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Claire Denis

Claire Denis è un'attrice francese, regista, scrittrice, sceneggiatrice, è nata il 21 aprile 1946 a Parigi (Francia).
Nel 2022 ha ricevuto il premio come miglior regia al Festival di Berlino per il film Incroci Sentimentali. Claire Denis ha oggi 78 anni ed è del segno zodiacale Toro.

Il corpo, il sesso, il desiderio

A cura di Fabio Secchi Frau

Può un film unire il sensuale e il mostruoso e, superando i limiti di ogni genere cinematografico, arrivare a parlare sempre del quotidiano?
Se dietro la cinepresa c'è Claire Denis, sì.
Creando stimolanti e avvincenti pellicole (più o meno una all'anno) che si intersecano per temi e adattamenti, la Denis crea una connettività tra il post-colonialismo e la globalizzazione, analizzando la fenomenologia umana a partire dalle sue caratteristiche sessuali. Un processo che le ha permesso di immergere i suoi spettatori in esperienze atipiche, concentrate sul desiderio, la violenza, la morte, ma che nel macrocontesto si esprimono attraverso le ripercussioni della vita globalizzata, l'esistenza dello straniero negli ambienti urbani o sub-urbani francesi, la complessità e la contraddizione della gente comune, suscitando di volta in volta malessere, malinconia, incanto e momenti di bellezza.
Brillante e contemporanea regista francese, figlia ma non erede dell'ormai storico e coerente Nouvelle Vague, forte del suo sodalizio artistico con collaboratori fidatissimi e attori come il Premio Oscar Juliette Binoche e Vincent Lindon, Claire Denis è un audace faro di sapienza e maestria della settima arte francese, issata definitivamente alla grandezza grazie a titoli come High Life o L'amore secondo Isabelle.
Ma perché sempre il sesso o la sensualità al centro di tutto?
Perché districare i misteri di questi due elementi, il desiderio che sta dietro essi, i ruoli che ci fanno svolgere e che superano ogni barriera che è stata ingiustamente imposta, sia essa di genere, di razza e di classe, è la sola materia che saprebbe spiegare il folle calore della vita, la malizia di certe condotte, la curiosità per l'altro. E Claire Denis di calore, malizia e curiosità ne ha sempre avute tante.
Cresciuta in Africa, a stretto contatto con le tensioni tra i colonialisti e gli africani, testimone di dominanza e di fortissime brame di libertà in uno scontro tra culture troppo differenti, è stata educata a Parigi, nella solida certezza che una cinepresa potesse esprimere qualsiasi cosa meglio della parola, ma che soprattutto fosse l'unico mezzo in grado di compiere la non facile corrispondenza del desiderio con il desiderato. Ne sono un esempio le fascinose atmosfere omoerotiche di Beau Travail, così come il precedente Nénette e Boni, dove l'uomo e la donna, parlando del loro piacere o semplicemente attendendo il momento in cui arriverà, sapranno diventare sottilissimi oggetti libidici nella mente del pubblico.

Studi
Nata a Parigi, Claire Denis è cresciuta in Africa a causa del lavoro paterno (suo padre era amministratore civile presso le colonie francesi), dove ha frequentato le scuole elementari camerunesi, somale, gibutiane e burkinabé.
Ammalata di poliomielite all'età di dodici anni, è stata costretta a tornare in Francia per le cure e ha così continuato la sua formazione presso il Lycée de Saint-Germain-en-Laye, scoprendo le magnificenze del cinema, soprattutto quello giapponese.
Sentendosi particolarmente diversa dalle altre studentesse, dopo una laurea in Lettere e una in Economia, sposa nel 1969 un fotografo, diventandone l'assistente. Il matrimonio però dura poco e lei decide di tornare in Africa, dandosi alla regia e scegliendo di non sposarsi mai più.

Prime occupazioni
Trovato un posto come regista presso Télé Niger, lavora inizialmente nella creazione di film d'animazione, quindi torna di nuovo in Francia dove è stata assunta dal dipartimento "Ricerca" dell'ORTF, L'Office de Radiodiffusion Télévision Française.
Superata la prova di ammissione all'IDHEC, l'Institut des hautes études cinématographiques, nel gennaio del 1969, conclude questa esperienza laureandosi nel 1972. Ormai, quella sensazione di essere straniera in una terra straniera non è altro che un ricordo e, debitrice della filmografia dei suoi maestri, Louis Daquin e a Henri Alekan, firma il suo primo cortometraggio Le 15 mai, attirando l'attenzione della Pathé Cinéma, che le prometterà di produrre il suo primo lungometraggio.

La carriera di aiuto regista
Dopo tanta gavetta come aiuto regista, spesso con Robert Enrico (Frau Marlene, L'Empreinte des géants), coi grandi Jacques Rivette, Jim Jarmusch e Wim Wenders (Paris, Texas, Il cielo sopra Berlino) e con Jean-François Stévenin, decide di fare il grande passo verso la regia.

L'esordio
La sua opera prima, Chocolat, esce nel 1988 e, ispirandosi alla sua vita, segna una nuova concezione di esotismo, che la fa entrare a pieno diritto nei film in concorso alla 41° Edizione del Festival di Cannes. La storia è quella di una donna che torna in un piccolo presidio francese del Nord Camerun, dove aveva trascorso gran parte della sua infanzia, per rendersi conto di quanto la società sia cambiata esteriormente, ma anche quanto certi comportamenti siano stati tramandati a chi è rimasto. Si tratta di una pellicola che mostra tutte le fragilità di un esordio cinematografico, ma che promette tanto.

Al diavolo la morte
Difatti, con Al diavolo la morte (1990) la Denis amplifica il suo stile e le sue tematiche, aggiungendo violenza da noir, interesse per il corpo ed echi di uno stile cinematografico che si farà via via sempre più definito (primissimi o primi piani, steady-cam, inquadrature oblique, prospettive verso l'alto e il basso, scelte cromatiche tendenti a toni scuri). Qui, due uomini di colore si guadagnano da vivere importando galli da combattimento, ma vedranno il loro equilibrio turbato dalla passione e dalla voglia di prendersi ciò che sentono possa essere loro.

Altre opere
Dopo il politico e da noi inedito J'ai pas sommeil (1994), dirige pellicole collettive accanto a Coline Serreau, Robert Kramer, Sarah Moon, Bertrand Tavernier, firmando nel 1996 il già citato Nénette e Boni. Da una parte, la quindicenne Nénette, incinta in cerca di un rifugio e, dall'altra, il diciannovenne fratello Boni, pizzaiolo che la prende suo malgrado con sé. Entrambi in rotta di collisione con il loro padre e con un nuovo membro della famiglia che potrebbe rendere ancora più difficile la loro vita. Estremamente realistico e asciutto, Denis riesce a cavare dalle fragilità dei due fratelli la vera essenza di due adolescenti che si sono fatti adulti troppo presto.
Giocasamente comparsa nell'inedita veste d'attrice in Sciampiste & Co. (fa una cliente asmatica), esplode in pienissima forma con Beau Travail (2000), in cui si instaurano sentimenti di gelosia tra un ex ufficiale della Legione Straniera e una nuova recluta. Qui, la descrizione del desiderio diventa massima e ripercorre quasi gli stessi sentieri in un film molto simile, Vendredi Soir (2003), dove una donna si lascerà sconvolgere la vita da una breve avventura con un autostoppista.
Ma il sesso si fa addirittura antropofagia con il suo capolavoro horror Cannibal Love - Mangiata viva (2001), forse il più coraggioso dei suoi film. È nella concezione di Claire Denis dirigere solo pellicole che siano come un secondo corpo cresciuto dentro di lei e Cannibal Love rappresenta per l'appunto il suo figlio prediletto, l'apice della sua estetica post-moderna, dove sangue è pienezza, dove il corpo è desiderio e fonte di sazietà. Difatti, rifiuterà categoricamente la regia di La Fille de l'air (poi diretto da Maroun Bagdadi) e l'americano Boys Don't Cry, a lei proposto dalla produttrice americana Christine Vachon, che però sarà portato sullo schermo da Kimberly Peirce nel 1999.
La sua filmografia continuerà seguendo: la rinascita esistenziale de L'intrus (2004), con grande pathos interiore; l'empatica spinta a un'emancipazione troppo a lungo ritardata con 35 rhums (2008); la determinazione a dispetto delle brutture storico-politiche con White Material (2008, imperfetto e debole sotto tanti punti di vista).
Dopo Les salauds (2013), un dramma familiare quasi vendicativo, ritorna alla pienezza della sessualità con L'amore secondo Isabelle (2017) e gioca con il suo opposto, la castità, nel fantascientifico High Life (2018). Sarà poi la volta di Avec amour et acharnement, che ripercorrre vecchie conflittualità romantiche, e Stars at Noon, ambientato negli Anni Ottanta in un Nicaragua abitato da cospirazioni e pericoli. Il film si aggiudica il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2022 (ex aequo con Close di Lukas Dhont).

Documentarista
Anche documentarista, la Denis ha realizzato opere sulla musica camerunese e su Jacques Rivette (Jacques Rivette, le veilleur, 1990).

Ultimi film

Drammatico, Thriller - (USA - 2022), 135 min.
Drammatico, (Francia - 2009), 100 min.
Drammatico, (Francia - 2004), 125 min.

Focus

INCONTRI
lunedì 16 aprile 2018
Marianna Cappi

Esce il 19 aprile nelle sale italiane L'amore secondo Isabelle, l'ultimo lungometraggio di Claire Denis, autrice di Chocolat e Nénette e Boni. L'abbiamo raggiunta al telefono per parlare della genesi del film e delle sue scelte in materia di cinema. "L'amore secondo Isabelle è un film sulla lallazione del discorso amoroso e su una donna che si crede sola ed è tutte le donne". Marianna Cappi, MYmovies

News

La regista racconta il suo ultimo lavoro, la genesi del progetto e le proprie scelte in materia di cinema. Dal 19 aprile...
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