È il film di Sian Heder a vincere l'edizione 2022 degli Academy Awards, conquistando tre premi su altrettante candidature. Delusione per Il potere del cane, che porta a casa un solo Oscar (Miglior Regia a Jane Campion). Niente da fare per È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino che si arrende come da pronostico a Drive My Car. A bocca asciutta anche gli altri due italiani, Enrico Casarosa e Massimo Cantini Parrini. VAI ALLO SPECIALE OSCAR »
È il film di Sian Heder a trionfare in questa edizione degli Academy Awards, svoltasi come di consueto al Dolby Theatre di Los Angeles con la conduzione dell'attrice comica Amy Schumer, affiancata dalle colleghe Wanda Sykes e Regina Hall. Coda - I segni del cuore, che sarà nei cinema italiani a partire da giovedì 31 marzo, conquista tutti e tre i premi per i quali era stato candidato (oltre che come Miglior Film vince anche per il Miglior Attore Non Protagonista e per la Miglior Sceneggiatura Non Originale). Delusione per Il potere del cane, che porta a casa un solo Oscar (Miglior Regia a Jane Campion) su 12 nomination. Da segnalare i sei riconoscimenti tecnici di Dune. Niente da fare per È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino che deve arrendersi come da pronostico al giapponese Drive My Car di Ryusuke Hamaguchi. A bocca asciutta anche gli altri due italiani, Enrico Casarosa (candidato all'Oscar per il Miglior Film d'Animazione con il suo Luca) e Massimo Cantini Parrini (costumista di Cyrano). Si parlerà moltissimo nei prossimi giorni della reazione scomposta di Will Smith, che ha sferrato un violento pugno sul viso a Chris Rock, colpevole di aver fatto una battuta non gradita sulla moglie Jada.
L'Oscar al Miglior Film va a sorpresa a Coda - I segni del cuore di Sian Heder, che si aggiudica così tutte e tre i premi per i quali era stato nominato (oltre che come Miglior Film vince anche l'Oscar per il Miglior Attore Non Protagonista e quello per la Miglior Sceneggiatura Non Originale). Battuto dunque il grande favorito della vigilia, Il potere del cane, che deve accontentarsi di un solo riconoscimento su 12 nomination, quello alla Miglior Regia (Jane Campion).
I produttori del film hanno così ringraziato per il premio vinto: «Grazie all'Academy per averci permesso di fare la storia questa sera. Congratulazioni anche a tutti gli altri film candidati. È un onore per noi essere qui. Non è stato facile portare a termine Coda, fin dal primo giorno di riprese, quando dovevamo trovarci su una barca alle 4.00 del mattino, e con un temporale in arrivo, ma la barca è rimasta a galla grazie a un ottimo capitano, Sian. Ci sono state tante difficoltà, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Siamo grati al cast che ha creato una famiglia anche fuori dallo schermo, e questo è magnifico».
I segni del cuore racconta la storia di Ruby, una ragazza diciassettenne che è anche l'unica persona udente di una famiglia di persone sorde. Ogni mattina, prima di andare in classe, dove viene ignorata e presa in giro dalle altre studentesse, aiuta i genitori e il fratello a gestire l'attività di pesca ed è lei il referente principale per contrattare la vendita del pesce. Al tempo stesso ha una grande passione per il canto ed entra nel coro della scuola diretto dal maestro Bernardo Villalobos che con lei è molto severo, la rimprovera spesso per i suoi ritardi ma riconosce che ha un grande talento e cerca così di prepararla per l'audizione a una prestigiosa scuola. Ruby si trova ora a un bivio: seguire i propri sogni o continuare ad aiutare la sua famiglia?
Come da pronostico, l'Oscar per la Miglior Regia va alla neozelandese Jane Campion per Il potere del cane. Prima donna a ricevere due volte la nomination come Miglior Regista, la Campion ha vinto in carriera due statuette su cinque nomination complessive.
«Volevo dire: tanto amore agli altri candidati, vi ammiro molto. Potevamo vincere tutti questa volta. Io amo fare la regia, perché significa tuffarsi in una storia, a volte perdersi e sprofondare in essa. Ho lavorato con attori che mi piace chiamare 'amici e' che hanno interpretato una storia molto profonda. Grazie al cast e alla mia troupe, ma anche ai miei brillanti produttori. Ringrazio anche Netflix, con cui ho lavorato benissimo fin dall'inizio. Ringrazio anche la mia famiglia, mia figlia e il mio splendito compagno»
A vincere l'Oscar per il Miglior Attore Protagonista è Will Smith grazie alla sua interpretazione di Richard Williams, padre delle sorelle Serena e Venus, in Una famiglia vincente - King Richard.
Smith nel corso della serata si è reso protagonista di un gesto di cui si discuterà moltissimo nei prissimi giorni: ha sferrato un pugno in pieno volto al conduttore Chris Rock, reo di aver fatto una battuta non gradita sull'alopecia della moglie Jada.
«Richard Williams era un difensore accanito della sua famiglia. In questo momento della mia vita, io sono sopraffatto da quello che Dio mi chiede di fare e di essere su questa terra. Per fare questo film ho dovuto proteggere due delle donne più forti e belle che abbia mai incontrato, le giovani attrici che interpretano il ruolo di Serena e Venus. Io sono stato chiamato in questa vita ad amare e proteggere le persone, essere un fiume per le persone a me vicine. Io voglio essere come un veicolo dell'amore e voglio ringraziare Serena e Venus e tutta la loro famiglia per avermi affidato questa storia. Voglio essere un ambasciatore di questo genere di amore, di cura, di attenzione. Vorrei scusarmi [per il mio gesto] con l'Academy e con tutti gli altri miei colleghi candidati. Questo è un momento bellissimo, e non sto piangendo perché ho vinto un premio, ma perché grazie a esso è possibile proiettare luce sugli altri, su tutto il cast e la troupe di questo film. Grazie ancora, spero tornerete a invitarmi».
La Miglior Attrice Protagonista dell'edizione 2022 degli Oscar è Jessica Chastain (primo Oscar alla terza nomination) per la sua prova in Gli occhi di Tammy Faye. Battute Olivia Colman (La figlia oscura), Penelope Cruz (Madres Paralelas), Nicole Kodman (Being Ricardo) e Kristen Steward (Spencer).
«Grazie a tutti, all'Academy. Sicuramente non sarei qui adesso se non fosse per i produttori che hanno sempre creduto in me. E poi: Olivia, Penelope, Nicole e Kristen, vi ringrazio. Essere nella stessa vostra categoria era già per me un onore. Ringrazio chi ha lavorato al film, il mio partner e collaboratore Andrew Garfield. Grazie a tutti per aver tirato fuori il meglio di me e aver tirato fuori il meglio di voi. Stiamo uscendo da un momento difficile, di isolamento, e ci sono tante persone che si sentono sole. Il suicidio è una delle principali cause di morte oggi negli USA, che ha coinvolto di recente anche la mia famiglia. Soprattutto per la comunità LGBT. Volevo dire che abbiamo una legislazione discriminatoria, che porta ulteriori discriminazioni nella nostra società. Si è parlato molto di amore questa sera. Ecco, bisogna accettarci sempre per quello che siamo, senza aver paura della violenza e del terrore. Mi rivolgo a chiunque qui si sente disperato e solo: sappiate che avete amore incondizionato per quello che siete e per l'unicità che rappresentate».
Troy Kotsur è il secondo attore non udente a vincere un Oscar. Lo vince per il suo ruolo del padre nel film Coda - I segni del cuore di Sian Heder. Commovente il ringraziamento dell'attore, e commovente il tributo della platea.
«È incredile essere qui. Vorrei ringraziare tutti i membri del'Academy per aver riconosciuto il mio lavoro. È fantastico che il film abbia raggiunto tutto il mondo, inclusa la Casa Bianca. Quando sono andato lì stavo provando a insegnare loro qualche parolaccia, ma mi hanno detto che non era il caso. Vorrei ringraziare tutti i teatri per sordi che mi hanno permesso di sviluppare la mia arte. Spielberg dice che un regista deve essere un buon comunicatore. Voglio pertanto ringraziare la mia regista, che credo sia la miglior comunicatrice che possa esserci. Il suo nome rimarrà sempre ricordato qui a Hollywood. Mio papà è stato il più bravo a esprimersi con il linguaggio dei segni. Dopo un incidente non riesce più ad esprimersi. Volevo dirgli: ho imparato così tanto da te e ti amerò sempre, sei il mio eroe. Grazie ai mie più grandi fan, mia moglie, mia figlia e il mio paese in Arizona. Questo Oscar è dedicato alla comunità sorda. Questo è il nostro tempo».
A vincere l'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista è Ariana Debose, la Anita del West Side Story di Steven Spielberg. L'attrice supera sul filo del rasoio la concorrenza di Jessie Buckley (La figlia oscura), Judi Dench (Belfast), Kirsten Dunst (Il potere del cane) e Aunjanue Ellis (King Richard).
«Adesso avete capito perché Anita dice di amare l'America. Perché anche in questo mondo si possono realizzare i sogni. Se mi prendessi il tempo di ringraziare tutti rimarrei qui fino ai prossimi Oscar. Voglio dire grazie a tutte le persone fantastiche che mi hanno portato sul palco. È il massimo della vita. A Steven Spielberg però voglio dire grazie, non ti libererai mai di me. Ci sono tantissime cose che vorrei dirvi, ma vi dico che vi voglio molto molto bene. Voglio ringraziare la mia famiglia, i miei amori. Infine, immaginatevi questa ragazzina dietro una Ford Focus bianca, che è una ragazza gay di colore che ha trovato il coraggio di fare quello che voleva, quello che amava. Voglio dire a tutti quelli che hanno incontrato qualcuno che ha provato a impedirvi di vivere a pieno che c'è un posto per voi, c'è un posto per noi».
Billie Eilish e Finneas O'Connell, fratello e serella, vincono il premio Oscar per la Migliore Canzone Originale. Il film è No time to die e questo è il loro primo premio Oscar (alla prima nomination).
Questo è il modo in cui hanno voluto ringraziare: «Grazie alla nostra famiglia artistica, a Barbara Boccoli, a Daniel Craig, a tutti coloro che ci hanno permesso di lavorare a un film di James Bond. Vi vogliamo tanto bene. Ringraziamo anche i nostri genitori che sono sempre stati la nostra fonte d'ispirazione. Grazie anche all'Academy per questo Oscar, che promettiamo di non perdere».
È Summer of Soul (...or, When the Revolution Could Not Be Televised) a vincere l'Oscar nella categoria Miglior Documentario, superando l'agguerrita concorrenza di Ascension, Attica, Flee e Writing With Fire.
Il film, diretto da Ahmir-Khalib Thompson, racconta l'Harlem Cultural Festival, evento che celebrava la cultura e la musica afroamericana e che si tenne durante l'estate di Woodstock. Le immagini visibili nel film sono state ritrovate dopo 50 anni in un seminterrato.
Un visibilmente commosso Thompson ha così ringraziato: «Vorrei riconoscere il lavoro incredibile sugli altri documentari nominati. Il lavoro sul Festival è qualcosa che devo ai miei genitori, che mi raccontavano le storie degli emarginati di Harlem. Ringrazio tutto il team che ha lavorato con me al documentario. Sono veramente felicissimo e mi viene da piangere. Grazie».
Primo Oscar alla prima nomination per Siân Heder, regista e sceneggiatrice di Coda - I segni del cuore.
«Questo è un film indipendente ed è stato difficilissimo riuscire a farlo. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me e nella mia idea. Ringrazio anche Apple che ci ha accompagnato nella nostra cavalata. Scrivere questo film è stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita, come autrice ma anche come essere umano. Voglio ringraziare la comunità dei sordi che mi ha aiutata, oltre che il mio incredibile cast. Siete la mia famiglia. E voglio ringraziare ovviamente anche la mia vera famiglia. Siete artisti e avete fatto in modo che anche io potessi diventarlo. Ringrazio infine mio marito, che mi ha supportato tantissimo, e i miei figli».
È Kenneth Branagh, al suo primo Oscar (su otto nomination ricevute in carriera), a vincere il premio per la Miglior Sceneggiatura Originale con il suo Belfast.
Con Belfast Branagh guarda all'indietro, al tempo della sua infanzia, e costruisce un sentito omaggio alla città che lo ha cresciuto, alla sua forza d'animo, il suo umorismo particolare, l'allegria e la tensione che ne facevano (ne fanno?) un posto unico al mondo.
«Grazie all'Academy che mi ha votato - sono state le sue parole di ringraziamento - È un grande onore per la mia famiglia e per la mia incredibile città. Grazie all'incredibile cast che ha permesso di realizzare questo lavoro. Questa storia parla della ricerca della felicità, della speranza, soprattutto davanti alle perdite. Tutti noi abbiamo perso delle persone che non dimenticheremo mai. Questa è una storia che scalda il cuore e racconta non solo di persone ma di una bellissima città, Belfast, e di un'isola intera, l'Irlanda».
Terzo Oscar per la costumista Jenny Beavan, già vincitrice in passato per Mad Max: Fury Road (guarda la video recensione) e Camera con vista. Quest'anno la statuetta arriva grazie a Crudelia, film diretto da Craig Gillespie dedicato alla celebre villain del film Disney La carica dei 101.
Niente da fare dunque per l'italiano Massimo Cantini Parrini, candidato nella stessa categoria per il suo lavoro con i costumi di Cyrano.
«Ringrazio tutto il team di Crudelia e la mia famiglia che mi ha sostenuta in questa esperienza. Vi spiego: il mio outfit è un omaggio alla mia Crudelia dentro. L'unico motivo per cui sono riuscita a farcela, a concludere il mio lavoro sul film è perché il team mi ha permesso di lavorare al meglio. Un team favoloso senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile. Ringrazio anche chi si è occupato del trucco e delle acconciature, che hanno ovviamente completato il costume. Ma ringrazio anche gli attori che hanno indossato i miei abiti, andando talvolta in iperventilazione. Sono felice anche perché un film come Crudelia permette di far divertire le persone in un momento così doloroso per il mondo».
Come da pronostico, il Miglior Film Internazionale dell'edizione 2022 degli Oscar è Drive my Car di Ryusuke Hamaguchi (quinto Oscar per il Giappone alla quattordicesima nomination). Niente da fare dunque per il nostro Paolo Sorrentino e il suo È stata la mano di Dio.
Queste le parole del regista: «Grazie. Eccoti, Oscar. Vorrei ringraziare tutti i membri dell'Academy per averci ospitati qui. Vorrei ringraziare gli attori qui presenti ma anche gli attori che non sono presenti».
Drive my Car è la storia di Yûsuke Kafuku, un attore e regista che ha da poco perso la moglie per un'emorragia cerebrale e che accetta di trasferirsi a Hiroshima per gestire un laboratorio teatrale. Qui, insieme a una compagnia di attori e attrici che parlano ciascuno la propria lingua (giapponese, cinese, filippino, anche il linguaggio dei segni), lavora all'allestimento dello Zio Vanja di Cechov. Abituato a memorizzare il testo durante lunghi viaggi in auto, Kafuku è costretto a condividere l'abitacolo con una giovane autista: inizialmente riluttante, poco alla volta entra in relazione con la ragazza e, tra confessioni e rielaborazione dei traumi (nel suo passato c'è anche la morte della figlia), troverà un modo nuovo di considerare sé stesso, il proprio lavoro e il mondo che lo circonda.
Jared Bush, Byron Howard, Yvett Merino e Clark Spencer si aggiudicano l'Oscar per il Miglior Film d'Animazione per il loro Encanto. Non riesce nell'impresa l'italiano Enrico Casarosa con il suo Luca, ambientato sulla riviera ligure.
Queste le parole di ringraziamento dei premiati: «Grazie all'Academy. Sono orgogliosissima di far parte di un film che mette dei bellissimi personaggi in prima linea. So che tutti quanti si sono riconosciuti nel film». E poi anche: «Questo film esiste sono per la passione della squadra che ci ha lavorato. Vogliamo ringraziare tutta la nazione della Colombia. È un film sulla famiglia e approfittiamo per ringraziare le nostre famiglie».
L'Oscar per i Migliori Effetti Speciali va al quartetto Paul Lambert, Tristan Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer per il loro lavoro su Dune, di Denis Villeneuve
«Grazie ai membri dell'Academy. Nulla sarebbe potuto possibile senza l'ispirazione di Denis Villeneuve e dei produttori, degli executive del dipartimento. È uno sforzo fatto da centinaia di persone. E vorrei anche ringraziare la mia famiglia per il suo sostegno».
L'Oscar alla Miglior Fotografia va a Greig Fraser per il suo lavoro su Dune, prima statuetta alla seconda nomination nella stessa categoria.
«Sono contentissimo. Denis Villeneuve, il maestro Denis, è riuscito a portare un gruppo di attori che non si conoscevano a fare qualcosa di magnifico. Non avrei potuto vincere senza i miei collaboratori, la mia troupe. Ringrazio tutti i miei amici che sono a Melbourne, mia moglie Jodie e miei figli. Per un uomo di mezza età come me poter giocare tra le dune è stata un'esperienza fantastica. Grazie per avermela concessa».
L'Oscar per il Miglior Montaggio viene assegnato a Joe Walker per il montaggio del film Dune di Denis Villeneuve.
«Magari non sapete che la parola 'nominato' agli Oscar potrebbe essere utilizzata da un diciassettenne come un insulto. Una volta mia figlia mi disse 'va bene per te, signor nominato Joe Walker'. Ringrazio lei, e ringrazio la mia squadra».
L'Oscar per il Miglior Colonna Sonora Originale va ad Hans Zimmer per il film Dune di Denis Villeneuve.
L'Oscar per il Miglior Suono va a Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett per il lavoro sul film Dune di Denis Villeneuve.
L'Oscar per il Miglior cortometraggio documentario va al film The Queen of Basketball di Ben Proudfoot, ritratto elettrizzante di Lucy Harris, la prima a segnare un canestro nella storia delle Olimpiadi femminili e la prima e unica donna ufficialmente arruolata nella NBA. Quella di Lucy Harris è una figura che fino ad ora è rimasta quasi del tutto sconosciuta.
«Se c'è qualcuno che ancora pensa che non ci sia un pubblico pronto a guardare storie di atlete donne, eccoci, ricredetevi. Purtroppo Lucy Harris non c'è, perché è mancata prima che completassimo il film ma la sua famiglia è qui, quindi grazie a voi!»
L'Oscar per il Miglior Cortometraggio Animato va al film The Windshield Wiper dello spagnolo Alberto Mielgo. La storia si svolge all'interno di un bar dove un uomo, mentre fuma un intero pacchetto di sigarette, pone una domanda ambiziosa: "Cos'è l'amore?". Una raccolta di scene e situazioni condurrà l'uomo alla conclusione desiderata.
«L'animazione per gli adulti è un fatto. È qualcosa che succede e possiamo chiamarlo cinema. Vorrei ringraziare tutto il team che è stato coinvolto nel progetto».
L'Oscar per il Miglior cortometraggio in Live Action va al film The Long Goodbye di Riz Ahmed e Aneil Karia. Nel film, Riz e la sua famiglia stanno trascorrendo tranquillamente la loro giornata mentre una marcia di estrema destra si sta svolgendo, in sottofondo, alla televisione. Subito dopo la manifestazione arriva alla loro porta di casa, con risultati devastanti.
L'Oscar per la Migliore Scenografia va a Patrice Vermette (Production Design) e Zsuzsanna Sipos (Set Decoration) per il film Dune di Denis Villeneuve.
Questo il ringraziamento dei due sceografi premiati:
«Denis, grazie per averci permesso di sognare. Grazie per essere un amico, questo Oscar lo devo a te».
«È una cosa che significa tantissimo per me. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile questo».
Stephanie Ingram, Justin Raleigh e Linda Dowds vincono l'Oscar per il Miglior Trucco e Acconciatura per il suo lavoro in Gli occhi di Tammy Faye.
A parlare sul palco del Dolby Theatre è Linda Dowds: «Voglio ringraziare l'Academy e la mia collaboratrice più importante e dovota, Jessica Chastain. Ci vuole un intero villaggio per lavorare bene a un film. Grazie a tutti»