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Il momento di John Grisham

Grisham fa parte di quel cartello di scrittori da cinema, il suo stile connette perfettamente le due discipline. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

Tom Cruise (Thomas Cruise Mapother IV) (62 anni) 3 luglio 1962, Syracuse (New York - USA) - Cancro. Interpreta Mitch McDeere nel film di Sydney Pollack Il socio.
martedì 25 giugno 2024 - Focus

I romanzi principali di John Grisham sono distribuiti dal magazine Gente. Grisham, è notorio, è un maestro, un “unicum” nel senso che è padrone assoluto del suo genere, il cosiddetto legal thriller. Lo scrittore offre un segnale non banale: 300 milioni di copie vendute. Ma c’è di più, molti dei suoi titoli sono diventati film, alcuni dei quali fanno parte della memoria cinefila popolare, come Il momento di uccidere, La giuria, Il cliente, Il rapporto Pelican, Il socio, L’uomo della pioggia. Grisham fa parte di quel cartello di scrittori da cinema, il suo stile connette perfettamente le due discipline, presenta la comunicazione diretta e senza fronzoli che appartiene al  cinema, ma anche momenti di letteratura vera. 

Scrittori da cinema: val la pena di citare alcuni dei “colleghi” di Grisham, quelli contemporanei. Autori che scrivono, appunto, secondo il doppio stile. Comanda 
Stephen King che ha ben 34 adattamenti per il cinema. Nicholas Sparks, dalla riconoscibile attitudine sentimentale conta 11 adattamenti. Dieci toccano a Ian McEwan, l’intellettuale inglese che fa testo, e a John Le Carré maestro indiscusso delle spy story. Hanno dato molte loro storie al cinema Philip Roth, testimone della cultura ebraica, Nick Hornby, molto amato dai giovani. Tom Clancy, altro maestro di spie, l’inventore del genere techno-thriller. E naturalmente J.K. Rowling, la creatrice di Harry Potter. Fra gli altri.

John Grisham è Nato a Jonesboro, Arkansas, nel 1955. E’ un “avvocato del sud” e quella laurea l’ha messa a partito, e come. La cultura della giurisprudenza occupa tutte le sue opere. Dopo un’esperienza politica coi democratici della Camera dei Rappresentanti del Mississippi, decide di seguire la sua vocazione di scrittore. Il suo primo romanzo, Il momento di uccidere, lo impegna per tre anni. Ma quando è dato alle stampe, nel 1988, quel libro contiene tutta la cultura, il sentimento, l’onestà, la competenza di Grisham. E’ la storia di un padre, di colore, che decide di assassinare gli stupratori della sua bambina. Tema forte e largo, al quale, con evoluzioni e invenzioni sempre brillanti e sconcertanti, resterà fedele in tutta la sua opera. Ma secondo una mia discrezione personale, se devo indicare un titolo squisitamente e profondamente “grishano”, scelgo L’uomo della pioggia, un altro contenitore necessario/sufficiente. Assunto da un grande regista, Coppola, che non ha tradito nessuno dei temi della carta. Come (quasi) sempre è la storia di un avvocato.   


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Rudy si è appena laureato in legge, non è ancora procuratore ma lo diventa quasi subito. Vive a Memphis e si dà da fare. Si trova a patrocinare la famiglia di un malato di leucemia: l’assicurazione non vuole riconoscere il legittimo risarcimento. Rudy va avanti. Quando si trova di fronte al micidiale corporativismo delle assicurazioni, non si fa intimidire da una schiera di avvocati da “mille dollari l’ora” e affronta la sua battaglia. Alla sua prima causa, ma col furore del Davide onesto, il ragazzo vince su tutta la linea. La compagnia assicurativa, che era una vera associazione per delinquere, perde la causa ed è costretta al fallimento. Chi conosce John Grisham, l’autore del libro, sa che alla fine giustizia sarà fatta. Nelle sue storie ognuno ha esattamente quello che si merita. Gli onesti hanno la meglio sui cattivi, pure potenti e organizzati. E mettiamoci Coppola, che racconta con la giusta tensione. Si esce dalla sala col magnifico senso liberatorio dei grandi film di un tempo. Teniamoceli stretti. Quando i buoni vincevano si diceva “succede solo al cinema”, poi non è più successo neanche al cinema. Grisham e Coppola ripristinano la speranza. Il film come sogno e benessere.
Credo sia davvero opportuno produrre uno stralcio di scrittura di John Grisham, l’incipit di L’uomo della pioggia, appunto. 

“La mia decisione di fare l’avvocato diventò irrevocabile quando mi resi conto che mio padre odiava gli avvocati. Ero un adolescente goffo, imbarazzato dalla mia goffaggine, frustrato nei confronti della vita, terrorizzato dalla pubertà e in procinto di venire spedito da mio padre in una scuola militare per insubordinazione. Era un ex marine, convinto che i ragazzi andassero tirati su a frustrate. Io avevo dimostrato di avere la lingua svelta e una certa avversione per la disciplina, e la sua soluzione fu mandarmi via. Passarono anni prima che lo perdonassi.”


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