Stregata dalla naturalezza dell’attrice davanti all’obiettivo, dal suo
spleen britannico e dalla sua silhouette un po’
garçonne, Varda disegna per Jane Birkin un film ritratto postmoderno, frammentato e autoreferenziale, che alterna brani della narrazione autobiografica di Jane e curiosi sketch in cui la più inglese delle star francesi interpreta personaggi reali, intertestuali o immaginari, da sola o al fianco di Philippe Léotard, Laura Betti, Jean-Pierre Léaud, Alain Souchon, Farid Chopel, Serge Gainsbourg. L’amicizia si trasforma in collaborazione artistica e in un film “collage”, un ibrido tra documentario e fiction, tra un giardino inglese e la Rue Daguerre, dove abita la regista. Jane Birkin sboccia nel mondo di Agnès Varda, che sboccia al suo contatto. Il film è “un ritratto in cinema”, come lo ha definito l’autrice, in cui le interviste si nutrono di brevi scene fantastiche e a volte deliranti che declinano all’infinito la personalità di Jane. Scopriamo l’attrice in tutte le sue forme, in tutti i suoi stati e in diverse stagioni. Cambia di ‘testa’ e di ruolo per divertirsi con Agnès, che gira intorno a lei, la illumina, le propone delle storie o degli omaggi tra confidenze e libero dialogo.