L'arte del sogno

Film 2006 | Commedia, 105 min.

Titolo originaleLa science des rêves
Anno2006
GenereCommedia,
ProduzioneFrancia, Italia
Durata105 minuti
Regia diMichel Gondry
AttoriGael García Bernal, Charlotte Gainsbourg, Alain Chabat, Miou-Miou, Pierre Vaneck .
Uscitavenerdì 19 gennaio 2007
TagDa vedere 2006
DistribuzioneMikado Film
MYmonetro 3,29 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Michel Gondry. Un film Da vedere 2006 con Gael García Bernal, Charlotte Gainsbourg, Alain Chabat, Miou-Miou, Pierre Vaneck. Titolo originale: La science des rêves. Genere Commedia, - Francia, Italia, 2006, durata 105 minuti. Uscita cinema venerdì 19 gennaio 2007 distribuito da Mikado Film. - MYmonetro 3,29 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 9 febbraio 2012

Stéphane, un giovane creativo che confonde realtà e sogno, torna a Parigi dal Messico e si innamora della sua vicina di casa. In Italia al Box Office L'arte del sogno ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 656 mila euro e 148 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,29/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,64
PUBBLICO 3,23
CONSIGLIATO SÌ
Gondry sperimenta sul corpo umano e ne visualizza le emozioni.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

Dopo la morte del padre in Messico, Stéphane, un giovane creativo che confonde realtà e sogno, torna a Parigi su richiesta della madre. Ad attenderlo ci sono un impiego da illustratore in una piccola impresa di calendari promozionali e una bella vicina di casa, Stéphanie, che cuce per hobby giocattoli di pezza. Invaghitosi della fanciulla, Stéphane la corteggia in sogno e da sveglio costruisce per lei pupazzi meccanici o improbabili macchine del tempo. Ma in amore, sogno e realtà non coincidono quasi mai.
È ancora una volta il cervello il protagonista del cinema surreale di Michel Gondry. Il cervello che dimentica in Se mi lasci ti cancello, e quello che si abbandona al sonno nell'Arte del sogno. Viaggio nella memoria per Jim Carrey per rielaborare una relazione affettiva, e viaggio nel sogno per Gael García Bernal per vivere un sentimento amoroso non corrisposto nella veglia. Il motore del suo cinema è il cuore, la pulsione amorosa è invece il combustibile che produce confusione e confonde i piani, passato-presente, sogno-realtà, raddoppiando i livelli rappresentativi e quelli narrativi. Se il film precedente ipotizzava la cancellazione dei ricordi traducendo visivamente gli script creativi e spiazzanti di Kaufman, L'arte del sogno penetra l'immaginario onirico del protagonista, interpretando i sogni di Gondry, sceneggiatore di se stesso.
Il regista firma e gira dunque il suo film più personale e delicato, esprimendo tutto lo stupore e lo splendore (eterno) della sua mente "immacolata". Sviluppando un'idea applicata sommariamente al video Everlong dei Foo Fighters, Gondry recupera l'elemento onirico lasciandolo libero di sconfinare nella realtà, interrotta da una scenografia artigianale e incantevole, erede dell'animazione praghese. Pupazzi meccanici, macchine del tempo che conducono a un passato lontano soltanto due secondi, trasmettitori del pensiero, sono stupefacenti marchingegni gondryani che interagiscono con gli attori creando l'illusione di un sogno di cellophane. L'inesperienza sentimentale del protagonista si materializza nel prezioso "dilettantismo" scenografico dentro al quale Gondry confronta i sessi, racconta l'amore inevaso, sostiene la bellezza di un'idea. Da sognare a occhi aperti.

Sei d'accordo con Marzia Gandolfi?
Recensione di Luisa Ceretto
martedì 16 gennaio 2007

Già col suo primo lungometraggio, Human Nature, presentato al Festival di Cannes nel 2001, Michel Gondry si era fatto notare dalla critica internazionale per la sua originalità. Lo stesso si può dire per la sua ultima fatica, L'arte del sogno, in cui al centro della vicenda è il timido Stephane, un giovane che si lascia convincere dalla madre ad andare a lavorare a Parigi e che si innamora, non ricambiato, dell'affascinante Stephanie. Dotato di grande immaginazione e di un'attività onirica fuori dal comune, ben presto Stephane è sopraffatto dalla sua stessa fantasia, che gli impedisce di riconoscere e distinguere il confine tra la realtà e il mondo onirico.
Servendosi delle più svariate tecniche dell'animazione, Gondry mette in scena e visualizza le fantasie del personaggio, insieme alle scene "reali", creando un pastiche narrativo e visivo. Come già era accaduto per l'esordio al lungometraggio, The science of sleep indaga sulle possibilità fruitive del corpo umano e ne visualizza le emozioni. Col limite però, come talvolta accade ai film sperimentali, di cadere vittima delle sue stesse trappole.

Sei d'accordo con Luisa Ceretto?

L'ARTE DEL SOGNO disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 5 giugno 2020
Luca Scialo

Dopo il discreto successo riscontrato con Se mi lasci ti cancello, storia molto originale sull'oblio dei sentimenti, Michel Gondry prova a bissare con una pellicola sempre incentrata su quel magico labirinto, ancora non del tutto esplorato dalla scienza, che è la mente umana. Il tema questa volta non è l'oblio, ma il sogno. Di fatti, rispetto alla precedente pellicola, i colori e lo stile sono più [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 luglio 2010
davidestanzione

A seguito del suo ingombrante, deliberatamente struggente e subitaneo capolavoro "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" (mi rifiuto di citare il titolo italiano..), Gondry satura la propria estetica onirico-visionaria, sublima, reinventa, legittimizza i suoi stessi... stereotipi di narrazione e di ricerca visiva (il film con Jim Carrey e Kate Winslet era sperimentalein modo diverso, più [...] Vai alla recensione »

Frasi
Vi mostrerò come si preparano i sogni: innanzitutto mettiamo un tantino di pensieri a casaccio, poi aggiungiamo appena una punta di reminescenze del giorno mischiate con un po' di ricordi del passato: è per due persone. Amori, relazioni, emozioni, e tutte le cose che finiscono in "zioni", le canzoni ascoltate durante il giorno, le cose che avete visto e altre cose personali.
Una frase di Stéphane Miroux (Gael García Bernal)
dal film L'arte del sogno
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Il mondo è orribile, i sessi sono in guerra, scienza e tecnologia sono il nuovo oppio dei popoli, nessuno sembra più capace di diventare adulto. Ma per fortuna possiamo sempre rifugiarci nel nostro cervello, l’ultimo luogo abitabile, letteralmente, per una generazione che oltre alle illusioni sembra aver perso la capacità di entrare in contatto con l’altro da sé.

Roberto Nepoti
La Repubblica

Celebre per i suoi clip, che hanno sovvertito l'estetica del genere, nel 2004 il franco-newyorkese Michel Gondry ci sorprese con una commedia amara insolitamente creativa interpretata da Jim Carrey, "Se mi lasci ti cancello". L'arte del sogno è il suo primo film girato in Francia e, per l'occasione, Gondry ha inteso non negarsi nulla. Ne ha fatto un po' la summa del suo surrealismo postmoderno, viaggiando [...] Vai alla recensione »

Thomas Sotinel
Le Monde

Michel Gondry è un regista digitale. Nel senso che con le sue dita riesce a fare molte cose: oceani con onde di cellophane, città di cartone e cotone, personaggi di fil di ferro. Questa passione per il bricolage non si ferma ai materiali, ma contagia anche le storie, che sono sempre d'amore. Per il terzo idillio Gondry è tornato nella sua terra d'origine, la Francia.

Emanuela Martini
Film TV

C'è un ragazzo messicano, Stéphane, che fa il disegnatore e ha appena creato un calendario con le illustrazioni degli eventi più traumatici di ogni mese rimasti impressi nella memoria collettiva. I disegni sono fantasiosi e drammatici ma il calendario, è ovvio, non trova editori disposti a pubblicarlo. Il ragazzo ritorna a Parigi, chiamato dalla madre con il pretesto di un lavoro creativo (che in realtà [...] Vai alla recensione »

Claudia Canziani
Il Mucchio

Michel Gondry non è soltanto un esteta, uno capace di firmare alcuni fra i videoclip più interessanti della storia del pop, fra i più visionari, fra i più inventivi. E pure in grado di scandagliare a fondo i sentimenti degli uomini, le relazioni che si dissolvono e che rimangono tenaci, nonostante tutto, così come l'immaginario assoluto, che porta continuamente dalla veglia al sonno, in un sovrapporsi [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Film fantastici? Commedie oniriche? "Trip" metapsichici? Bisognerà dare un nome ai lavori del francese Michel Gondry, che dopo Se mi lasci ti cancello continua a tuffarsi nella mente dei personaggi, più varia e forse abitabile di qualsiasi paesaggio reale. Anche L'arte del sogno (scritto senza Charlie Kaufman, e si sente), si svolge infatti per buona parte nella testa di Stephane (Bernal), illustratore [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Gli antichi consideravano i sogni messaggi divini; gli psicoanalisti li definiscono espressione di desideri inconsci o conflitti emotivi rimossi; mentre per molti artisti il sogno, essendo fatto della stessa stoffa della vita, si confonde con essa. Nel caso del francese Michel Gondry, regista e sceneggiatore di L'arte del sogno, la parola «confondere» più che nel significato di «compenetrare» sta nell'accez [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Stéphane è un giovane messicano, figlio di un francese, che viene a Parigi per lavorare in una ditta che produce calendari illustrati. Presto però si accorge che la sua creatività non è tenuta in nessuna considerazione dato che i suoi compiti sono del tutto marginali, e pratici. Se ne consola perché quando dorme sogna sogni fantasiosi in cui vince sempre e usa spesso confondere da sveglio i suoi sogni [...] Vai alla recensione »

Valerio Guslandi
Ciak

Vedere un film di Michael Gondry è un po' come usare gli occhiali speciali che Stephane (Gael Garcia Bernal, poetico e originale), il giovane disegnatore protagonista della pellicola mostra a Stephanie (Charlotte Gainsbourg, dolce e delicata), la ragazza di cui è innamorato. Si vede il mondo a tre dimensioni, ovviamente, ma in qualche modo si scopre qualcosa in più, che di solito rimane anestetizzato [...] Vai alla recensione »

Emanuele Sacchi
Rumore

Fin dai primi videoclip che di lui abbiamo scorto, Gondry non fa che ripeterci pochi ma fondamentali assiomi di cui fare tesoro. Liberare il fanciullino che è in noi, sognare a briglia sciolta e soprattutto lottare per realizzare queste fantasie o piuttosto lasciare che esse abbiano il sopravvento sulla realtà. Dopo un debutto cinematografico difficoltoso e maldestro come Human Nature e il malinconico [...] Vai alla recensione »

Matteo Bittanti
Rolling Stone

L'abbondanza rovina i film almeno quanto la miseria. In Tutti gli uomini del re non manca nulla. L'atmosfera da gotico sudista, con la piantagione e chissà quale segreto di famiglia. La politica, che prima ha a cuore la sorte dei miserabili, poi diventa demagogia, infine si piega a ogni losco traffico perché il lodevole fine giustifica gli atroci mezzi.

Valerio Caprara
Il Mattino

I giovani studiosi di cinema & comunicazione lo tengono d'occhio con agguerrito zelo e fanno bene. Infatti il francese Michel Gondry incarna una delle connessioni più stimolanti e sovversive tra videoclip (o anche video-arte) e cinema mainstream, come hanno dimostrato nel bene e nel male gli esordi americani di Human Nature e Se mi lasci ti cancello.

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Lo studio televisivo con le pareti e le telecamere di cartone conquista. Così come conquistano i sogni, perfettamente freudiani. Condensazione e spostamento sono le regole, quindi i ricordi diurni vengono shakerati (o mescolati se siete della scuola James Bond). I cavalli di pezza cavalcano sulle nuvole, il principe azzurro ha orecchie d'asino, le mani crescono fino a diventare gigantesche.

Salvatore Trapani
Il Giornale

Ritornare a volare sulle ali della fantasia per valicare il confine tra sogno e realtà è la via proposta da The science of sleep di Michel Gondry, in concorso al Festival. E proprio come in una fantasiosa ballata, anche in questa ci sono due eroi omonimi Stéphane (Gael García Bernal) e Stéphanie (Charlotte Gainsbourg), la cui felicità è ostacolata dalla nuda realtà.

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venerdì 28 novembre 2008
 

Leggende di gangster cialtroni e di giustizieri mascherati C'è un alone leggendario su questa settimana, un'aura mitica e favolosa emanata dai titoli presenti e dai suoi grandi protagonisti Questa tendenza si manifesta fin dalla domenica, quando però [...]

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mercoledì 13 giugno 2007
Paola De Rosa

A giugno home video fa rima con varietà, qualità, cosmopolitismo. L'uscita del mese è Dreamgirls di Bill Condon, Oscar al sonoro e a Jennifer Hudson come migliore attrice non protagonista. A 25 anni dalla prima rappresentazione dell'omonimo celebre musical [...]

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