critichetti
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giovedì 12 settembre 2013
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peccato il finale...
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Shining è forse il miglior film horror mai girato,sicuramente uno dei primi cinque e altrettanto sicuramente il migliore mai girato dalle storie si Stephen King.Recitato molto bene,accattivante,intenso e doppiato anche molto bene nella versione italiana,Ricco di colpi di scena,di dramma,di tensione e di scene memorabili.Il neo di questo film risiede però,a mio parere,in due cose:il primo sono alcuni piccoli errori all'interno del film. ad esempio la giacca nera del cameriere toccata dalla mano sporca del protagonista nella scena seguente è pulita,ma queste sono delle minuzie pressochè impercettibili e che non danno troppi problemi al film.Il problema grosso però è nel finale.
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Shining è forse il miglior film horror mai girato,sicuramente uno dei primi cinque e altrettanto sicuramente il migliore mai girato dalle storie si Stephen King.Recitato molto bene,accattivante,intenso e doppiato anche molto bene nella versione italiana,Ricco di colpi di scena,di dramma,di tensione e di scene memorabili.Il neo di questo film risiede però,a mio parere,in due cose:il primo sono alcuni piccoli errori all'interno del film. ad esempio la giacca nera del cameriere toccata dalla mano sporca del protagonista nella scena seguente è pulita,ma queste sono delle minuzie pressochè impercettibili e che non danno troppi problemi al film.Il problema grosso però è nel finale.Evito di spoilerarlo,ma dico solo che è fin troppo diverso da come è nel racconto di King.So che comunque è un finale reso molto bene lo stesso,però da fan di King avrei preferito che la storia originale venisse rispettata un pò di più,anche perchè secondo me il finale originale è una conclusione migliore rispetto a quello che vediamo nel film.Ceto,con questo non voglio dire che il buon Kubrick abbia rovinato la storia girando un cattivo prodotto (mi colpisca un fulmine se dicessi questo),dico solo che se avesse rispettato al 100% la storia orginale sarebbe uscito ancora più bello di come sia effettivamente uscito
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borghij
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martedì 10 settembre 2013
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immenso jack nicholson
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Grandissimo film, recitato benissimo, da uno dei migliori attori esistenti, Jack Nicholson,
che con maestria ha portato tensione, paura e altro agli spettatori di Shining,
un capolavoro, che tutti dovrebbero vedere.
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fufa78
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domenica 4 agosto 2013
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lucido, perfetto, ma non spaventoso
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Dico sempre che Shining non fa paura, per lo meno non a me, che potrei guardarlo a mezzanotte e subito dopo andare a letto senza difficoltà. Kubrick ce la mette tutta per raggiungere questo scopo, ma la sua regia e la sua interpretazione della storia, così lucide e lineari, ne fanno sì un bel film, interpretato a meraviglia dai tre ottimi attori, ma non ne fanno un horror capace di farti martellare il cuore nel petto costantemente o di farti balzare sulla sedia, nè del resto di evocare ataviche e ossessive paure. Lo trovo un film molto sobrio, dove manca completamente qualsiasi elemento che possa visivamente disturbare o impressionare; l'unica scena è forse quella in cui Jack si reca nella stanza dove Danny è stato aggredito e vi trova quello spettro dall'aspetto putrescente.
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Dico sempre che Shining non fa paura, per lo meno non a me, che potrei guardarlo a mezzanotte e subito dopo andare a letto senza difficoltà. Kubrick ce la mette tutta per raggiungere questo scopo, ma la sua regia e la sua interpretazione della storia, così lucide e lineari, ne fanno sì un bel film, interpretato a meraviglia dai tre ottimi attori, ma non ne fanno un horror capace di farti martellare il cuore nel petto costantemente o di farti balzare sulla sedia, nè del resto di evocare ataviche e ossessive paure. Lo trovo un film molto sobrio, dove manca completamente qualsiasi elemento che possa visivamente disturbare o impressionare; l'unica scena è forse quella in cui Jack si reca nella stanza dove Danny è stato aggredito e vi trova quello spettro dall'aspetto putrescente.
Dal momento che il direttore dell'hotel racconta a Jack della tragedia occorsa anni prima al custode precedente, sappiamo già che piega prenderanno gli eventi e, se la scelta di utilizzare Nicholson si rivela felicissima per la pregevole interpretazione dell'attore, d'altra parte forse non è la più indicata quando si tratta di far capire allo spettatore il progressivo scivolare del personaggio nella follia omicida, poichè Jack Nicholson, con quella sua faccia e quei suoi occhi vitrei, un po' pazzo lo sembra fin dall'inizio e quando lo diventa del tutto pare finalmente riprendere il ruolo che gli spetta !
Poco traspare anche il difficile vissuto della coppia, che è appena accennato attraverso la lite fra marito e moglie, quando ormai per altro il protagonista non è più in sè; nè si capisce bene l' intento degli spiriti maligni di tentare Jack attraverso l'alcool, visto che non risulta molto chiaro che questi aveva avuto problemi con il bere.
Kubrick si sofferma molto sulla cura della regia, sempre perfetta, dei dettagli, sulll'ipnotica lentezza di certe scene, ma indugia poco sull'elemento passionale ed emotivo, portato in scena solo dalla magistrale performance degli attori. E' come se Kubrick si sforzasse di vestire l'irrazionale di razionalità, vanificando quei pochi effetti visivi che diversamente avrebbero spaventato di più; penso ad esempio alla parte finale del film, quando cominciano a comparire fantasmi di diverso aspetto davanti agli occhi atterriti della moglie di Jack.
Rimane tuttavia un ottimo film, dall'ottima regia; un film capolavoro che si guarda sempre volentieri; un film di quelli che non passano indifferenti e che non si scordano mai.
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paolopacitti
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venerdì 19 luglio 2013
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il perturbante
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Lo shining del bambino è la lucidità opposta alla follia. Jack invece rappresenta il mostruoso incremento progressivo di tutti gli istinti esorcizzati dalla civiltà: l'uomo che viene travolto dalla violenza. Un colpo da maestro è quando Wendy vede allo specchio la scritta MURDER (capovolto di REDRUM, un messaggio, in quanto rovesciato, satanico). Una di quelle operazioni metafisiche che Kubrick sapeva fare con la macchina da presa. Kubrick volutamente girò Shining in modo che sfuggisse a una piena comprensibilità. Forse Jack voleva scrivere della storia segreta dell'albergo. Il maestoso albergo rappresenta l'inconscio collettivo di un paese.
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Lo shining del bambino è la lucidità opposta alla follia. Jack invece rappresenta il mostruoso incremento progressivo di tutti gli istinti esorcizzati dalla civiltà: l'uomo che viene travolto dalla violenza. Un colpo da maestro è quando Wendy vede allo specchio la scritta MURDER (capovolto di REDRUM, un messaggio, in quanto rovesciato, satanico). Una di quelle operazioni metafisiche che Kubrick sapeva fare con la macchina da presa. Kubrick volutamente girò Shining in modo che sfuggisse a una piena comprensibilità. Forse Jack voleva scrivere della storia segreta dell'albergo. Il maestoso albergo rappresenta l'inconscio collettivo di un paese. La storia di King è quella dell'America malavitosa della Depressione. Torrance scopre dall'album dei ritagli di giornale che L'Overlook Hotel è un luogo maledetto, anche se dal montaggio finale del film chi non ha letto il romanzo non lo capisce. Un’interpretazione vede il riferimento a sette segrete, che vedrebbe in Jack un servitore dei potenti dell’Hotel, la cui identità resta celata: così la richiesta di Jack – un tipo come me vuole sapere chi glieli offre questi drink – resta destinata a non avere risposta. Sua moglie e suo figlio sarebbero non solo pericolosi per l’hotel come gli farebbero credere, ma «vittime necessarie»; la colata di sangue che esce dagli ascensori il sangue degli innocenti, condannati a restare come presenze all’interno dell’hotel, come le due sorelline, rimaste in attesa di un compagno di giochi. In Shining le voci che Jack ascolta (probabilmente anch’essi umili servitori come Grady) lo esortano a sacrificare la propria famiglia. L'attore rende alla perfezione il mistero di un personaggio che non si rivela, rappresentato nella beffarda foto finale: follia, possessione diabolica, l'orco cattivo delle fiabe. La foto è un azzeramento del tempo, una coesistenza del presente col passato che si ripete all'infinito: il passato del mito e della fiaba. All' Overlook, il tempo sembra essere un unico, eterno 4 luglio 1921. Se l'immagine sorridente di Jack è sempre stata lì, come mai nessuno della famiglia Torrance, che è stata nell'hotel tutto l'inverno, l'ha notata? Ciò sembra confermare che proprio la cosa in bella vista è l'ultima che si nota. L'orrore centrale di «Shining» è la vita familiare. L'orrore che la morte può avvenire in casa. La maggior parte degli assassini conosce le proprie vittime. Il protagonista disprezza la moglie, odia suo figlio. Per un bambino ci possono essere pochi personaggi più spaventosi di suo padre arrabbiato. Danny, nonostante la sua mitezza e il suo stoicismo, è terrorizzato dal padre. Wendy, che per bisogno di un partner è rimasta col marito violento tollerando l'intollerabile, ne è terrorizzata. Il regista indica implicitamente la necessità futura, ne prevede la possibilità, di spezzare la catena perversa che li lega al passato (Danny probabilmente rappresenta anche le vittime di abusi sessuali dei genitori o degli adulti, anche questa una catena che si tramanda nelle generazioni). Questo può avvenire sapendo, come il bambino nel finale del film, riflettere, tornare sui propri passi, per non diventare come Jack o esserne vittima, continuare con l'ipocrisia di una società violenta, che bisogna riconoscere per controllarla. Danny è come se fosse il regista del film. Si identifica con la telecamera: vedi le carrellate della steadicam nei corridoi dell'hotel, l'ebbrezza di una corsa bambino sul suo triciclo (che rievoca quella del viaggio oltre l'infinito dell'astronauta in 2001), un momento che evoca la magia dell'infanzia, un esempio di tecnica al servizio dell'intuizione e dell'ispirazione.
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hitman97
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domenica 30 giugno 2013
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kubrick e la perfezione!
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Un perfetto Capolavoro. Cosi va considerato un film come Shining. Stanley Kubrick, o meglio chiamarlo "IL Maestro del Vero Cinema", dirige un thriller psicologico angosciante e introspettivo che indaga sulla psiche umana tramite una follia resa più che mai credibile. Ovviamente in un Grande film ci sono anche grandi attori... ed ecco che per il ruolo del protagonista spunta un impeccabile e STRAORDINARIO Jack Nicholson (doppiato anche magistralmente da Giancarlo Giannini) che con la sua interpretazione lascia il pubblico senza parole. Una regia curatissima, fotografia perfetta, colonna sonora inquietante (quindi perfetta), interpretazioni da premiare e un montaggio ed una scenografia.
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Un perfetto Capolavoro. Cosi va considerato un film come Shining. Stanley Kubrick, o meglio chiamarlo "IL Maestro del Vero Cinema", dirige un thriller psicologico angosciante e introspettivo che indaga sulla psiche umana tramite una follia resa più che mai credibile. Ovviamente in un Grande film ci sono anche grandi attori... ed ecco che per il ruolo del protagonista spunta un impeccabile e STRAORDINARIO Jack Nicholson (doppiato anche magistralmente da Giancarlo Giannini) che con la sua interpretazione lascia il pubblico senza parole. Una regia curatissima, fotografia perfetta, colonna sonora inquietante (quindi perfetta), interpretazioni da premiare e un montaggio ed una scenografia... perfetti. Merita di essere citato anche il doppiaggio italiano, anche se è straconsigliata la visione anche in lingua originale.
Insomma... un Grande film dal punto di vista interno ed esterno. Il talento di Kurbrick è unico... il segreto? Lui possiede un dono che appartiene soltanto ad esso... la Luccicanza.
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brucew
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venerdì 24 maggio 2013
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il mattino ha l'oro in bocca.
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Avere 33 anni e non sentirli. Shining (1980) è sicuramente uno dei maggiori capolavori del cinema diretto da uno dei migliori registi di sempre, Stanley Kubrick, che è riuscito a trasformare un mediocre romanzo in cult movie. E poco importa che Stephen King (autore del romanzo) si sia lamentato del film. Shining è paura, follia, sangue, luccicanza. E chi poteva essere il protagonista di un film del genere? Un altro che come Kubrick non ha niente da invidiare a nessuno, Jack Nicholson. Quando a Jack Torrance (J.Nicholson) viene proposto il lavoro di guardiano in un albergo, in un'infinita stagione invernale, egli accetta entusiasta senza pensarci troppo nonostante venga avvisato dal proprietaro che il precedente guardiano uccise la moglie e le figlie in preda alla folia (dovuta alla solitudine probabilmente).
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Avere 33 anni e non sentirli. Shining (1980) è sicuramente uno dei maggiori capolavori del cinema diretto da uno dei migliori registi di sempre, Stanley Kubrick, che è riuscito a trasformare un mediocre romanzo in cult movie. E poco importa che Stephen King (autore del romanzo) si sia lamentato del film. Shining è paura, follia, sangue, luccicanza. E chi poteva essere il protagonista di un film del genere? Un altro che come Kubrick non ha niente da invidiare a nessuno, Jack Nicholson. Quando a Jack Torrance (J.Nicholson) viene proposto il lavoro di guardiano in un albergo, in un'infinita stagione invernale, egli accetta entusiasta senza pensarci troppo nonostante venga avvisato dal proprietaro che il precedente guardiano uccise la moglie e le figlie in preda alla folia (dovuta alla solitudine probabilmente). Torrance è uno scritto fallito, un insegnante ormai disoccupato con problemi di alcolismo ed estasiato dalla possibilità di terminare un romanzo su cui lavora da tempo e convinto di far passare un buon periodo anche alla moglie Wendy e al figlio Danny, dotato della "luccicanza" (dote extrasensoriale) e quindi al corrente delle tragedie che si sarebbero verificate nell'albergo. Dopo un'inizio tranquillo, cominciano le prime visioni di Danny. La scarsa creatività di Jack, invece, lo porta ad impazzire, portandolo ad avere contatti con il fantasma del precedente custode che gli consiglia di uccidere la famiglia. Film pazzesco, più thriller che horror secondo me, ma mai banale. Ultima mezz'ora da brividi grazie anche ad una prestazione superba di Nicholson. Kubrick - Nicholson, what else?
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vero2
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martedì 14 maggio 2013
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capolavoro horror!
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Assolutamente un film eccezionale! Un capolavoro di Stanley Kubrick con un grandissimo Jack Nicholson, dalle espressioni inquietanti. Da vedere e rivedere.
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jacopo b98
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giovedì 2 maggio 2013
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ennesimo capolavoro di kubrik
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Jack Torrance (Nicholson), scrittore fallito, va, con la moglie Wendy (Duvall) e il figlioletto Danny (Lloyd), a fare il guardiano invernale all’Overlook Hotel, sulle montagne rocciose. Si capisce subito che Danny è dotato di un potere soprannaturale; la luccicanza (lo shining), che gli permette di vedere eventi che devono ancora accadere o che sono già accaduti; e nell’albergo alcuni anni prima un guardiano come Jack aveva sterminato la famiglia a colpi d’ascia. Infatti il posto è infestato da strane visioni e lo spettatore non può fare a meno di chiedersi se sia la prima volta che lo scrittore va in quel luogo. Tratto da un romanzo di Stephen King è il più inquietante film kubrikiano, insieme a 2001: Odissea nello spazio eArancia meccanica, nonché uno dei più complessi.
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Jack Torrance (Nicholson), scrittore fallito, va, con la moglie Wendy (Duvall) e il figlioletto Danny (Lloyd), a fare il guardiano invernale all’Overlook Hotel, sulle montagne rocciose. Si capisce subito che Danny è dotato di un potere soprannaturale; la luccicanza (lo shining), che gli permette di vedere eventi che devono ancora accadere o che sono già accaduti; e nell’albergo alcuni anni prima un guardiano come Jack aveva sterminato la famiglia a colpi d’ascia. Infatti il posto è infestato da strane visioni e lo spettatore non può fare a meno di chiedersi se sia la prima volta che lo scrittore va in quel luogo. Tratto da un romanzo di Stephen King è il più inquietante film kubrikiano, insieme a 2001: Odissea nello spazio eArancia meccanica, nonché uno dei più complessi. La pellicola può essere interpretata come un classico film dell’orrore, terrorizzante e violento, ma, come ci si aspetta da uno dei più grandi registi di tutti i tempi, va ben oltre. Il film altro non è che una rilettura del mito greco di Teseo: Jack sta al minotauro, come Danny sta a Teseo, la madre sta ad Arianna come l’Overlook sta al labirinto. In questa caccia senza esclusione di colpi tutto il cinema del regista si fonde in un geniale gioco del gatto con il topo. Kubrik è totalmente pessimista: non ha pietà né dello spettatore, né dei protagonisti e dà una sua visione del mondo. Memorabile il finale, enigmatico come pochi, con la foto di Jack all’Overlook nel 1921. Il film è perciò nient’altro che una pellicola a cavallo tra passato e futuro, o forse non solo. Molte le domande senza risposta, moltissimi i messaggi nascosti. È uno dei pochi film che tutte le volte che si guarda fa paura: le visioni del bambino, l’idea di rendere una figura che teoricamente dovrebbe essere d’aiuto, come il padre e il marito, la più brutale forma di vita di tutti i tempi. Memorabili gli attori. Lloyd non reciterà mai più ed ora fa l’insegnante di scienze in una cittadina americana. In Italia è stato distribuito in un’edizione più corta di venti minuti.
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fedson
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martedì 26 febbraio 2013
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benvenuti all'overloook hotel!
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Stanley Kubrick sperimenta il genere horror con un caposaldo della storia del cinema, diventato uno dei film più paurosi, influenti ed enigmatici di ogni tempo: "The Shining". Ciò che fa il regista non è certo prendere il romanzo direttamente dal genio di Stephen King per darne una versione parallela e cinematografica al pubblico. Nossignore. Kubrick vuole andare oltre e, servendosi della follia del personaggio di Jack Torrance (Nicholson), intende esplorare in modo profondo, crudo e ostile l'impenetrabile struttura della mente umana, cercando così di mettere a fuoco l'essenza, le visioni, le immagini, il bene e il male della stessa. Jack Torrance, scrittore/padre fallito, accetta un posto di custode nell'immenso Overlook Hotel, luogo dalle stanze, dai corridoi e dai giardini misteriosi, oscuri e sinistri.
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Stanley Kubrick sperimenta il genere horror con un caposaldo della storia del cinema, diventato uno dei film più paurosi, influenti ed enigmatici di ogni tempo: "The Shining". Ciò che fa il regista non è certo prendere il romanzo direttamente dal genio di Stephen King per darne una versione parallela e cinematografica al pubblico. Nossignore. Kubrick vuole andare oltre e, servendosi della follia del personaggio di Jack Torrance (Nicholson), intende esplorare in modo profondo, crudo e ostile l'impenetrabile struttura della mente umana, cercando così di mettere a fuoco l'essenza, le visioni, le immagini, il bene e il male della stessa. Jack Torrance, scrittore/padre fallito, accetta un posto di custode nell'immenso Overlook Hotel, luogo dalle stanze, dai corridoi e dai giardini misteriosi, oscuri e sinistri. Rinchiuso nell'hotel con sua moglie e suo figlio, dotato di poteri paranormali che gli permettono di vedere passato, presente e futuro, Jack potrà fare affidamento solo sulla sua testa, sul controllo del corpo e della mente, senza permettere a questa di condurlo verso un delirio fisico e psicologico ormai prossimo. Enormi labirinti, immensi giardini, spazi vuoti e freddi che lo stesso regista userà come simboli ed allegorie per mostrarci, nel suo stile, tutto ciò al quale la mente umana va incontro quando è alle prese con la vera paura. Paura della solitudine, paura di delirare, paura di impazzire, paura di fare del male, perfino la paura nei confronti delle persone che si amano. Così facendo, è lo stesso Kubrick a disegnare un astruso labirinto nei nostri confronti, articolando il film con personaggi, ambienti, riflessioni e condizioni, amalgamandoli con angoscianti e sinistrissimi colori e luci che cercheranno di aprirci le porte, le oscure porte, verso una terribile realtà pronta a tramutarsi in un vero incubo. Tramite un geniale uso tecnico della cinepresa, il Maestro Kubrick evidenzia i tratti più inquietanti e avversi del folle Jack Torrance (un'inappellabile Jack Nicholson in una delle sue migliori performance), del malefico Overlook Hotel e delle sue stanze e dei suoi segreti più intimi e nefasti, dando prova di avere un grandissimo talento perfino nel genere horror, smascherandolo in tutti i suoi subdoli e complessi profili per mezzo di motivi musicali e colonne sonore minacciose, che sembrano prendere la forma di parte delle forze del Male che si aggirano e si nascondono nell'hotel. Film maledettamente bello, dannatamente freddo e terribilmente inquietante, specie nel misterioso finale! L'horror secondo Kubrick! Signori, benvenuti all'Overlook Hotel!
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shiningeyes
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domenica 24 febbraio 2013
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kubrick due passi avanti nella storia
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Il romanzo da cui è tratto il film, è uno dei capolavori della letteratura mondiale.
Il libro, letto con totale abnegazione e coinvolgimento, riesce a mandarti all'interno degli orrori dell'Overlook Hotel in una maniera che pochi libri sanno fare.
Perciò, mi pare logico aspettarsi tanto in un adattamento cinematografico diretto nientedimeno che da Kubrick.
Kubrick cambia le regole, non esiste che debba seguire a puntino le istruzioni lasciate dal romanzo, spolpa il romanzo di elementi importanti:il passato di Jack Torrance, l'amico Al Shockley e altro.
Trasfigura le immagini del libro, presentandoci una non certamente bella Shelley Duvall nella parte della bella e più assennata Wendy romanzesca; cambia l'arma di Jack, soprattutto.
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Il romanzo da cui è tratto il film, è uno dei capolavori della letteratura mondiale.
Il libro, letto con totale abnegazione e coinvolgimento, riesce a mandarti all'interno degli orrori dell'Overlook Hotel in una maniera che pochi libri sanno fare.
Perciò, mi pare logico aspettarsi tanto in un adattamento cinematografico diretto nientedimeno che da Kubrick.
Kubrick cambia le regole, non esiste che debba seguire a puntino le istruzioni lasciate dal romanzo, spolpa il romanzo di elementi importanti:il passato di Jack Torrance, l'amico Al Shockley e altro.
Trasfigura le immagini del libro, presentandoci una non certamente bella Shelley Duvall nella parte della bella e più assennata Wendy romanzesca; cambia l'arma di Jack, soprattutto.
E' un errore agire così? No, io dico di no. Ritengo che un adattamento più fedele mi sarebbe piaciuto, ma non sarebbe stato un film alla Kubrick.
Ed è il nostro Kubrick a regalarci il, probabilmente, più bel film horror della storia del cinema, i pochi elementi fedeli del romanzo li trasforma in incubi veri e propri, turbando il sonno di quasi tutti gli spettatori che lo hanno visto; spinge gli attori oltre il limite delle proprie capacità, stressando Shelley Duvall per renderla convincente e facendo leva sulla presunta pazzia di Jack Nicholson, capace di dare una delle migliori prove recitative che abbiamo mai visto; e, non contento, usa la dolcezza e tranquillità che si deve porre davanti ad un bambino, spiegandogli che è tutto un gioco.
La geometria ossessiva per le inquadrature, la ricercatezza della scenografia ed i terrorizzanti montaggi flash sono roba d'alta scuola cinematografica, che darà ispirazione a generazioni di registi.
Lo studio dell'uomo che viene reso primitivo e non antepone l'affetto per la propria famiglia, che cede ai demoni; sono tutte cose che in un solo film si sintetizzano e funzionano, con il risultato di far passare alla storia un film, che è stato immeritatamente snobbato dalla critica dell'epoca.
Mio caro Stanley, tu sei sempre stato non uno, ma due passi avanti rispetto alla storia.
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