Melancholia |
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Un film di Lars von Trier.
Con Charlotte Gainsbourg, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgård, Alexander Skarsgård.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 130 min.
- Danimarca, Svezia, Francia, Germania 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 21 ottobre 2011.
MYMONETRO
Melancholia
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Fine del Mondo da serial TVdi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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mercoledì 11 aprile 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una famiglia si ritrova per un ricevimento di nozze nel maniero (con annesso campo da golf a 18 buche!) del ricco cognato
della sposa. Il matrimonio naufraga immediatamente e dopo la partenza degli ospiti i rimanenti componenti il nucleo familiare
rimane ad attendere tra fiducia e disperazione l'imminente passaggio di un misterioso pianeta (Melancholia) che rischia di
collidere catastroficamente con la Terra. Interessante e bizzarro soggetto per un dramma fanta-psicologico che rasenta il
ridicolo.
La elaborazione di temi impegnativi come il senso della vita, la paura escatologica della fine del mondo, il significato
della presenza dell'uomo sulla Terra è banalizzata da un linguaggio cinematografico inadeguato e pretenzioso se non proprio
superficiale. Si nota la totale assenza di una necessaria composizione simbolica a livello figurativo (a mio parere presente
nel pur criticato 'Antichrist') e di un tessuto narrativo coerente ed efficace. Piu' interessante la prima parte dove si
notano timidi spunti legati al tema, sottilmente evocato, dell'attesa. Meno riuscita la seconda che si risolve in modo
incolore e privo di efficacia narrativa. Lo script è quanto meno approssimativo con dialoghi più consoni ad una soap-opera e
che oscillano tra la banalità e l'insipienza. Il ritmo è piatto come pure la fotografia che appaiono involuti e anonimi; dove
la mancata progressione di una utile tensione drammatica non è compensata da un approccio altrimenti minimalista alla materia
trattata. Le plausibili citazioni letterarie e cinefile (da Ballard a Buzzati a Tarkovskij) sono abilmente eluse da una regia
che manca di autorevolezza e chiarezza di intenti.
Compagine nutrita di star Hollywoodiane vecchie e nuove che sembrano spaesate e si aggirano attonite e perplesse per il set
forse ignare di essere riprese. La Dunst fornisce il solito contributo di smorfiette e la Gainsbourg non mai apparsa così
fuori ruolo. Alcune sequenze sono perfino imbarazzanti: la Dunst tutta nuda in preda ad una sorta di licantropia autoerotica;
il comportamento inspiegabile di K.Sutherland che si suicida senza avvisare; l'ingenuo e tenero mehnir di viticci che
dovrebbe proteggere simbolicamente i nostri dalla fine imminente; lo scontro cosmico tra due mondi alla stregua di un banale
incidente d'auto. Comicità involontaria.
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