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Michele Ragno: «Cambierei il finale a La vita è bella»

Classe 1995, diplomato all'Accademia Silvio D'Amico, il giovane attore sarà presto al cinema nella commedia School of mafia di Alessandro Pondi.
di Ilaria Ravarino

Michele Ragno 1995, Trani (Italia).
venerdì 21 maggio 2021 - Celebrities

Nato a Trani nel 1995, e diplomato all'Accademia Silvio D'Amico, Ragno ha mosso i primi passi in teatro lavorando in produzioni come "Jeanne d'Arc au Bucher" con Marion Cotillard e "Le Baccanti" di Emma Dante. Dopo le esperienze in tv nelle serie Il Miracolo (guarda la video recensione) e 1994, e nel film per il piccolo schermo La stagione della caccia di Roan Johnson, Ragno esordirà a giugno al cinema tra i protagonisti della commedia School of mafia di Alessandro Pondi.

La prima volta su un palco: quando?
Alle elementari. A sette, otto anni recitavo degli sketch comici in classe. Ricordo di aver pensato, durante gli applausi, che quella doveva essere la mia strada. Ho avuto come un'illuminazione.
La prima volta su un palco vero?
Il primo palco da professionista l'ho affrontato durante l'Accademia: "La fanciulla con la cesta di frutta", di Francesco Colombo, messo in scena a Roma al Teatro dell'Orologio con i compagni di corso. È uno spettacolo che portiamo ancora in giro, dopo cinque o sei anni.
La prima volta che hai recitato fuori da un palco?
Alle elementari. Ero uno studente ligio, facevo sempre i compiti. Un giorno però mi accorsi di aver dimenticato quelli di matematica, e pur di non presentarmi a mani vuote dalla maestra sono corso in segreteria per farmi venire a prendere, inventandomi un mal di pancia. Quando uscii dalla scuola non riuscii a nascondere un piccolo sorriso beffardo.
Il tuo cavallo di battaglia ai provini?
Fino a poco fa portavo un monologo di Moritz da "Risveglio di primavera" di Frank Wedekind. Mi diverte perché è un testo che parla di giovani che stanno per diventare adulti. Moritz è un inesperto, uno che non sa nemmeno cosa sia il sesso: mi piace per la sua innocenza e la sua voglia di conoscere.
Se dovessero riconoscerti per strada, per quale ruolo sarebbe?
Forse lo faranno con il prossimo film, School of mafia.
C'è una cosa che sai fare bene, e che vorresti fare in un film?
Suono chitarra e canto: non sono Jimi Hendrix, ma mi piacerebbe un personaggio che sappia cantare e suonare. Da piccolo impazzivo per i musical.
Cosa non deve mancare nel tuo camerino?
Un libro. Di solito, a teatro, porto con me il testo da cui è tratta l'opera che stiamo portando in scena.
Sul set o sul palco ti senti sicuro se...
... se so bene cosa devo fare e se sento che tutti stanno lavorando per il bene dello spettacolo o del film. Non cerco la solennità, ma nemmeno le distrazioni.
A chi porteresti il caffè sul set pur di vederlo recitare?
Tanti, mi servirebbe un vassoio molto grande. Il primo lo servirei a Gary Oldman. In Italia a Luca Marinelli e Elio Germano.
Qual è il film che, se lo vedi iniziato in tv, non puoi smettere di guardare?
Da La Pietra Filosofale in poi, qualsiasi Harry Potter.
Il film di cui cambieresti il finale?
La vita è bella (guarda la video recensione). So che è un film intoccabile, ma quando l'ho visto per la prima volta ero molto piccolo, e speravo che dopo le fucilate Roberto Benigni uscisse in piedi dall'angolo.
Serata a casa, Netflix & chill: cosa guardi? Cosa ordini?
Mi guardo Il metodo Kominsky e se sono a Barletta ordino dalla Pizzeria da Mattone, la migliore.
Un personaggio del cinema con cui passeresti una serata?
Tyrion Lannister (da Il Trono di Spade, ndr). Mi porterei una bottiglia di vino di Dorne e passerei la serata a raccontare barzellette.
Protagonista di un film di genere: quale?
Un film muto alla The Artist, che mi consenta di usare l'espressività del corpo. Oppure un biopic, un film per cui serva studiare un personaggio realmente esistito, preparandolo a fondo. Non mi dispiacerebbe usare la prostetica.
Se non facessi l'attore come ti guadagneresti da vivere?
Mi piace l'architettura e l'urbanistica, forse farei qualcosa in quei campi. Sono ossessionato dai dettagli e dalle particolarità delle città: piazze, colori, spazi verdi.
Chi può dirti che stai sbagliando?
Mia mamma e mio papà. Nonostante a volte fatichi ad ascoltarli, so che vogliono il mio bene. E poi Rossella, una compagna con la "c" maiuscola.
Da chi vorresti sentirti dire che sei bravo?
Dal pubblico: il mio unico desiderio è mettermi al servizio della storia.
Gli ultimi tre brani ascoltati sul telefono?
Prospettiva Nevski di Franco Battiato, Paloma Negra di Chavela Vargas e La Vita dei Baustelle.
Dopo questa intervista che farai?
Un bel giro per Roma, prima che tramonti il sole.


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