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Ben Gazzara: un americano/italiano dell'Actor's Studio

Il grande attore ci ha lasciati. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

In foto Ben Gazzara. Di origini siciliane, l'attore è morto a New York all'età di 81 anni.
Ben Gazzara (Biagio Anthony Gazzara) 28 agosto 1930, New York City (New York - USA) - 3 Febbraio 2012, New York City (New York - USA).

domenica 5 febbraio 2012 - Celebrities

Si cominciò a conoscere Ben Gazzara quando nel 1959 Otto Preminger gli affidò la parte di un tenente dei marines accusato di aver ucciso chi gli aveva (forse) violentato la moglie. Il suo avvocato era James Stewart, che lo faceva assolvere. Gazzara sembrò a tutti una replica di Marlon Brando, al quale peraltro assomigliava davvero, e poi entrambi erano doppiati da Giuseppe Rinaldi, la voce storica dell'Actor's Studio, e così davvero sembrava di assistere a un Brando con minore appeal. Possedere minore appeal di Brando non era una colpa. Succedeva a tutti. Ma in quell'epoca, Ben, ventinovenne, aveva già compiuto un percorso importante, soprattutto in teatro. La sua base era robusta, proprio quell'Actor's Studio che ospitava la prima generazione, coloro che davvero avrebbero cambiato il cinema, Brando naturalmente, Newman, Clift, Dean e altri. Sì, Ben era uno di loro. Il talento c'era e come. E fu proprio Kazan, gran profeta dello Studio che gli affidò il ruolo di protagonista in La gatta sul tetto che scotta, la pièce di Tennessee Williams. Ma nella versione cinematografica, il regista Richard Brooks, nonostante le insistenze di Kazan, preferì affidare la parte a un altro che comunque non scherzava in fatto di appeal, Paul Newman.
Erano gli anni Sessanta e Gazzara si era ormai accreditato come grande attore. Ironico, tecnico, dotato, intelligente. Seppe fare il gangster e l'ufficiale, fu credibile proprio in tutti i ruoli, drammatici e leggeri, anche comici. La sua radice siciliana gli consentì quell'"italianità" che gli permise di non sfigurare vicino a Totò e Anna Magnani figuriamoci, in Risate di gioia, diretto da Mario Monicelli.

Un'estate ho conosciuto Ben Gazzara, era ospite all'hotel Luci di la montagna, a Porto Cervo. Era in Italia per girare Don Bosco. Una sera eravamo a cena e qualcuno gli disse di Farinotti, il critico, e lo fece sedere vicino a me. Gazzara parlava un italiano perfetto. Sorridendo mi disse "odio i critici", gli risposi "anch'io". Sapevo tutto di lui. A un certo punto si rivolse alla moglie, minuta, rifatta il giusto, sempre sorridente e con in braccio un chiwawa che mangiava con lei: "ma questo qui sa proprio tutto". Cenammo insieme altre due sere. Così, dal vivo, mi arrivavano notizie personali, tutta un'altra cosa. Gli dissi di Marlon Brando. Semplicemente confermò quanto detto sopra "Era un onore per me assomigliarli, pensa un po' se mi avessero scambiato per Danny De Vito". Stravedeva per Totò: "Credimi" mi disse" non aveva niente da invidiare ai Marx, o a Chaplin, e poi, che generosità". Gli domandai della Gatta sul tetto. "Ci sei rimasto male?" "Credevo proprio di aver il ruolo, Elia ce la mise tutta, ma la produzione poteva avere Newman, che era il numero uno, e poi nel cast c'era Liz Taylor, fantastica, mi sarebbe piaciuto lavorare con lei... un po' me la sono presa, ma avevo un buon alibi, con me stesso almeno, ero più giovane di Paul di cinque anni. Comunque siamo tuttora grandi amici."

Dicevo dell'italianità. Noi lo abbiamo adottato. Oltre ai già citati ""Monicelli" e Don Bosco, Gazzara è stato protagonista del film d'esordio di Tornatore, Il camorrista, e recentemente era Fred Di Venanzio nella serie L'onore e il rispetto. Gli ho domandato: "Nella tua carriera, se devi fare un solo nome, di getto?" "un nome? Dico John Cassavetes, e dico un titolo, An Early Frost, (1985) c'era Gena Rawlands. Era la storia di due genitori che scoprono la sieropositività del figlio. Non era un argomento semplice allora."
Ma voglio inserire un ultimo ricordo, una sequenza strepitosa del Grande Lebowski. Ben è un pornografo che incrocia Bridges/Lebowski. Siamo in pieno intrigo, il pornografo, telefonando, disegna qualcosa su un blocchetto. Lebowski, insospettito pensa a chissà quale segreto. Gazzara si allontana un momento, Bridges riesce a sbirciare e scopre la caricatura di un omino con un fallo enorme in erezione.
È un grande attore "americano-italiano" che non c'è più.

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