Anno | 2008 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Agnès Varda |
Attori | Agnès Varda, Mathieu Demy, Rosalie Varda, Yolande Moreau . |
Tag | Da vedere 2008 |
MYmonetro | 3,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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La fotografa e regista Agnès Varda racconta la propria vita, dall'ambiente familiare in cui è nata e cresciuta ai primi successi artistici e professionali. Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Se la storia delle persone è fatta di paesaggi, la mia è fatta di spiagge". Di ritorno alle spiagge che hanno avuto importanza nella sua vita, Agnès Varda si cimenta in un originalissimo autoritratto in cui racconta la propria avventura umana e professionale. Un viaggio nella memoria, dove la spiaggia è lo scenario privilegiato in cui "ricostruire" istanti di un vissuto che come in un gioco di specchi, in una mise en abîme, un'immagine rimanda a un'altra immagine e il racconto rimanda ad altri racconti. Alternando fotografie e filmati d'epoca a momenti dichiaratamente fittizi che ricostruiscono una sequenza del passato, Les plages d'Agnès si compone come un puzzle e ripercorre a ritroso, quasi si potesse riavvolgere il nastro delle nostre esistenze, le tappe salienti della sua vita. Nata nel 1928, da padre greco e madre francese, Agnès Varda trascorre l'infanzia in Belgio fino al 1940, per poi trasferirsi in Francia, a Sète, e successivamente a Parigi. Lavora come fotografa per il Festival di Avignone, nel 1954 fonda la Ciné-Tamaris, la casa di produzione cinematografica con cui produce il suo esordio nella regia, La pointe courte. Esponente della nouvelle vague, la sua produzione cinematografica alterna cortometraggi a lungometraggi, film di fiction a documentari.
Le stupende gigantografie che immortalano i celebri attori Jean Vilar e Gerard Philippe, i frammenti di pellicole che riprendono Laura Betti, Catherine Deneuve, Philippe Noiret si sovrappongono e succedono ad attimi di vita trascorsa insieme a Jacques Demy. Il Sessantotto vissuto dalla regista non è il Maggio francese, ma quello della ribellione statunitense, del movimento dei Black Panther, delle rivendicazioni femministe. I resoconti dei suoi viaggi in Cina e a Cuba si alternano alle scene familiari in compagnia dei figli e del proprio compagno di vita, autore di Les parapluies de Cherbourg.
Il ricordo di chi "è passato al di là dello specchio" si tinge di una nostalgia sempre trattenuta, mai ostentata.. Ne emerge il ritratto di una donna forte, teneramente determinata, eppure capace di stupirsi e soprattutto di stupire, di mettersi in gioco, anche servendosi delle nuove tecnologie digitali, sfruttandone al massimo le potenzialità del linguaggio.
Incroci di storie, di percorsi umani, di parole, lasciano talvolta spazio a momenti di pura emozione cinematografica, visiva. La sequenza in cui uno schermo cinematografico ambulante, posto su un carro di legno, attraversa silenziosamente di notte le strade di un paesino, costituisce uno dei momenti più riusciti e restituisce quella perfetta simbiosi di vita e cinema, di amore viscerale per l'arte e di impegno nel sociale, che caratterizza il modo di fare cinema di Agnès Varda.
Un film non convenzionale che amalgama i ricordi personali, la storia del cinema contemporaneo, la contestazione giovanile, il femminismo... molto bello... chi non vorrebbe fare un film del genere a fine carriera!
There is a street in the Pointe Courte neighborhood of Sète, a seaside village in Southern France, that is named for Agnès Varda, the French filmmaker who lived there in the '40s with her mother, brothers and sisters in a sailboat anchored to the quay while her father was off at war. It looks like an ordinary street, and in truth it is. And yet it isn't.
"Les Plages d'Agnès" : entre pudeur et affichage de l'intime, Agnès Varda reconstitue le puzzle de sa vie A l'heure de fêter ses 80 balais, Agnès Varda donne un coup de brosse sur ses souvenirs. La démarche est attendrie, enjouée, malicieusement inventive. Inspiré par ces mots de Michel de Montaigne en préface des Essais, ce film, cite-t-elle, est destiné "à ce que (l')ayant perdue (ce qu'ils auront [...] Vai alla recensione »