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A Christmas Carol, cinema come non si era mai visto

Tra animazione e cinema dal vero c'è Zemeckis.
di Gabriele Niola

Un regista che può fare tutto
Jim Carrey (James Eugene Carrey) (62 anni) 17 gennaio 1962, Newmarket (Canada) - Capricorno. Interpreta Ebenezer Scrooge / fantasma del Natale passato / fantasma del Natale presente / fantasma del Natale futuro nel film di Robert Zemeckis A Christmas Carol.

lunedì 30 novembre 2009 - Approfondimenti

Un regista che può fare tutto
A metà strada tra il cinema dal vero e l'animazione ci sono questi nuovi esperimenti di Robert Zemeckis. Dopo Polar express e Beowulf, il regista che già aveva indagato i confini tra animazione e realtà con Chi ha incastrato Roger Rabbit continua a portare avanti una sperimentazione che non ha uguali né precedenti. In questi film come nel nuovo A Christmas Carol il regista si serve di storie di comprovato successo (fiabe natalizie, racconti epici o grande letteratura) per realizzare film come non se ne sono mai visti, nei quali attori veri recitano davvero (e non prestano solo la voce come nell'animazione) ma senza le proprie sembianze ed immersi in ambienti totalmente virtuali.
Il risultato sono film questionabili quanto si vuole (se proprio li si vuole questionare!) ma dotati di atmosfere affascinanti e di una libertà espressiva inedita. Zemeckis, in parole povere, può fare tutto. Può decidere con Robin Wright Penn che il suo personaggio sarebbe perfetto con un certo tipo di colore di pelle o di conformazione del viso, può muovere la macchina da presa (vituale) contro ogni legge della fisica, può utilizzare scenari impossibili senza che la loro natura digitale cozzi con i personaggi che vi sono immersi come spesso capita con gli effetti speciali nei film dal vero.
E se il risultato alla fine è sorprendente nemmeno il modo in cui ci si arriva scherza.

Dimenticate il set, arriva The volume
Lo chiamano "The volume", è un ambiente all'interno di un teatro di posa grande come un palcoscenico teatrale ma anche molto profondo, coperto da raggi infrarossi (invisibili ad occhio umano). Qualsiasi cosa accada in quella zona è "catturata", non si muove corpo, batte ciglia o contrae muscolo che i computer non lo registrino. Tutto ciò che accade in quella zona è il film e non viene impresso su pellicola ma registrato su hard disk, questo significa che non si deve mai dare un "azione" né uno "stop", si prova come a teatro e quando ognuno pensa di essere pronto si fa la scena una o più volte.
Alla fine tutti quei movimenti registrati e catturati dalle videocamere e dagli infrarossi verranno attribuiti a un personaggio digitale, interamente realizzato al computer con il maggior fotorealismo immaginabile. Questo personaggio muove la bocca come chi gli ha dato i movimenti, strizza gli occhi come lui, contrae i muscoli del volto come lui e più in generale si muove come lui, è come un manichino senza volontà che replica al 100% ogni micromovimento del suo padrone. La prova è che lo spettatore anche meno smaliziato saprà riconoscere smorfie e tic tipici di Jim Carrey in ognuno dei quattro personaggi interpretati.
Ma ancora di più una simile lavorazione offre libertà ad ognuno dei membri della troupe. Libertà di sperimentare di provare e di poter correggere in post produzione il proprio operato senza snaturare un'opera che è totalmente digitale ma anche fedelmente ricalcata sulla realtà. Le possibilità sono infinite e se l'animazione con il caricaturale e il fumettistico riesce a disegnare mondi fantastici le opere in performance capture portano l'umano in questi mondi.

Più ruoli per gli attori
Dopo Tom Hanks, Angelina Jolie e Anthony Hopkins stavolta tocca Jim Carrey, Colin Firth, Robin Wright Penn e Bob Hoskins prestarsi agli esperimenti di lusso di Zemeckis. Se però i comprimari possono stare sul set (se così vogliamo ancora chiamarlo così…) per pochi giorni è stato Jim Carrey il vero mattatore della situazione. Per lui il regista ha previsto il ruolo di Scrooge ma anche quello dei tre fantasmi perché "in fondo essi sono un'emanazione di Scrooge stesso, dunque mi sembrava ragionevole che li interpretasse sempre Jim". Un bel passo in avanti per l'attore che solo qualche anno fa per interpretare il Grinch (senza nemmeno troppo successo) doveva sottoporsi alle consuete estenuanti sedute di trucco.
Una volta si pensava che simili tecnologie nuocessero agli attori, che li avrebbero seppelliti, ma la verità è il contrario: "Con il performance capture" spiega il produttore Steve Starkey "l'attore si sente molto più libero e non stretto dalle meccaniche del filmmaking, in più puoi interpretare una serie di ruoli anche non appropriati per il tuo fisico". Ne sa qualcosa il bolso Ray Winstone che ha potuto interpretare il muscoloso Beowulf qualche anno fa.
Certo qualche controindicazione c'è: "Un attore deve immaginarsi tutto quando recita in queste condizioni" spiega Jim Carrey "Ti devi creare l'ambiente nella tua testa, ma sai anche di poter usare tutto ciò che hai e anche di più, le tue dita possono diventare lunghi stecchini spinosi se serve, è come avere a che fare con pupazzi".
Per Colin Firth invece è "anche più autentico che fare teatro perché non c'è l'immaginaria quarta parete, non devi preoccuparti delle persone in galleria, che tutti vedano bene, di non impallare gli altri. Puoi fare quello che vuoi in qualsiasi momento".

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