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Il Gattopardo a sessant'anni dalla pubblicazione

La travagliata vicenda che ha coinvolto il testo fondamentale del novecento italiano firmato da Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
di Pino Farinotti

Il gattopardo

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martedì 13 novembre 2018 - News

Il libro, inizialmente, fu respinto da personaggi competenti, e divenne l'"errore" letterario più clamoroso del secolo, anche se i confini precisi di quell'errore non sono mai stati definiti. Il primo nome, e non banale, è quello di Vittorini, che era all'epoca consulente di Mondadori e di Einaudi. Secondo molti la lettura era semplice: come poteva Vittorini, comunista militante, apprezzare un romanzo scritto da un principe il cui protagonista era un principe? Il "movimento" difese Vittorini che era direttore dei "Gettoni" una collana che non aderiva perfettamente ai contenuti del romanzo. Ma lo scrittore era stato davvero perentorio nel giudizio, nel suo errore appunto: "Il libro è squilibrato, prolisso, schematico e affrettato nella parte finale". Parole difficili da difendere.

Ma c'era chi aveva idee diverse, come il poeta Vittorio Sereni, direttore della Mondadori che dichiarò: "Sfortuna volle che il burocrate di turno, invece di rispondere all'autore con una lettera interlocutoria, restituisse il manoscritto al mittente." Anche lo scrittore Giorgio Bassani aveva capito: "Il romanzo presenta un'ampiezza di visione storica unita a un'acutissima percezione della realtà sociale e politica."

Il libro uscì nel novembre del 1958. Giuseppe Tomasi di Lampedusa era sconosciuto al grande pubblico, ma noto nell'ambiente letterario come intellettuale importante, conoscitore delle letterature inglese e francese.
Pino Farinotti

Accadde che, nel 1954, Lampedusa, accompagnato dal cugino poeta Luigi Piccolo, si trovasse a San Pellegrino Terme per un convegno. Lì conobbe Eugenio Montale, futuro premio Nobel e Maria Bellonci potente madrina del sistema letterario di allora. Tornando da quel viaggio ebbe l'idea de "Il Gattopardo". Due anni dopo ne terminò la stesura.

Il libro intraprese quel percorso complicato finché finì nella mani di Mario Soldati che lo definì un capolavoro. Così la Feltrinelli lo pubblicò. Ma il principe era morto stroncato da un tumore, l'anno prima, di luglio. "Il Gattopardo" ebbe un successo immediato. Era perfetto negli elementi che compongono una storia: il quadro storico ardente; la personalità travolgente del protagonista, il suo dolore, la sua capacità di capire cosa stava accadendo; l'azione: Garibaldi è sbarcato in Sicilia; la politica; i rapporti interni fra i mondi: la classe sorpassata e la borghesia arrembante che si legherà al nuovo corso; e una storia d'amore non invasiva ma importante; infine la presa di coscienza finale del principe di Salina: "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi."


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