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Il regista Giacomo Gentilomo esordì fra melodramma e realtà romanzesca con Mater dolorosa (1942) per poi proseguire con il realismo di Amanti in fuga (1946), la ricostruzione storica di O sole mio (1946), la commedia degli equivoci di Biancaneve e i sette ladri (1950) e l'accurata biografia di Enrico Caruso, leggenda di una voce (1951) e di Melodie immortali (Mascagni) (1952). In definitiva fu il mélo popolare il sale dei suoi film, come La cieca di Sorrento (1952) e Le due orfanelle (1954). Dopo aver girato Maciste e la regina di Samar (1964), Gentilomo si ritirò dalle scene per fare il pittore.
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