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Humpday: una giornata particolare

Presentato nel 2009 alla Quinzaine, arriva in sala la commedia indipendente Humpday.
di Marzia Gandolfi

La voce e il corpo
Joshua Leonard Altri nomi: (Josh Leonard ) (49 anni) 17 giugno 1975, Houston (Texas - USA) - Gemelli. Interpreta Andrew nel film di Lynn Shelton Humpday - Un mercoledì da sballo.

venerdì 28 maggio 2010 - Incontri

La voce e il corpo
Dopo essersi ritagliati un'aura di rispettabilità e di competenza nell'entertainment radiofonico, Pasquale Petrolo e Claudio Gregori, in arte Lillo e Greg, cedono alla fascinazione dello schermo, prestando la loro voce al cinema e alla commedia indipendente di Lynn Shelton, vincitrice nel 2008 dell'Indie Spirit Awards. Interpretata da attori sgualciti nell'immagine e travolgenti nello spirito, Humpday affronta col sorriso le relazioni amicali e l'omofobia, mettendo in scena due uomini che provano a fare i conti con la loro presunta omosessualità, per scoprirsi poi incalliti eterosessuali davanti a una telecamera e dentro una camera d'albergo. Se le voci e l'irresistibile simpatia di Lillo e Greg hanno negli anni catturato la fedeltà di un pubblico al quale hanno chiesto di cooperare attivamente alla creazione del senso, sul grande schermo, meglio, dietro al grande schermo, sono voci immobili che non riescono a fare muovere i corpi e a muoversi coi corpi di Mark Duplass e Joshua Leonard. La voce "recitante" dei comici non trova una valenza somatica e un corrispettivo vocale ai sentimenti e agli slanci degli attori, finendo per annullare con risultati tragici la prova e le abilità tecniche-emotive della coppia Duplass-Leonard. Il mancato allineamento tra corpo e voce non compromette certo il virtuosismo e la capacità attoriale di Petrolo e Gregori piuttosto invita a riflettere, una volta di più, sulla pratica del doppiaggio. Esercizio in cui la voce perde il suo luogo di emissione originario: il corpo dell'attore drammatizzante. A Roma per presentare il "loro" lavoro, Pasquale Petrolo e Claudio Gregori, ci raccontano le difficoltà di "dare voce" e "dare corpo".

La prima volta
Pasquale Petrolo/Lillo: Qualche tempo fa mi sottoposero la sceneggiatura di Humpday, offrendomi la possibilità di doppiare uno dei due protagonisti. Scettico all'inizio se accettare l'offerta, mi convinsi definitivamente dopo aver letto la storia. Fu a quel punto che mi appassionai al progetto e a un film che difficilmente in Italia potremmo pensare di girare. Dopo l'entusiasmo iniziale però mi prese il panico, non ho mai studiato recitazione e la mia esperienza nasce sul campo, dunque dissi a Elisabetta Bucciarelli, direttrice di doppiaggio, di cacciarmi fuori in qualsiasi momento se non fossi stato all'altezza. Ma era tale la sua fiducia in me e in Claudio che ci proposero addirittura di adattare i dialoghi, invito che abbiamo naturalmente declinato, perché il film ha senso così come la regista americana lo ha scritto e pensato.

Complicazioni
Pasquale Petrolo/Lillo: Doppiare un attore è un mestiere difficile a cui ci siamo avvicinati con umiltà. Questo film in particolare è pieno di esitazioni e colmo di sospiri. Molto spesso poi gli attori sullo schermo hanno improvvisato, trovando così una recitazione estremamente naturale ma faticosamente restituibile in sede di doppiaggio. A causa dei nostri numerosi impegni abbiamo dovuto condensare il lavoro in soli dieci giorni, lavorando molto spesso separati. La familiarità della voce di Claudio mi ha aiutato però ad affrontare più sereno il mio incarico, mi confortava molto ascoltare i dialoghi registrati da lui in precedenza.

Amicizia e omofobia
Pasquale Petrolo/Lillo: L'omofobia è uno dei temi trattati nel film ma forse nemmeno il più importante. Personalmente sono rimasto colpito dall'amicizia che lega i due protagonisti. La storia in fondo narra di due amici che hanno scelto vite e destini diversi: la famiglia l'uno, l'idea di voler essere artista senza riuscirci l'altro. L'effetto comico del film nasce soprattutto quando Ben ed Andrew si danno delle giustificazioni per spiegare quello che hanno deciso di fare: fare l'amore davanti a una telecamera per partecipare a un festival porno-cinematografico per dilettanti.

Comicità di situazione
Pasquale Petrolo/Lillo: Difficile immaginare di scrivere un film come Humpday in Italia, sono quasi certo che il progetto scadrebbe nella volgarità e nella battuta telefonata. Al contrario il film di Lynn Shelton è sottile e la sua comicità nasce dalle situazioni che si creano piuttosto che dalle battute. Ad esempio la scena girata nella camera dall'albergo diventa esilarante sull'abbraccio e non ha bisogno di una sola battuta di dialogo. L'imbarazzo che i due protagonisti provano stando abbracciati e in mutande è la cosa più divertente del film. Un'altra sequenza che ho trovato altrettanto spassosa è quella in cui Ben mette al corrente la moglie del suo folle progetto con Andrew, anche in questo caso l'autrice non ha cercato battute a affetto e il risultato è comunque comico e divertente.

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