Advertisement
Flavio Insinna: un successo fatto di tanti momenti

L'attore è protagonista di Ho sposato uno sbirro 2, in onda su Raiuno.
di Alessandra Giannelli

Il personaggio del momento
Flavio Insinna (58 anni) 3 luglio 1965, Roma (Italia) - Cancro. Interpreta Diego Santamaria nel film di Giorgio Capitani, Andrea Barzini, Luca Miniero Ho sposato uno sbirro 2.

mercoledì 22 settembre 2010 - Televisione

Il personaggio del momento
Non lo pensa e lo smentisce, ma è lui il personaggio del momento ed è piacevole ritrovare la sua simpatia in televisione, che sia una fiction o un varietà, perché è capace di far divertire con educazione e semplicità. Anche quando parla di sé, dei suoi progetti, delle sue idee, riesce a essere piacevole perché non ha maschere da attore cui ricorrere, ma soltanto i suoi sentimenti. Flavio Insinna, il buon capitano dei Carabinieri accanto a Frassica e Terence Hill, adesso veste i panni di un commissario in Ho sposato uno sbirro 2. All'orizzonte una grande opportunità televisiva che lo vedrà successore di Scotti al timone dei famosi "dilettanti allo sbaraglio" di Canale 5. Ironico, spigliato e umano, fa questo mestiere pensando al mitico Mastroianni, alla sua leggerezza, alla sua professionalità: tutto quello che serve per essere un autentico attore.

Come ci si sente a essere l'artista del momento?
Io? Non lo sono mai stato! La mia forza è proprio questa: non ho mai pensato di essere quello di "un momento", anche perché i momenti se ne vanno, passano, finiscono, non ho mai avuto questa pretesa. Io sono un operaio di lusso, un artigiano dello spettacolo e vado avanti per la mia strada, studiando e lavorando. Ci sono una serie di momenti che vanno uniti insieme per fare la propria vita, quella vera e quella professionale. Mi ritengo uno favoritissimo, ma siamo tanti a fare questo mestiere; non mi sono mai sentito quello "del momento", soprattutto quando conducevo "Affari tuoi" e tutti mi stavano dietro, chiedetelo ai miei amici più stretti.
Qual è la cosa di questo mestiere che più ti piace?
Che si può scappare dalla vita vera: il giorno che sei triste, puoi giocare a essere allegro e viceversa e, sopratutto, ti puoi nascondere, sfogare. Un altro che fa un lavoro più tradizionale non ha le stesse possibilità che ho io, come ad esempio far ridere il pubblico, che è una medicina meravigliosa. Io, che somiglio un po' alla mia tartaruga che sta sul balcone, tendo spesso a ritirarmi e, se possibile, a togliermi dalla mischia, senza perdere contatti con la vita vera. È un mestiere, se vuoi, che ti permette di sottrarti alle volgarità della vita vera.
Come hai vissuto Salsomaggiore?
Mi sono molto divertito, anche se mi è dispiaciuto per le altre miss che non hanno vinto, ma se tutte vincessero, non sarebbe un concorso. È stata una serata molto gradevole, è stato bello essere in giuria con Rita Rusic e Mariotto, che mi hanno aiutato, essendo loro molto più esperti di giurie, anche se c'ho messo del mio. Con Milly Carlucci poi siamo colleghi affezionati; è stato un grande piacere stare lì, anche perché ho ritrovato, nello staff tecnico, molti di "Affari tuoi".
Sei così divertente anche nel quotidiano?
(ride)...Non sempre, lo posso essere, ma, come tutti, ho momenti di tristezza, di malinconia, ma anche di gioia; se poi sono tra amici, a una cena o a una festa, e mi sento protetto, ben accetto dalle persone che ci sono, so essere divertente come spero quando mi esibisco per lavoro, ma non lo faccio per farmi notare. Questo poi, si, è un lavoro, ma è un mestiere meraviglioso, quello che volevo fare da bambino, mi sento un privilegiato. Già all'asilo, quando la suora non c'era, facevo il pagliaccio per gli altri della classe!...era destino.

C'è un attore, un artista cui ti ispiri quando reciti?
Quando mi sento in una fase più pesante, metto un film di Mastroianni o i dvd delle sue interviste: sono un toccasana, un balsamo. Recupero subito la leggerezza, quella di cui parla tantissimo, in maniera magistrale, Calvino in "Lezioni americane", dedicandogli una delle sue lezioni. Mastroianni è diventato, negli anni, un piccolo faro: quando mi accorgo di essere in fase calante, ricorro allo straordinario Marcello.
Parlando dei tuoi personaggi, ci parli del ruolo come Capitano Anceschi in "Don Matteo"?
Con Don Matteo c'è un legame d'affetto forte tra il pubblico e la serie. Io ho fatto cinque serie, loro sono arrivati alla settima, ci sono state un centinaio di repliche andate sempre benissimo, ma non mi piace usare la parola cult perché gli oggetti di culto sono altri. È una serie bella, la gente ci vuole bene, mi vuole bene per il ruolo che ho avuto lì, ma anche per questa nuova serie.
Quali stimoli ti ha dato Diego Santamaria in "Ho sposato uno sbirro 2"?
Appunto, si chiama Santamaria non a caso, perché Santamaria è il cognome di Mastroianni ne La donna della domenica (un commissario per l'appunto n.d.r.) e l'ho scelto io; come il nome, del resto, che è un piccolissimo, da parte mia, omaggio al mio amico Diego Abatantuono ed è un nome bellissimo perché è quello di Zorro, don Diego. Per me, che ho sempre un carattere fanciullesco, è stato un modo di unire finzione e realtà: Zorro e un amico, ma anche il grande Mastroianni, mi sono fatto un regalo che mi sta portando bene. Santamaria è un uomo morbido, un uomo perbene, è un uomo che fa il suo dovere a tutti i costi, non ci dorme la notte. Lui potrebbe essere anche un buon esempio per un giovane che guarda la serie perché di base ha dei valori, non anteponendo mai il suo interesse personale a quello della giustizia, della verità. Poi cerca di amare e farsi amare dalla sua famiglia, che è composta da tutte donne e, quindi, le cose si complicano! A proposito, una volta ero su una nave da crociera e, facendo due chiacchiere col comandante, lui, in maniera molto ironica, mi disse che sulla nave aveva il controllo di tremila persone, tra turisti ed equipaggio, che portava da una parte del mondo con una grossa responsabilità, mentre a casa aveva tre figlie, la moglie, la domestica e pure la gatta femmina e non contava niente. Ho cercato, quindi, di portare nella commedia questa cosa che mi era molto piaciuta: un uomo che nel suo lavoro tutti stimano e che, tornando a casa, incontra i veri problemi: con la suocera, con le gemelle, etc... .
Emozionato per "La Corrida"?
Da morire, lì è come se ti chiamassero a dipingere un quadro che poi va al Louvre. Io mi sono innamorato di questo mestiere perché ho visto, come dicevo, il cinema di Mastroianni, ma anche la televisione di Corrado. La Corrida l'ascoltavo alla radio con la mia famiglia; se mi avessero detto che, alcuni decine di anni dopo, forse, l'avrei presentata, mi sarei messo a ridere. È l'ennesima grande sfida, tanto io già dormo poco di mio, quando lavoro dormo meno, adesso non dormirò per niente! È una sfida emozionante, il mio primo pensiero sarà quello di non rovinare nulla di quello che la trasmissione ha seminato in tutti questi anni. Solo le edizioni televisive sono state diciotto con la conduzione di Corrado e di Gerry Scotti, che é il pilastro di Mediaset, insomma, non dormo da settimane!
Cosa consiglieresti, data la tua preparazione, ad un ragazzo che oggi vorrebbe iniziare il tuo mestiere?
La prima domanda, modestamente, da fare è se vuole, veramente, intraprendere questa strada. Gli chiederei se vuole fare questo lavoro con tutto se stesso, se la risposta è si, io dico di andare, non sono di quelli che dicono di lasciare perdere, che ce ne sono già troppi. Dico di andare, ma di studiare perché, anche se non facciamo le operazioni a cuore aperto, ci vuole una certa preparazione. Se tu non studi, un momento puoi anche durare, lo puoi vivere, ma importante è durare tanti momenti, una carriera. Marcello Mastroianni, solo con la bellezza del suo viso, se non avesse studiato, non ce l'avrebbe fatta, o meglio non ce l'avrebbe fatta a durare. Nel mio piccolo, e lo dico non con falsa modestia, io non sono un fenomeno, però, studiando tutti i giorni da 25 anni, ho cercato e cerco di affinare la mia capacità perché fino all'ultimo giorno c'è da imparare, c'è un altro libro da leggere, c'è un altro consiglio da ascoltare, uno spettacolo teatrale o un film da vedere. Ben vengano i giovani che desiderano iniziare questo mestiere, ma che lo facciano studiando, senza saranno prigionieri di piccole chimere. Io ho iniziato a fare questo mestiere perché mi faceva impazzire l'idea di mettermi davanti a qualcun'altro per raccontargli una storia, ma non per il successo. Insomma, in bocca al lupo a tutti quelli che ci vorranno provare!

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati