente Minority report (2002). Nel 2003 gira L'ultimo samurai storia di un ufficiale americano alle prese con una formazione dei soldati nipponici all''inizio del secolo e l''inevitabile terzo episodio della serie Mission impossible.
Buone notizie: Oscar o non Oscar,Tom Cruise è diventato un attore davvero bravo.
Non è una novità assoluta: dal 1981 quando Zeffirelli scoprì il bellissimo ragazzo diciannovenne e lo fece apparire in una minima parte nel terribile Amore senza fine l’attore è andato sempre migliorando attraverso Legend di Ridley Scott (dov’era l’incarnazione del Bene), Il colore dei soldi di Martin Scorsese accanto a Paul Newman, Rain Man di Barry Levinson accanto a Dustin Hoffman, Nato il 4 luglio (dove il regista Oliver Stone malignamente lo immobilizza in una sedia a rottelle), Intervista col vampiro di Neil Jordan (nel meraviglioso personaggio da Satana postmoderno di Lestat), Magnolia di Anderson, Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.
Ma nell’Ultimo samurai di Edward Zwick dà prova di notevoli qualità: a 42anni è sempre molto bello, coi capelli lunghi e la piccola barba che lo fan parere ragazzo, con l’addestramento fisico e l’esotismo della corazza da samurai o del kimono che mascherano la statura modesta e la sua recitazione intensa e interiore evita ogni manierismo per restare semplicemente nobile, affascinante.
Ci sono alcune caratteristiche che hanno influenzato in modo decisivo il percorso di Tom Cruise. È bello e sessualmente attraente, ma non ha proprio nulla del macho. Nei primi anni è stato dislessico (come la madre e le sorelle), il che gli ha lasciato un’insicurezza di sé molto utile a limitare la presunzione. Più tardi si è unito a Scientology, una setta religiosa anche discutibile ma che in lui ha accentuato le tendenze alla riflessione e all’altruismo. Ha sposato, in matrimoni di non lunga durata, due donne speciali: Mimi Rogers (1987-1990), Nicole Kldman. È diventato produttore fondando nel 1993 con Paula Wagner la C/W Productions questo gli ha permesso di governare la sua carriera, di scegliere film anche perse stesso,e di evitare le capricciosità narcisiste, le pretese esagerate di tante star soprattutto hollywoodiane.
Dopo l’eccezionale esperienza con Kubrick per Eyes Wide Shut Cruise appare molto cambiato. Più maturo e profondo come interprete e come uomo, continua a seguire il proprio metodo (non incanaglirsi con troppi film popolati di gran successo commerciale come Top Gun o Mission: Impossible non privarsi dei film d’autore): ma lo fa con crescenti qualità di intuito e intelligenza.
Da Lo Specchio, 24 gennaio 2004
The celebrity biographer Andrew Morton never met a grudge he couldn’t get behind. He has aired the grievances of Diana, Princess of Wales, against the British royal family, and of Monica Lewinsky against Kenneth Starr. Now he champions the indignation of mostly anonymous former Scientologists in this brutal biography of the controversial religion’s most famous advocate, Tom Cruise.
However shady Scientology may be, Morton’s language in “Tom Cruise: An Unauthorized Biography” is extreme. He and his sources compare the church and its leadership to fascists, the Roman Empire, storm troopers, Machiavelli, Orwell’s “Animal Farm,” Napoleon, Stalinists and North Korea. He also repeatedly invokes Nazism, and quotes without censure the German Protestant Church’s comparison of Cruise to Joseph Goebbels.
Even if everything Morton says about Scientologists were true — that they make certain members have abortions, that they run around with Uzis and boxes of cash, that they threaten recruiters with torture if they don’t land celebrities — it doesn’t out-corrupt, say, the early Mormon Church as depicted in Fawn Brodie’s “No Man Knows My History.” And unlike “Tom Cruise,” that book managed to make its subject, Joseph Smith, seem three-dimensional even as it eviscerated his faith.
Morton says Cruise has been called Scientology’s “savior” and apparently holds him accountable for the religion’s airbrushed image, as well as for deaths that supposedly occur when people take to heart warnings about the evils of prescription medication, like the one he issued in his famous “Today” show rant. Morton even indulges the disappointment of former classmates from Glen Ridge, N.J., that Cruise didn’t further their careers or buy one a Mercedes.
The pre-cult chapters, for which Morton did much legwork, do not make the star appear sympathetic. Cruise comes across as cold and intensely ambitious. Morton suggests he “learned the art of disguise from his relationship with his father,” which seems to have been a nightmare. If the portrayal of Cruise in these early pages were an appealing one, Morton’s condemnation of Scientology as soul-destroying might carry more weight.
There are also tiny errors that make a reader suspicious of Morton’s rigor, as when he presents Cruise’s notorious joke about eating his future child’s placenta as a sober statement of fact, or when he identifies the ’80s new-wave group Bow Wow Wow as a “hip-hop band.”
Morton provides a bibliography but no footnotes; many attributed quotations lack sources. He retells some of the tabloids’ craziest stories (Cruise sending Jennifer Garner a live tiger, for one), then discredits or qualifies them. The effect is very much like dropping a bombshell during a court hearing, then telling the members of the jury to disregard what they’ve just heard.
One thing Morton seems sure of: Cruise is not gay. The author points to many ex-girlfriends, including Rebecca De Mornay and Cher, and quotes some of them on the actor’s virility. “He’s a very sexual person,” Melissa Gilbert affirms. “He gave me butterflies in my tummy.” Employing a dated logical fallacy, Morton uses Cruise’s evident homophobia (he couldn’t stomach even “La Cage aux Folles”) to further prove his heterosexuality.
Nor is Cruise impotent, Morton suggests, describing two miscarriages suffered by Nicole Kidman. Per his M.O., Morton repeats and then denies the rumor that Cruise’s daughter Suri was in fact fathered by L. Ron Hubbard’s frozen sperm. He then cruelly suggests that Katie Holmes still might have wondered if she were carrying the Devil’s spawn, à la “Rosemary’s Baby.” At such moments, “Tom Cruise” feels about as reliable as the tabloids and yet, astonishingly, somehow meaner.
Ada Calhoun is the editor in chief of Babble.com, a blogger for AOL News and a frequent contributor to the Book Review.
TOM CRUISE
An Unauthorized Biography.
By Andrew Morton.
Illustrated. 344 pp. St. Martin’s Press. $25.95.
Da The New York Times, 17 Febbraio 2008
If Andrew Morton’s “Tom Cruise: An Unauthorized Biography” is published peacefully next Tuesday, one of its basic assertions will be undermined. That is because if Mr. Morton is right about the litigious fervor of either Mr. Cruise, who is the book’s ostensible subject, or the Church of Scientology, which is its real one, the publication will be met with dirty tricks, messianic anger and relentless harassment. If Mr. Morton is wrong about that, there will be fewer fireworks. After all, among this biography’s revelations is the fact that Tom Cruise was a cute kid.
Mr. Morton, “a leading authority on modern celebrity” (according to this book’s jacket copy) and the mouthpiece for 1992 payback to the royal family by Diana, Princess of Wales (“Diana: Her True Story”), is best equipped for one thing: treating the travails of the famous as matters of earth-shaking consequence. He has gravitated to subjects who either appreciate (Monica Lewinsky) or wield (Madonna) some form of intoxicating power.
In the case of Mr. Cruise, Mr. Morton sees a domineering, aggressive character who has joined forces with Scientology to catapult his activities beyond the realm of mere glitter. “More than any star today,” Mr. Morton writes, “Tom” — naturally he’s on a first-name basis — “is a movie messiah who reflects and refracts the fears and doubts of our times, trading on the unfettered power of modern celebrity, our embrace of religious extremism and the unnerving scale of globalization.” The book asserts that “the relentless expansion of the organization and its front groups has been made possible by the charm and persuasiveness of its poster boy, whose modernity, familiarity and friendliness mask the totalitarian zeal of his faith.”
It goes without saying that biographers do not ordinarily assail their subjects’ religious beliefs with impunity. Nor do investigative reporters seize on Scientology as frequently as they might. Yet Mr. Morton has found a number of former Scientologists who are willing to speak freely, and in some cases vengefully, about the group’s purported inner workings. Mr. Morton’s eagerness to include their voices leads him to push the limits of responsible reporting. In the absence of any hard information whatsoever, for instance, he notes that if Tom Cruise and Katie Holmes, now his wife, fed their daughter Suri the barley-based baby formula recommended by L. Ron Hubbard, Scientology’s founder, “they kept it secret.” And that despite Mr. Cruise’s legal victories over publications that have described him as gay, that assertion lives on in the form of widespread Internet rumors.
The Tom Cruise of this book is emphatically, unremarkably heterosexual throughout its tedious opening chapters about his boyhood. “I was black and blue from the gearshift, I can tell you that,” says a high school girlfriend who spent time with him in a car. Mr. Cruise is also said to have collected model airplanes, impersonated Woody Woodpecker and done a standout job of playing the Sun in a fifth-grade pageant. “Even 30 years later it still gives me goose bumps,” one of his schoolteachers recalls about the budding star’s performance.
“The film will never sell and Tom Cruise will not be an important actor,” a Fox executive once memorably said. Still, the book describes Mr. Cruise’s speedy rise from walk-on obscurity (“Endless Love” in 1981) to the Hollywood stratosphere (“Top Gun” in 1986 ) while placing more emphasis on the evolution of his private life. By 1985 he had become involved with Mimi Rogers, his first wife, who provided entrée into the world of Scientology. Even though Scientology abhors psychiatry, Mr. Morton plays doctor by speculating that Mr. Cruise made an especially receptive recruit because he is “an uncertain child waiting for an undeserved blow from his father.”
Although Mr. Morton is readily assailable for making such facile remarks, he is in some larger sense an astute observer. His overall impression of Mr. Cruise makes sense. He provides a credible portrait extrapolated from the actor’s on-the-record remarks and highly visible public behavior. This book describes a controlling, fervent figure (“He was like a walking light bulb,” recalls one observer) whose personal needs dovetailed with the strict hierarchical structure of his newfound faith and who, at some point, decided to dedicate himself wholeheartedly to proselytizing spiritually, emotionally and politically on its behalf. The book surmises that it was a small leap from this outlook to jumping up and down on Oprah Winfrey’s sofa.
Among the pivotal players in this slow-starting but eventually scalding book are Stanley Kubrick, whose manipulative treatment of Mr. Cruise and his second wife, Nicole Kidman, during the marathon filming of “Eyes Wide Shut” is made to seem especially damaging here; Ms. Kidman herself, though her troubles with Mr. Cruise have been dissected by other biographers; and David Miscavige, the Church of Scientology’s powerful leader. Mr. Miscavige is presented as someone whose outlook and gestures Mr. Cruise has visibly appropriated and who himself shares Mr. Cruise’s gung-ho proclivities.
It is the nature of this book to depict Mr. Miscavige also as a kind of mustache-twirling villain, complete with the requisite B-movie dialogue. After Mr. Cruise agreed to visit the church’s heavily guarded Gold Base compound in the California desert in the summer of 1989, the book says, Mr. Miscavige “gleefully announced to his closest staff, ‘the most important recruit ever is in the process of being secured. His arrival will change the face of Scientology forever.’ ” Mr. Morton would be on much more solid ground had he backed that quotation with direct or even second-hand attribution.
If “Tom Cruise: The Unauthorized Biography” attracts as much flak as it does interest, the fuss will be less about blind quotations than about interpretation. The terminology and precepts of Scientology (“Teegeeack,” “Xenu,” “MEST”) can be treated as exceedingly weird. And at times the book seems to go out of its way to misunderstand them. The phrase “merchant of chaos” has been used by Mr. Cruise to excoriate his father, and Mr. Morton treats it as a sinister epithet. Maybe it is. But it is also used by the literature of Scientology to describe those who profit by promulgating disturbing thoughts. Authorities on celebrity are not immune to this accusation.
Da The New York Times, 10 gennaio 2008
Mi è stato chiesto di spiegare i misteri della vita amorosa di Cruise. E cioè il fatto che, a quanto si sa, non esce con nessuna da quando ha rotto con Penélope Cruz e ha escluso di voler tornare con Nicole. Quali sono i suoi piani? Dice che gli piacerebbe tanto avere una fidanzata motociclista. «Che c’è che non va in quest’uomo?», mi chiedono.
Che non va? Ah, certo. Gli uomini pensano: «Se fossi Tom Cruise cercherei di far colpo sulle ragazze più sexy». Ma loro non sono Tom Cruise. Ragazze sexy? Che stupidaggine. Mica stiamo parlando di Charlie Sheen o di Matt Dillon. Se la maggior parte degli uomini morirebbe per un appuntamento con i sex symbol di Hollywood con cui Cruise è uscito o si è sposato, lui, che ha passato una vita nel nevrotico mondo dello star system, sogna una semplice motociclista. Una senza particolari ambizioni, senza troppe velleità e, soprattutto, senza un agente. Non vi pare un desiderio perfettamente sensato?
Tutti vogliono quello che non possono avere. E Tom Cruise non può avere ragazze semplici e lineari. Dove mai potrebbe trovare una tipa normale che viva solo per salire sul sedile posteriore di una moto e non passi metà della vita di fronte a uno specchio? È una fantasia, esattamente come quella dei bagnini che sognano Britney Spears. Capisco perché Tom vorrebbe passare serate tranquille in casa con un buon libro. È stato sposato due volte e le sue fidanzate non si contano. Conosce la prassi. Con chi mai si può uscire dopo Nicole Kidman e Penélope Cruz? Catherine Zeta Jones è una moglie felice. Halle Berry giura di non volersi risposare. Chi c’è di disponibile all’altezza di Tom? Davvero la scelta è ridotta all’osso. Inoltre, una ragazza al suo livello potrebbe creare gli stessi problemi.
Spero, a ogni modo, che i “misteri di Tom Cruise” non alludano a certe voci che lo davano per gay. Personalmente, non mi interessa sapere quali siano le sue preferenze sessuali, ma più ci penso e più mi convinco che il ragazzo sia sfacciatamente etero. Lo è a tal punto che lo ha stabilito perfino un giudice. Il problema è che Tom Cruise ha speso così tanta energia e così tanti soldi per difendersi dalla reputazione di omosessuale che alla fine ha attirato l’attenzione sulla cosa. Solo perché da giovane aveva pensato di farsi prete, non vuol dire che non sia etero quanto Papa Borgia. È anche vero che la prima ex moglie, Mimi Rogers, ha spesso scherzato sul suo essere “monacale”. Ma quando mai una ex moglie non prende in giro la tua virilità una volta che te ne sei andato? A mio avviso, Mimi Rogers non è una bomba sexy. Non riesco neppure a pensare che il suo personaggio sia davvero riuscito a ingelosire l’agente Fbi Dana Scully sul set di XFiles. E per quanto riguarda Nicole, sono stati insieme una decina d’anni, un record che personalmente dubito di aver mai ottenuto.
Credo che tutte le voci sulla sua presunta omosessualità siano nate proprio dai gay, che vorrebbero tanto che lui lo fosse. Così non solo potrebbero vantarsi del fatto che il più famoso sex symbol è come loro, ma potrebbero anche fantasticare sulla possibilità di dargli una strapazzatina, come aveva detto di aver fatto Chad Slater. Ma quando Cruise ha chiesto al pornodivo 100 milioni di dollari per diffamazione, Chad ha ritrattato piuttosto in fretta.
Tom Cruise può essere molto, molto litigioso. Nel 1997 lui e Nicole citarono il tabloid Star per aver affermato che i due avevano bisogno di un “preparatore” sessuale per girare le scene d’amore del film Eyes Wide Shut. E vinsero. Cruise ha anche ottenuto 100 milioni di dollari da una causa contro l’editore Michael Davis. Aveva visto un annuncio sul suo giornale che prometteva 500 mila dollari a chiunque avesse foto o prove di una sua eventuale liaison omosessuale.
Chiariamo a questo punto che non c’è assolutamente niente di sbagliato nell’essere gay. È una cosa normalissima. Il problema è che Tom è convinto che le insinuazioni sulla sua omosessualità possano rovinargli la piazza professionale. Citiamo un passaggio tratto dagli scritti del suo legale: «Mentre il querelante crede ovviamente nel diritto di qualsiasi persona di vivere secondo le proprie inclinazioni sessuali, molte persone nel mondo non condividono questo punto di vista. Così, pensando che lui abbia avuto delle relazioni durante il matrimonio, potrebbero non voler più seguire i suoi film, visto che preferibilmente i suoi ruoli presentano un carattere fortemente eterosessuale».
D’altra parte, questa convinzione non gli ha impedito di essere coraggioso nella scelta dei ruoli. Non si è mai preoccupato di quello che gli altri potevano pensare mentre succhiava sangue dal collo di Brad Pitt in Intervista col vampiro. Non lo spaventava l’idea di urlare la sua impotenza in Nato il 4 luglio, e neppure gli faceva paura che il suo personaggio fosse definito checca in Eyes Wide Shut.
A dirla tutta, è buffo come tutto ciò possa importare a qualcuno, ma è quello che succede quando sei una stella del cinema. Tutta invidia. Il personaggio Tom Cruise è uno schermo perfetto su cui proiettare i propri desideri, le proprie fantasie e, perché no, i propri sospetti.
Il vero mistero non riguarda la sua vita sentimentale, ma tutto il suo essere. Non è una star solo perché ha un corpo perfetto, bei denti bianchi o un fascino da ragazzino. Tom è un mix di mistero e potere. Ha detto: «C’è qualcosa di diverso in me, ma non scoprirete mai che cosa». È questa la sua vera forza. Eppure, malgrado sia il numero uno mondiale al box office, credo che continui a essere un po’ sottovalutato come attore. Ma la storia potrebbe cambiare con Collateral.
Non solo perché qui avrà un ruolo da uomo maturo, con i capelli grigi, o perché è un cattivo davvero cattivo. Ma perché è un cattivo decisamente credibile e terrificante. Fa paura perché riesce allo stesso tempo a essere attraente e minaccioso, raffinato e predatore, affascinante e viscido. A un certo punto il personaggio di Jamie Foxx cerca di comprenderne l’enorme cattiveria, e lui gli dice semplicemente: «Io sono diverso».
Il vero mistero di Torn Cruise è che può trovare dentro di sé non solo il solare Jerry Maguire, ma anche il feroce psicopatico Vincent. Sotto la sua bellezza esteriore da archetipo si nasconde un abisso virtuale colmo di energia e fantasia, dal quale riesce a tirar fuori eroi o poveracci, dei o mostri.
Da Vanity Fair, 9 settembre 2004
È famoso in tutto il mondo come attore, produttore e filantropo, con un carriera che attraversa oltre due decenni. Ha ricevuto tre candidature agli Oscar e i suoi film hanno incassato oltre sei miliardi di dollari a livello internazionale – un traguardo cui non si è avvicinato nessun altro attore.
Recentemente Cruise ha interpretato il ruolo del dirigente cinematografico Les Grossman nella commedia di grande successo di Ben Stiller Tropic Thunder. Nel 2007 è apparso nel thriller politico di Robert Redford Leoni per Agnelli, e ha ripreso il ruolo dell’agente speciale Ethan Hunt in Mission Impossible: 3 di J.J. Abrams.
Nel corso di una carriera di 27 anni, Cruise ha lavorato con grandi registi, come Francis Ford Coppola, Curtis Hanson, Franco Zeffirelli, Ridley Scott, Tony Scott, Martin Scorsese, Roger Donaldson, Barry Levinson, Oliver Stone, Ron Howard, Rob Reiner, Sydney Pollack, Neil Jordan, Brian De Palma, Cameron Crowe, Stanley Kubrick, Paul Thomas Anderson, John Woo, Michael Mann e Steven Spielberg. Cruise ha ricevuto candidature agli Oscar come miglior attore per Nato il 4 luglio e Jerry Maguire e come miglior attore non protagonista per Magnolia. Oltre al successo riscosso con Risky Business e Codice d’onore, ha vinto tre Golden Globe: miglior attore, Nato il 4 luglio; miglior attore, Jerry Maguire; e miglior attore non protagonista, Magnolia.
Oltre al successo riscosso con Risky Business e Codice d’onore, ha vinto tre Golden Globe: miglior attore, Nato il 4 luglio; miglior attore, Jerry Maguire; e miglior attore non protagonista, Magnolia. Nel 2007, Cruise è stato premiato con un Bambi, il più importante riconoscimento tedesco, per “Coraggio”, non solo quello dimostrato realizzando “Operazione Valchiria”, ma per il coraggio dimostrato sempre nella scelta dei suoi ruoli.
Cruise ha usato il suo successo professionale come veicolo per un cambiamento positivo e si è impegnato come filantropo nel settore della salute e dell’istruzione. Recentemente è stato premiato dall’organizzazione Mentor-LA per il suo impegno a favore dei bambini di Los Angeles e di tutto il mondo.
Cruise vive a Los Angeles con la moglie Kate ed i suoi tre figli.