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Stars & Frames, a Lucca la pittura incontra il cinema

Da Neo di Matrix all'androide di Blade Runner, passando per Avatar e L'attimo fuggente. In occasione del Lucca Film Festival & Europa Cinema, la città toscana ospita fino al 20 ottobre la Mostra personale dell’artista friulano Pier Toffoletti: in venti suggestive tele una carrellata di volti (stars) e di fermo immagine (frames) di sei pietre miliari della storia del cinema.
di Ilaria Ravarino

Keanu Reeves (Keanu Charles Reeves) (60 anni) 2 settembre 1964, Beirut (Libano) - Vergine. Interpreta Neo nel film di Lana Wachowski, Lilly Wachowski Matrix.
giovedì 7 ottobre 2021 - Evento

C’è Neo di Matrix, “l’eletto”. C’è l’androide di Blade Runner con le sue lacrime nella pioggia. C’è l’Avatar dalla pelle blu, ci sono i ragazzi de L’attimo fuggente in piedi sui banchi, c’è il corpo della sensuale Angela Hayes (Mena Suvari) sprofondato nelle rose di American Beauty. Arriva per la prima volta a Lucca, in occasione del Lucca Film Festival & Europa Cinema, la Mostra personale dell’artista friulano 66enne Pier Toffoletti, “Stars & Frames”, ospitata fino al 20 ottobre nello spazio della chiesa di San Cristoforo

Attivo sulla scena artistica internazionale fin dai primi anni Ottanta, e di recente ospite della Biennale di Architettura a Venezia, Toffoletti ha portato a Lucca venti tele disposte ai lati dello spazio espositivo e divise in due sezioni, i “volti” (da Scarlett Johansson a Sophia Loren, da Audrey Hepburn ad Anna Magnani) e i fermo immagine, i “frames” appunto, di sei pietre miliari della storia del cinema (MatrixAvatarBlade RunnerAmerican BeautyL’attimo fuggenteL’ultimo dei Moicani). «Abbiamo cominciato a parlare con Toffoletti di questa mostra più di un anno fa - racconta Alessandro Romanini, direttore della sezione “arte e cinema” del festival - e siamo partiti dallo spazio, che è quello di una chiesa-mausoleo dei caduti in guerra, e dunque una location che doveva essere assolutamente rispettata. La scelta finale è stata operata dall’artista, ma noi abbiamo espresso la preferenza per alcune opere dando precedenza ai quadri a soggetto internazionale, per coinvolgere i tanti visitatori stranieri di Lucca. Ci tengo però a dire che l’indagine pittorica di Toffoletti tocca anche “pezzi” del grande cinema italiano, come il neorealismo».

La tecnica con cui Toffoletti realizza le sue opere parte dal fotogramma, su cui l’artista applica, con una stesura molto lenta, elementi pittorici e colori più o meno acidi. «Il risultato è una specie di enciclopedia personale, che cattura le immagini simbolo del suo amore per il cinema - spiega il curatore della mostra, Riccardo Ferrucci - attraverso frammenti di una visione magica e incantata. L’intenso rosso di American Beauty o il blu profondo del finale di Blade Runner: quella raccontata da Toffoletti è la storia del cinema in pillole, capace di racchiudere momenti di struggente poetica».

Già autore di altri cicli pittorici (“La bellezza resistente”, “Fearless”, “Splash”), l’interesse di Toffoletti nella personale di Lucca è interamente dedicato al cinema, inteso come territorio di ricerca a metà strada tra realtà e sogno, memoria e futuro: «Operando con grande perizia tecnica, Toffoletti scompone i meccanismi che permettono al cinema, fin dalle origini, di generare un immaginario collettivo che consegna al mito divistico i personaggi del grande schermo - scrive Romanini sul catalogo della mostra (lo si può richiedere scrivendo a galleria@arte-sanlorenzo.it) - ricomponendone una versione nuda e umana, su tela».

Le immagini di Loren, Johansson, Magnani scorrono così come in un lungo piano sequenza, mentre i fermo immagine “bloccano” sequenze iconiche della storia del linguaggio cinematografico: «Il punto di contatto tra il festival e le opere di Toffoletti risiede nella volontà comune della rassegna e della mostra di indagare la storia dello sguardo, più che la storia del cinema, esplorando nuovi sviluppi e possibilità per il linguaggio anche attraverso la pittura o la videoinstallazione».

Soddisfazione anche per Nicola Borrelli, Presidente del Lucca Film Festival & Europa Cinema: «Mi piace pensare che la mostra sia anche una celebrazione di quel movimento storico che portò le fotografie a prendere vita, grazie al genio imprenditoriale dei fratelli Lumière, nel tempo frenetico e vivace della Prima Modernità».


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