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Porta un bacione a Firenze

Un dvd prezioso per riscoprire gli anni Cinquanta.
di Pino Farinotti

Un film da museo?
Milly Vitale (Camilla Vitale) 6 maggio 1932, Roma (Italia) - 1 Novembre 2006, Roma (Italia). Interpreta Simonetta nel film di Camillo Mastrocinque Porta un bacione a Firenze.

lunedì 18 maggio 2009 - Focus

Un film da museo?
Partivo una mattina col vapore
E una bella bambina lì arrivò
Vedendomi la fa scusi signore,
Perdoni lei è di Fiore sì lo so
Lei torna a casa lieto bello vedo
Ed un favore piccolo gli chiedo
La porti un bacione a Firenze
Che l'è la mia città ma in cuor l'ho sempre qui
La porti un bacione a Firenze
Io vivo sol per rivederla un dì
La nostra cittadina, graziosa e sì carina
La c'ha tant'anni eppure non invecchia mai
Porti un bacione e Firenze
Di tutti i fiorentini che incontrai

È una strofa della canzone di Edoardo Spadaro, simbolo della nostalgia fiorentina, che accompagna i titoli di testa.
La prima inquadratura è di New York, dove Simonetta è stata operata agli occhi. Torna a Firenze ospite del conte Giulio che l'ha vista nascere, interpretato da Nino Besozzi. Il conte non ha un soldo, sopravvive vendendo i mobili di palazzo. Il suo maggiordomo è Sergio Tofano, mostro sacro di cinema e teatro, carattere strepitoso, come Besozzi. Classe, dolcezza, serenità, dei due grandi attori. Sono rassicuranti. La regola di vita del nobile è, "bisogna lavorare poco e quel poco lasciarlo fare agli altri, mi spezzo ma non mi impiego". A Simonetta dà corpo e volto Milly Vitale, grandi occhi azzurri, classe vera, bellissima: era figlia d'arte, padre direttore d'orchestra, madre coreografa, nonna soprano. Gli attori di quelle stagioni erano così. Milly fu una delle pochissime attrici italiane da essere chiamata a Hollywood.

Cary Grant
A Firenze Simonetta conosce Alberto, giovane scultore. È amore a prima vista. L'attore è Alberto Farnese, che ebbe allora (siamo nel 1955) discreta fortuna. Un belloccio fatto quasi in laboratorio a immagine di Amedeo Nazzari. I due sono doppiati da Lidia Simoneschi, la voce di Vivien Leigh, e da Gualtiero De Angelis, quella di Cary Grant. E così i giovani amorosi diventano deliziosamente enfatici. Lui la porta a camminare sul Ponte Vecchio, poi a visitare gli Uffizi. Dunque excursus sugli angeli di Simone Martini e sulla Primavera di Botticelli, davanti alla quale le rivela il proprio amore. In carrozzella, col nobile Giulio, visita il resto di Firenze. E mentre passano in piazza Santa Maria Novella e piazza Della Signoria, davanti ai monumenti, arriva la voce di Claudio Villa che canta "Firenze stanotte sei bella in un manto di stelle" e quella di Nilla Pizzi: "È primavera, svegliatevi bambine..."

Sotto il sole
La città è sempre sotto il sole. La gente gira lenta, seduti ai caffè, i giovani guardano le ragazze, i grandi leggono La nazione. Nessuno è aggressivo, nessuno si fa spinelli. Non c'è rabbia, non c'è frenesia. A sera, prima di Carosello, il telegiornale, uno solo, darà notizie diverse dalle nostre di adesso. Simonetta e Alberto decidono di sposarsi. Si inserisce un'adolescente innamorata (ma non riamata) dell'artista. Complica un po' le cose. Simonetta ha un incidente in macchina (la stessa Aurelia di Gassman nel Sorpasso) e ha una ricaduta. Torna cieca. Ma sarà operabile e tornerà a vedere, forse. Disperata, e per non mostrarsi in quelle condizioni l'eroina decide di tornare in America. Si imbarca sulla leggendaria Andrea Doria, il gioiello della nostra Marina mercantile, che affonderà l'anno dopo non lontano dalla costa americana. Da un rimorchiatore Alberto salta sulla nave all'ultimo momento. I due si abbracciano. C'è da supporre che tutte le signore in sala piangessero. Stringendo l'amata Alberto le dice "Vedrai ancora, perché l'amore è più forte di tutto".

Ben Stiller
Non esiste film più prevedibile, e banale. Tutto è ingenuo, il melò è scontato, sai già che tutto finirà bene. Per le ultime generazioni di utenti la Firenze di "Porta un bacione" è un paese incomprensibile, quei modelli sono degli ufo, cos'hanno a che vedere con un Ceccherini, una Littizzetto o una Asia? Meno che nulla. E quelle strade e piazze inerti sotto il sole? E quelle battute certo troppo portate rispetto alla regola della recitazione 'naturalistica' che appartiene ormai a tutti i nuovi attori italiani? Il regista è Camillo Mastrocinque, un cosiddetto mestierante che intendeva semplicemente raccontare, e lo sapeva fare: quanti film con Totò, giusto per fare un nome. Certo, Porta un bacione a Firenze avrebbe perfetta cittadinanza nel museo di Ben Stiller. E dico che, come gli ospiti di quel museo, il film si animerebbe. Ne avrebbe il diritto e l'energia. Ho chiesto notizie alla Medusa che lo distribuisce. Ebbene il titolo funziona. È una buona boccata d'aria. Quella Firenze degli anni cinquanta - che è il decennio più bello del cinema - così banale e pulita. E in questa piattaforma e in questo tempo, l'abbiamo evocata, Firenze. La città di MYmovies.

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