andrea
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giovedì 19 marzo 2009
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la violenza non è mai la risposta
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Ogni volta che ho il piacere di vedere un film di Clint Eastwood mi convinco sempre di più che il 78enne californiano sia uno dei più grandi registi degli ultimi 20 anni. Clint non sbaglia un film,mai. Con semplicità ci regala una parabola sulla violenza e contro la violenza,che alla fine non è mai la soluzione migliore. Gran Torino è un film che andrebbe proiettato nelle scuole,per cercare di far capire alle nuove generazioni l'inutilità e la stupidità del bullismo,della violenza,dell'odio razziale. Clint emoziona e intenerisce,ci fai odiare la banda di teppisti cinesi a tal punto che tutti,credo,speravamo che il vecchio Eastwood si scatenasse in un finale alla Callaghan,e invece il messaggio che ci trasmette è che la violenza non è mai la risposta giusta,in nessun caso.
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Ogni volta che ho il piacere di vedere un film di Clint Eastwood mi convinco sempre di più che il 78enne californiano sia uno dei più grandi registi degli ultimi 20 anni. Clint non sbaglia un film,mai. Con semplicità ci regala una parabola sulla violenza e contro la violenza,che alla fine non è mai la soluzione migliore. Gran Torino è un film che andrebbe proiettato nelle scuole,per cercare di far capire alle nuove generazioni l'inutilità e la stupidità del bullismo,della violenza,dell'odio razziale. Clint emoziona e intenerisce,ci fai odiare la banda di teppisti cinesi a tal punto che tutti,credo,speravamo che il vecchio Eastwood si scatenasse in un finale alla Callaghan,e invece il messaggio che ci trasmette è che la violenza non è mai la risposta giusta,in nessun caso.Anche quando sembra l'unica soluzione possibile. Grande Clint
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kobayashi
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sabato 14 marzo 2009
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la chiusa della filosofia eastwoodiana
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Tutti gli elementi del genere "americano". Cura maniacale dei dettagli, dai vestiti di Walt (clint) alle case, agli ambienti, alle sigarette senza filtro del reduce della Corea. Clint impersona Walt e, per l'ennesima volta, impersona se stesso: l'americano medio, amante della sua auto, della sua casa, del suo giardino, dei suoi ricordi tristi, di sua moglie, del suo fucile, della sua vita di lavoro. Del suo capanno degli attrezzi nel retro di casa e del suo barbecue. Clint è molto dimagrito, molto secco, molto sciancato, molto ciondolante, ma non perde gli occhietti appuntiti, che lo fanno tanto assomigliare a Gunny Highway di "Gunny". Non dimentica nulla Eastwood, nel panorama della passioni e dei luoghi comuni americani, ma li accarezza soltanto.
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Tutti gli elementi del genere "americano". Cura maniacale dei dettagli, dai vestiti di Walt (clint) alle case, agli ambienti, alle sigarette senza filtro del reduce della Corea. Clint impersona Walt e, per l'ennesima volta, impersona se stesso: l'americano medio, amante della sua auto, della sua casa, del suo giardino, dei suoi ricordi tristi, di sua moglie, del suo fucile, della sua vita di lavoro. Del suo capanno degli attrezzi nel retro di casa e del suo barbecue. Clint è molto dimagrito, molto secco, molto sciancato, molto ciondolante, ma non perde gli occhietti appuntiti, che lo fanno tanto assomigliare a Gunny Highway di "Gunny". Non dimentica nulla Eastwood, nel panorama della passioni e dei luoghi comuni americani, ma li accarezza soltanto. Il film si intitola Gran Torino, ma non parla dell'auto. No, l'auto è simbolo, se mai, della Ford, ditta per la quale, alla catena di montaggio, Walt Kowalski ha sputato il suo sangue americano dopo la Corea, guadagnandosi il pane ed accendendosi le sigarette con quello zippo marchiato dalla guerra. La Torino è marchio della vita dell'americano medio, maniaco manutentore dei propri oggetti, ma non dei propri affetti. Walt ha un pessimo rapporto con i figli, che faticano ad avere un dialogo con lui. Walt è un vecchietto, ma un duro, che si scopre a suo agio con la gente orientale che ha occupato il suo quartiere dopo che tutti gli americani se ne sono andati. Il film inizia con la morte della moglie di Walt ed è interamente dedicato alla ricostruzione certosina della personalità del duro dagli occhietti appuntiti che non ha paura ad estrarre la pistola per difendere dagli "sporchi negri" una giovane orientale. La Torino, in questo senso, è simbolo di integrità, di bravura della persona, di credenza nei valori veri dell'America, quei valori che Eastwood fa trionfare con Kowalski, vero portatore dell'American Dream, che in questo film fa la differenza nel decretare come cattivi i nuovi arrivati. L'integrità del vero americano favorisce l'integrazione razziale: il vero americano tira fuori il fucile sia contro i gialli che contro i neri, ha un senso di giustizia e di libertà che riesce a superare le differenze e gli odi razziali.
La Torino alla fine del film la guiderà un giovane orientale. Walt sacrificherà se stesso per gli altri e per il suo senso di giustizia, da vero eroe americano, con un tocco di ironia del regista nello smascherare la profondità dei malviventi che chidono l'ultima scena della pellicola.
Se se ne doveva andare, clint, come attore, ha scelto il modo migliore, glorificando se stesso ed il suo stile di vita. Quello di Callaghan, di Gunny, di Bronco Billy, di Pink Cadillac e di Assassinio sull'Eigher. Un personaggio dall'afflato immediato, di quelli cantanti da Springsteen e da Dylan. Capolavoro assoluto Gran Torino.
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gippo
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domenica 15 marzo 2009
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ecco a voi il cinema-cinema, gente!!
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Con quella faccia scorretta; con quell'andatura sincopata, alla jazz, il grande Clint/Walt indica che, forse, c'è ancora della luce in fondo al tunnel. Dopo gli anni del bushismo e delle guerre "giuste" per "esportare la democrazia" e delle finte "missioni di pace", delle verità nascoste e delle falsità capovolte, può darsi che si possa ritrovare un nuovo "spirito" umano. Eastwood anche questa volta dimostra di essere in anticipo non solo sui tempi disgraziati che viviamo, ma anche e soprattutto nel chiudere con quelli ancor sventurati e fasulli che abbiamo appena abbandonato. Quando fra qualche anno ci volgeremo indietro, ripensando a come eravamo, ci ricorderemo di questo film, gente, come di uno dei primi sentieri di speranza che c'è capitato di scorgere, dopo tutte le tonnellate di razzismo, di odio e di intolleranza che ci hanno propinato.
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Con quella faccia scorretta; con quell'andatura sincopata, alla jazz, il grande Clint/Walt indica che, forse, c'è ancora della luce in fondo al tunnel. Dopo gli anni del bushismo e delle guerre "giuste" per "esportare la democrazia" e delle finte "missioni di pace", delle verità nascoste e delle falsità capovolte, può darsi che si possa ritrovare un nuovo "spirito" umano. Eastwood anche questa volta dimostra di essere in anticipo non solo sui tempi disgraziati che viviamo, ma anche e soprattutto nel chiudere con quelli ancor sventurati e fasulli che abbiamo appena abbandonato. Quando fra qualche anno ci volgeremo indietro, ripensando a come eravamo, ci ricorderemo di questo film, gente, come di uno dei primi sentieri di speranza che c'è capitato di scorgere, dopo tutte le tonnellate di razzismo, di odio e di intolleranza che ci hanno propinato. Che ancora molti nostrani politicanti/attorucoli comici ntravestiti da dittatori delle banane continuano a propinarci.
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boffese
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venerdì 20 marzo 2009
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gran film, gran eastwood
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Gran Torino, e' il miglior film dell'anno, una pellicola superba sulla storia americana dei nostri tempi.
una storia che comprende tanti temi forti, l'integrazione, l'amicizia, la famiglia, il razzismo, il militarismo. il tutto condito da una sceneggiatura forte, ma che allo stesso tempo riesce quasi a divertire.
regia impeccabile, piena di riferimenti ai simboli u.s.a. e viceversa alle ghettizzazioni cittadine.
Clint Eastwood, è Walt Kowalski, un ex militare della guerra in korea, operaio della ford ,ormai in pensione , rimasto da poco vedovo.Passa il suo tempo a bere birra, lucidare il suo gioiello Gran Torino,combattere le nuove etnie del suo quartiere, confidandosi con il suo unico amico Desy.
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Gran Torino, e' il miglior film dell'anno, una pellicola superba sulla storia americana dei nostri tempi.
una storia che comprende tanti temi forti, l'integrazione, l'amicizia, la famiglia, il razzismo, il militarismo. il tutto condito da una sceneggiatura forte, ma che allo stesso tempo riesce quasi a divertire.
regia impeccabile, piena di riferimenti ai simboli u.s.a. e viceversa alle ghettizzazioni cittadine.
Clint Eastwood, è Walt Kowalski, un ex militare della guerra in korea, operaio della ford ,ormai in pensione , rimasto da poco vedovo.Passa il suo tempo a bere birra, lucidare il suo gioiello Gran Torino,combattere le nuove etnie del suo quartiere, confidandosi con il suo unico amico Desy.
Walt, è un uomo d'altri tempi, un duro,portato al razzismo, pero' capace di capire che il bene ed il male non dipende dal colore della pelle e che la violenza non sara' l'unica via di fuga per risolvere i problemi.
Clint Eastwood, il nostro Callaghan,il texano dagli occhi di ghiaccio, colpisce nel segno e si conferma attore e regista tra i migliori della storia del cinema.
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[+] gran torino ma ancora piu' grande eastwood
(di molly)
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(di lucycana)
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weach
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lunedì 27 settembre 2010
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amore ,condivisione ,riconciliazione
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Rilettura di “Gran Torino” del 23 settembre 2010.
Intanto precisiamo che Gran Torino è un auto ,l’auto dei sogni di mister Kowalsky.
Definizione del film: drammatico, introspettivo , generoso, dignitoso, di pacificazione.
Domanderete perché di pacificazio?
Nel gesto di Mister Kowalsky , di immolarsi contro la violenza , con un atto di non reazione, si realizza un tentativo di trasformazione ,trasmutare un indirizzo energetico negativo in uno positivo; questa è l’alchimia del film manifesta.
Se ci si avvicina a mister Kowalsky (alias Clint Eastwood)si va verso un viaggio doloroso di consapevolezza e di riconciliazione con se stessi dove meritano dignità anche le insicurezze ed i sentimenti.
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Rilettura di “Gran Torino” del 23 settembre 2010.
Intanto precisiamo che Gran Torino è un auto ,l’auto dei sogni di mister Kowalsky.
Definizione del film: drammatico, introspettivo , generoso, dignitoso, di pacificazione.
Domanderete perché di pacificazio?
Nel gesto di Mister Kowalsky , di immolarsi contro la violenza , con un atto di non reazione, si realizza un tentativo di trasformazione ,trasmutare un indirizzo energetico negativo in uno positivo; questa è l’alchimia del film manifesta.
Se ci si avvicina a mister Kowalsky (alias Clint Eastwood)si va verso un viaggio doloroso di consapevolezza e di riconciliazione con se stessi dove meritano dignità anche le insicurezze ed i sentimenti.
Un vecchio, senza la compagna della vita , ora si può solo confrontare con se stesso. ....e questa miracolosa opportunità concede all'uomo di capire tutto quello che si è accantonato.
Ora non c'è più l'educazione militare che ci ha educati "ad inventare un nemico sempre e comunque ";
Ora è rimasto Kowalsky , quel che resta della sua vita , la solitudine , i silenzi , le riflessioni, i rimorsi per i progetti falliti,i preconcetti istintivi che lo hanno danneggiato sino al più profondo dell’anima .
Ora quello che resta di una vita non può essere negare “ribolle” e trasuda verità tagliata con il fuoco.
Tutto ha un suo momento di evoluzione e di chiarificazione.
Credeva Kowalsky di avere figli e nipoti, ma si accorge di non avere saputo costruire nulla con loro ;ora è tardi non c’è molto tempo; si deve e si può amara, il buono che resta è da assaporare .
Si accorge che i diversi , i musi gialli che gli abitano accanto e che ha sempre considerato nemici giurati , sono delle persone , che alcune sono addirittura belle ,migliori dei suoi figli e dei suoi nipoti,delle sue nuore:queste persone gialle e belle potrebbero meritare la sua Gran Torino l'auto dei sogni e della gioventù.
Clint Eastwood ,senza rinnegare mai se stesso, nell'apparente durezza del carattere,si scopre attore e regista migliore dei come era nei verdi anni troppo imprigionato nel suo cliché; ora da regista può mettere in scena se stesso come lui vuole , può aprire il suo vero mondo fatto di tante cose celate quali creatività,intelligenza ,sensibilità , esperienza , generosità,ed una solida capacità di condurre una regia.
Il film "Gran Torino " contiene un poco tutto ciò...ed Eastwood è grande nella duplice veste anche perché con umiltà fa riaffiorare sempre qualcosa di nuovo della sua grande anima , di quella bella persona che é.
La trama del film è vostra,i sapori freschi e fragranti sono appaganti e riportano verso un “pieno” è di umanità senza retorica!
Weach Illuminati
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la minore
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martedì 1 febbraio 2011
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divenire america
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Walt Kowalski è un meccanico della Ford in pensione, reduce della guerra in Corea. Vecchio scontroso e tormentato, Kowalski ha piantato una bandiera americana davanti a casa, a difesa di un territorio che è stato recentemente popolato da una nuova generazione di immigrati e che egli avverte ormai come irrimediabilmente ostile e straniero.
Questo è il quadro, decisamente asfittico, che si delinea nelle prime scene. Tuttavia l’attenzione di Clint Eastwood, insieme regista e attore-protagonista, si sofferma presto sui segnali di un possibile cambiamento. Una dopo l’altra, attraverso uno stile estremamente accurato ma sobrio e asciutto, ci vengono presentate tutte le crepe e le incrinature che si aprono nel modo di vivere e pensare del signor Kowalski, spingendolo a varcare gli steccati dietro cui si è trincerato e a cercare un rapporto con i nuovi vicini di casa.
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Walt Kowalski è un meccanico della Ford in pensione, reduce della guerra in Corea. Vecchio scontroso e tormentato, Kowalski ha piantato una bandiera americana davanti a casa, a difesa di un territorio che è stato recentemente popolato da una nuova generazione di immigrati e che egli avverte ormai come irrimediabilmente ostile e straniero.
Questo è il quadro, decisamente asfittico, che si delinea nelle prime scene. Tuttavia l’attenzione di Clint Eastwood, insieme regista e attore-protagonista, si sofferma presto sui segnali di un possibile cambiamento. Una dopo l’altra, attraverso uno stile estremamente accurato ma sobrio e asciutto, ci vengono presentate tutte le crepe e le incrinature che si aprono nel modo di vivere e pensare del signor Kowalski, spingendolo a varcare gli steccati dietro cui si è trincerato e a cercare un rapporto con i nuovi vicini di casa.
In questo senso Gran Torino è un film sul divenire, inteso come processo insieme di relazione e cambiamento. Tecnicamente il filosofo Gilles Deleuze descrive il divenire come uno “scambio di particelle”, sottolineando come ogni trasformazione significativa avvenga all’interno di un rapporto, attraverso la condivisione di esperienze e affetti tra partner. Kowalski realizza così il proprio divenire in accordo con due giovani di etnia Hmong, Sue e Thao. Prima timidamente, poi in modo trascinante e inarrestabile, fino a scardinare completamente le reciproche posizioni a livello sociale.
Il divenire del signor Kowalski è un fatto tutt’altro che privato. Esso disegna una nuova geografia, un territorio da esplorare e fondare prima ancora che difendere. È questa una dimensione intimamente politica, che fa di Gran Torino un film sull’America. Attraverso l’epopea del protagonista, Clint Eastwood opera una rilettura a livello simbolico del sogno americano. Per Kowalski-Eastwood esso non si sovrappone più alla rivendicazione aggressiva della propria identità, ma piuttosto all’archetipo dell’uomo sradicato e libero, aperto al cambiamento e alle sorprese che riservano gli incontri. Forse è proprio questa la più grande sfida culturale e politica che pone l’ultimo Eastwood: uscire dall’America attraverso l’America, spingendo la frontiera ancora più in là, fuori di sé.
È una strana vecchiaia quella di Clint Eastwood, una vecchiaia radicale che conduce dritto alla radice dei problemi. La stessa radicalità etica che porta il signor Kowalski ad affidare la sua Ford Gran Torino al giovane Thao, piuttosto che ai figli.
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filippo catani
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venerdì 17 giugno 2011
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eastwood confeziona un'altra perla
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Un vecchio veterano della Corea si trova a perdere l'adorata moglie cioè forse l'unica persona capace di stargli vicino. Non ha buoni rapporti con i figli e men che meno con i suoi dirimpettai asiatici. La sua grande passione è un auto modello Gran Torino che viene venerata come una reliquia. Quando il ragazzino suo vicino di casa cerca di rubargli la macchina come rito di iniziazione per entrare nella gang del cugino, il vecchio dapprima lo scaccia in malo modo e poi cerca di aiutarlo a modo suo.
L'ennesima perla di Clint Eastwood che, come pochi recentemente, hanno saputo emozionarci di più con le sue ultime opere. In questo caso sono tanti i temi che, senza filtro e anzi con graffiante forza, vengono posti alla visione dello spettatore.
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Un vecchio veterano della Corea si trova a perdere l'adorata moglie cioè forse l'unica persona capace di stargli vicino. Non ha buoni rapporti con i figli e men che meno con i suoi dirimpettai asiatici. La sua grande passione è un auto modello Gran Torino che viene venerata come una reliquia. Quando il ragazzino suo vicino di casa cerca di rubargli la macchina come rito di iniziazione per entrare nella gang del cugino, il vecchio dapprima lo scaccia in malo modo e poi cerca di aiutarlo a modo suo.
L'ennesima perla di Clint Eastwood che, come pochi recentemente, hanno saputo emozionarci di più con le sue ultime opere. In questo caso sono tanti i temi che, senza filtro e anzi con graffiante forza, vengono posti alla visione dello spettatore. Intanto quanto possono influire i pregiudizi che gli uni e gli altri hanno nei confronti di chi non fa parte della propria "cerchia". La difficoltà dell'integrazione che molto spesso porta giovani e giovanissimi ad entrare nelle varie gang a seconda della etnia di appartenenza avvicinandosi così al crimine fin da adolescenti. E poi la forza di un uomo che, a modo suo e senza dare troppo credito al prete che cerca di avvicinarlo più volte, decide di andare oltre i propri pregiudizi e i propri steccati per cercare di essere, almeno alla fine, una persona migliore di quanto non sia stato fino a quel momento. Eastwood strepitoso sia per la regia ma soprattutto per la superba interpretazione.
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duffysmarty
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lunedì 30 marzo 2009
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clint non ne sbaglia una
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Gran Torino, mi sono lasciata convincere, all'inizio ero titubante, non so perchè...forse il nome, la trama letta male, però mentre passavano i titoli di coda e le luci si accendevano ho pensato: " voglio applaudire" perchè è un film che ti lascia con la sensazione di aver "occupato bene il tuo tempo" che valeva la pena di vedere e forse rivedere perchè Clint non ne sbaglia proprio una, ormai vicino agli 80 anni sembra un ragazzo in alcune scene mentre in altre ci rendiamo conto che non lo è più, ma ci piace perchè ci fa ridere e piangere. Non ci vuole dare nulla di scontato, anche nel finale e poi diciamocelo, il giovanne Hmong e il vecchio polacco alla fin fine si assomigliano; Clint vede nel loro popolo la purezza la semplicità dei gesti e ci fa vedere un occidente cattivo e maleducato senza pietà per le persone anziane.
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Gran Torino, mi sono lasciata convincere, all'inizio ero titubante, non so perchè...forse il nome, la trama letta male, però mentre passavano i titoli di coda e le luci si accendevano ho pensato: " voglio applaudire" perchè è un film che ti lascia con la sensazione di aver "occupato bene il tuo tempo" che valeva la pena di vedere e forse rivedere perchè Clint non ne sbaglia proprio una, ormai vicino agli 80 anni sembra un ragazzo in alcune scene mentre in altre ci rendiamo conto che non lo è più, ma ci piace perchè ci fa ridere e piangere. Non ci vuole dare nulla di scontato, anche nel finale e poi diciamocelo, il giovanne Hmong e il vecchio polacco alla fin fine si assomigliano; Clint vede nel loro popolo la purezza la semplicità dei gesti e ci fa vedere un occidente cattivo e maleducato senza pietà per le persone anziane. Mi scende una lacrima perchè oramai siamo affezionati a quel vecchio che più che altro vuoe bene a sua moglie, al cane Daisy e alle sue sigarette, ma soprattutto alla sua GRAN TORINO. Clint si è messo alla prova per l'ennesima volta davanti alla macchina da presa ci ha fatto vedere che la bontà è nascosta in piccole cose nei gesti più semplici e che in un modo o nell'altro purtoppo, la giustizia prevale sempre. Egli sa più della morte che della vita, ma prende una decisione, si confessa, si fa la barba e un vestito su misura...Grazie Clint per le emozioni che ci regali!
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cinemapassione
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lunedì 2 gennaio 2012
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"qualsiasi cosa farò loro saranno spacciati."
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Clint Eastwood intepreta Walt Kowalski, un uomo burbero e scontroso, reduce dalla guerra di Corea, appena rimasto vedovo. Vive solo in una casa di periferia, i suoi nuovi vicini di casa degli asiatici, da subito Walt non nasconde il proprio razzismo e disprezzo verso gli asiatici, definendoli "musi gialli. Thao il giovane vicino di casa di Walt, viene spesso provocato e invogliato da una gang di bulli, a entrare nel loro clan, fino quando una sera la gang si presenta nel giardino di casa di Thao provocandolo, Walt con fucile e voce autoritaria caccia via i bulli, ristabilendo la normale quiete. Il giorno sequente Walt si vede recapitare una seria di regali da parte della famiglia asiatica come ringraziamento per il gesto effettuato la sera prima, Walt infastidito ne butta via una gran parte, nei giorni successivi Walt salverà Sue da tre afroamericani, mettendoli in fuga.
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Clint Eastwood intepreta Walt Kowalski, un uomo burbero e scontroso, reduce dalla guerra di Corea, appena rimasto vedovo. Vive solo in una casa di periferia, i suoi nuovi vicini di casa degli asiatici, da subito Walt non nasconde il proprio razzismo e disprezzo verso gli asiatici, definendoli "musi gialli. Thao il giovane vicino di casa di Walt, viene spesso provocato e invogliato da una gang di bulli, a entrare nel loro clan, fino quando una sera la gang si presenta nel giardino di casa di Thao provocandolo, Walt con fucile e voce autoritaria caccia via i bulli, ristabilendo la normale quiete. Il giorno sequente Walt si vede recapitare una seria di regali da parte della famiglia asiatica come ringraziamento per il gesto effettuato la sera prima, Walt infastidito ne butta via una gran parte, nei giorni successivi Walt salverà Sue da tre afroamericani, mettendoli in fuga. Walt dopo questa ennesima prova di coraggio, entrerà nelle grazie della famiglia asiatica e di tutta la comunità Hmong da lui disprezzata. Thao viene incaricato di servire e aiutare Walt nei lavori domestici, come forma di ringraziamento,col passare dei giorni questa convivenza porterà a rivalutare il ragazzo e l'intera società Hmog, instaurando un rapporto di amicizia e di collaborazione...
Ottimo Film, Che insegna e fa riflettere, Un Clint Eastwood Da 10 e lode, sia come attore che come regista merita l'eccelenza
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[+] ottima recensione
(di chaoki21)
[ - ] ottima recensione
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weach
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giovedì 23 settembre 2010
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amore ,,condivisione ,riconciliazione
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Rilettura di “Gran Torino” del 23 settembre 2010.
Intanto precisiamo che Gran Torino è un auto ,l’auto dei sogni di mister Kowalsky.
Definizione del film: drammatico, introspettivo , generoso, dignitoso, di pacificazione.
Domanderete perché di pacificazio?
Nel gesto di Mister Kowalsky , di immolarsi contro la violenza , con un atto di non reazione, si realizza un tentativo di trasformazione dell’indirizzo energetico negativo che è in atto in un atto energetico positivo; questa è l’alchimia del film manifesta.
Se ci si avvicina a mister Kowalsky (alias Clint Eastwood)si va verso un viaggio doloroso di consapevolezza e di riconciliazione con se stessi dove meritano dignità anche le insicurezze ed i sentimenti.
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Rilettura di “Gran Torino” del 23 settembre 2010.
Intanto precisiamo che Gran Torino è un auto ,l’auto dei sogni di mister Kowalsky.
Definizione del film: drammatico, introspettivo , generoso, dignitoso, di pacificazione.
Domanderete perché di pacificazio?
Nel gesto di Mister Kowalsky , di immolarsi contro la violenza , con un atto di non reazione, si realizza un tentativo di trasformazione dell’indirizzo energetico negativo che è in atto in un atto energetico positivo; questa è l’alchimia del film manifesta.
Se ci si avvicina a mister Kowalsky (alias Clint Eastwood)si va verso un viaggio doloroso di consapevolezza e di riconciliazione con se stessi dove meritano dignità anche le insicurezze ed i sentimenti.
Un vecchio, senza la compagna della vita , ora si può solo confrontare con se stesso. ....e questa miracolosa opportunità concede all'uomo di capire tutto quello che si è accantonato.
Ora non c'è più l'educazione militare che ci ha educati "ad inventare un nemico sempre e comunque ";
Ora è rimasto Kowalsky , quel che resta della sua vita , la solitudine , i silenzi , le riflessioni, i rimorsi per i progetti falliti,i preconcetti istintivi che lo hanno danneggiato sino al più profondo dell’anima ,.
Ora quello che resta di una vita non può essere negare “ribolle” e trasuda verità tagliata con il fuoco.
Tutto ha un suo momento di evoluzione e di chiarificazione.
Credeva Kowalsky di avere figli e nipoti, ma si accorge di non avere saputo costruire nulla con loro ;ora è tardi non c’è molto tempo; si deve e si può amara, il buono che resta è da assaporare .
Si accorge che i diversi , i musi gialli che gli abitano accanto e che ha sempre considerato nemici giurati , sono delle persone , che alcune sono addirittura belle ,migliori dei suoi figli e dei suoi nipoti,delle sue nuore:queste persone gialle e belle potrebbero meritare la sua Gran Torino l'auto dei sogni e della gioventù.
Clint Eastwood ,senza rinnegare mai se stesso, nell'apparente durezza del carattere,si scopre attore e regista migliore dei come era nei verdi anni troppo imprigionato nel suo cliché; ora da regista può mettere in scena se stesso come lui vuole , può aprire il suo vero mondo fatto di tante cose celate quali creatività,intelligenza ,sensibilità , esperienza , generosità,ed una solida capacità di condurre una regia.
Il film "Gran Torino " contiene un poco tutto ciò...ed Eastwood è grande nella duplice veste anche perché con umiltà fa riaffiorare sempre qualcosa di nuovo della sua grande anima , di quella bella persona che é.
La trama del film è vostra,i sapori freschi e fragranti sono appaganti e riportano verso un “pieno” è di umanità senza retorica!
Weach Illuminati
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[+] un'ora di vita e' sempe vita
(di daniele52654)
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