dantoco 96
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sabato 31 dicembre 2011
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il "maestro"colpisce ancora
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Shining(“The shining”,letteralmente “La luccicanza”)questo il titolo di una delle pietre miliari della cinematografia mondiale,firmata(anzi “incisa”)Stanley Kubrick. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1977 di Stephen King(anche se la pellicola è del 1980),è diretto da un maestro della “settima arte”quale Stanley Kubrick ed infine recitato da un cast di attori decisamente azzeccato, tra i quali spicca indubbiamente un grande Jack Nicholson,reduce del successo di Qualcuno volò sul nido del cuculo(1975)grazie al quale ebbe anche un oscar,che in Shining presta il volto allo schizofrenico Jack Torrance in un’interpretazione a dir poco magistrale,cult,da oscar(stranamente non ricevuto)che resterà senza ombra di dubbio nella storia del cinema.
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Shining(“The shining”,letteralmente “La luccicanza”)questo il titolo di una delle pietre miliari della cinematografia mondiale,firmata(anzi “incisa”)Stanley Kubrick. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1977 di Stephen King(anche se la pellicola è del 1980),è diretto da un maestro della “settima arte”quale Stanley Kubrick ed infine recitato da un cast di attori decisamente azzeccato, tra i quali spicca indubbiamente un grande Jack Nicholson,reduce del successo di Qualcuno volò sul nido del cuculo(1975)grazie al quale ebbe anche un oscar,che in Shining presta il volto allo schizofrenico Jack Torrance in un’interpretazione a dir poco magistrale,cult,da oscar(stranamente non ricevuto)che resterà senza ombra di dubbio nella storia del cinema. Shining è decisamente un film unico nel suo genere,infatti,a mio avviso,nella sua unicità esso si discosta non poco dal genere horror tradizionale,passando,invece,per ben altri generi quali il thriller e il fantascientifico. Quindi Shining risulta essere per lo più un intenso e complesso thriller psicologico che ribadisce ancora una volta dopo le precedenti pellicole la complessa filosofia Kubrickiana. In particolare a fare di questo film un vero capolavoro è un coacervo di elementi sapientemente amalgamati quali: 1)l’atmosfera,essa diventa parte essenziale del film,facendosi portatrice di una molteplicità di significati simbolici. Un’atmosfera fatta di tempi e di spazi a dir poco improbabili quasi onirici,i primi tendenti al collasso,i secondi labirintici,proprio come la mente e la psicologia dei personaggi intorno alla quale gravita il film; 2)il ritmo, per quanto riguarda questo aspetto,il film è letteralmente immerso dall’inizio alla fine in un clima di costante tensione,insomma si potrebbe dire che Shining è un film “costruito con la suspense”;3)il film presenta una notevole qualità a livello tecnico (luci,colori,ecc..)e tecnologico(riprese eccellenti,ormai cult);4)Shining presenta un’apparente difetto: l’inesplicabilità(il film resta un “rompicapo senza soluzione”) ma che è,a mio avviso, la sua più grande peculiarità. Concludendo ritengo che,senza dubbio,Shining rientri a pieno titolo nella“Hall of Fame”del cinema di questo secolo.
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paolo 67
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venerdì 9 dicembre 2011
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la ricerca del senso del (e nel) cinema
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Decifrare questo film pone più di un problema. Kubrick ha sempre stimato che il cinema si rivolga più al subconscio che all'intelletto. Considerato come film horror, "Shining" è perfino troppo programmato per i canoni del genere. Già il nome dell'albergo riassume i vari tipi di rapporto con possibili fantasmi (la superiorità, l'invisibilità, la noncuranza, la ricerca, i poteri paranormali). Nel film compaiono tutti i temi del fantastico. Ma dove è assolutamente straordinario è nel raccontare la Storia e le storie nel riflesso dell'inconscio collettivo, con una operazione semplice quanto geniale, raggiungendole nelle stratificazioni dell'inconscio, sintesi di ogni tempo. Le inquietanti apparizioni dei fantasmi mostrano di essere fatte di una natura non umana.
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Decifrare questo film pone più di un problema. Kubrick ha sempre stimato che il cinema si rivolga più al subconscio che all'intelletto. Considerato come film horror, "Shining" è perfino troppo programmato per i canoni del genere. Già il nome dell'albergo riassume i vari tipi di rapporto con possibili fantasmi (la superiorità, l'invisibilità, la noncuranza, la ricerca, i poteri paranormali). Nel film compaiono tutti i temi del fantastico. Ma dove è assolutamente straordinario è nel raccontare la Storia e le storie nel riflesso dell'inconscio collettivo, con una operazione semplice quanto geniale, raggiungendole nelle stratificazioni dell'inconscio, sintesi di ogni tempo. Le inquietanti apparizioni dei fantasmi mostrano di essere fatte di una natura non umana. La scena della stanza proibita richiama "Lolita" (l'entrata del protagonista nel bagno dove immagina di uccidere la moglie, cui allude la donna morta, altra faccia oltre lo specchio -la madre- di quella giovane) e "2001" (la scena nella stanza del Settecento, colla visione della vasca da bagno su cui si sente un grido di aiuto), in una realtà che si manifesta in tempi e spazi diversi (con lo scandaloso legame tra amore e morte e la lettura in chiave edipica del rapporto sessuale). Kubrick dà per dato di fatto l'accettazione da parte dello spettatore dei fenomeni extrasensoriali, come la telepatia. Come in "2001", affronta il tema dell'immortalità, sottolinenando come si ottenga al prezzo di tutto ciò che è umano, e affronta il rapporto con un'altra dimensione suscitando la stessa fascinazione e lo stesso orrore, quel timore ancestrale dei nostri antichi progenitori di fronte alla violenza e al mistero (le apparizioni, come quella della festa, hanno qualcosa di magico), placando l'angoscia con rituali e sacrifici per propiziarsi gli dei (non a caso una delle musiche usate da Kubrick come playback era "La sagra della primavera" che tratta di un antico rito pagano che culminava nel sacrificio di una vergine). In questo film senso di colpa e desiderio appaiono indissolubilmente legati. La morte suscita attrazione, per esempio nella immagine delle gemelline, cui il bambino si sottrae, come da sirene, chiudendo gli occhi (così come si salverà dal padre omicida tornando sui propri passi e operando un inganno spazio-temporale. "Shining" è anche la visione, il cinema, l'esperienza ipnotica, mortifera, in cui lo spettatore si annulla, subendo le immagini, necessaria per raggiungere una nuova razionalità (con la sua coscienza morale) superando l'esperienza passiva. Kubrick rinnova lo scandalo del ritorno del rimosso dalla civiltà. Il Settecento, padre del razionalismo, è anche il secolo d'oro della letteratura fantastica: Kubrick nell'atto di ridurre all'essenziale, si sporge sull'orlo dell'abisso, su quello che doveva rimanere celato (il perturbante di cui parla Freud, per cui quello che ci era fino ad allora familiare rivela improvvisamente una faccia nascosta e contraria). Fin dall'inizio del film, si notano sconcerti per la ragione, come il punto di vista della prima inquadratura che sembra non stare da nessuna parte, preludio al senso arcano che permea il film, che non si spiega con la normale logica. Il mistero è lo stesso dei nostri più lontani progenitori: il film è esorcismo moderno, catarsi collettiva, con l'artista (la società ha sempre avuto bisogno degli artisti) ordinatore del rito.
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paolo 67
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martedì 29 novembre 2011
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un'altra promessa d'immortalità (dopo "2001")?
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Dopo l'insuccesso di "Barry Lyndon" ("Possibile che la Warner Bros sia così stupida da non capire la lezione e lasciar fare a Kubrick questo film?" -scrisse "Variety"-) e secono alcuni invidioso del successo de "L'esorcista" (che era stato in predicato di dirigere), Kubrick si accinse, nel suo stile di visitazione dei generi, alla riduzione del romanzo horror di Stephen King, che in realtà stravolse perchè adottato in virtù unicamente del soggetto, che si prestava alle risonanze metafisiche che legano in fortissima unità questo capolavoro, superato forse per audacia tecnico-stilistica solo da "Eyes Wide Shut", a tutta la produzione kubrickiana.
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Dopo l'insuccesso di "Barry Lyndon" ("Possibile che la Warner Bros sia così stupida da non capire la lezione e lasciar fare a Kubrick questo film?" -scrisse "Variety"-) e secono alcuni invidioso del successo de "L'esorcista" (che era stato in predicato di dirigere), Kubrick si accinse, nel suo stile di visitazione dei generi, alla riduzione del romanzo horror di Stephen King, che in realtà stravolse perchè adottato in virtù unicamente del soggetto, che si prestava alle risonanze metafisiche che legano in fortissima unità questo capolavoro, superato forse per audacia tecnico-stilistica solo da "Eyes Wide Shut", a tutta la produzione kubrickiana. Come Antonioni in "Blow up", Kubrick si interroga sulla soggettività della percezione del reale e sulla demarcazione tra realtà e immaginazione, e usa la macchina da presa come un terzo occhio (al quale in qualche modo allude il nome dell'hotel), spingendo la tecnica fino a far sospettare quello che si potrebbe celare dietro le apparenze (l'uso della steadycam col grandangolo sembra suggerire un tunnel spazio-temporale). Le apparizioni dei fantasmi, in piena luce (come risultano dai racconti delle visioni) sembrano venire da una stratificazione del tempo nello spazio. Il sangue che esce dalle porte dell'ascensore, come il monolito in "2001" rimanda a un'ordine superiore. Molto genialmente Kubrick sfrutta l'istrionismo di Jack Nicholson per rendere il senso di una possessione (diabolica?), come una marionetta mossa da fili invisibili retti da entità inconoscibili. L'antagonismo della coppia, sempre presente nei film di Kubrick (anche quando è risolto positivamente come in "Eyes wide shut") è rappresentato qui in senso negativo e distruttivo: è sufficiente che il protagonista arrivi preparato psicologicamente all'hotel, coi sentimenti negativi verso la moglie e il figlio: i suoi istinti rimossi, non più sublimati nel lavoro di scrittore (egli ha un inquietante sogno premonitore) entreranno in risonanza con quanto rinchiuso da sempre e per sempre nell'hotel, rappresentato dal quadro finale, fotogramma fisso (così come i fantasmi hanno qualcosa di fotografico, di cartaceo: le gemelline, apparizione che comunica una emozione metafisica da far rizzare i capelli, sovrannaturale, inquietante con qualcosa di scandaloso, sono riprese fedelmente da una celebre fotografia). Nell'ultima sequenza, ripetuta decine di volte e mai riuscita perfettamente, tra l'altro sottolineata da una canzone in cui Kubrick indovina una sconcertante rappresentatività ultratombale insieme a una beffarda ironia, il regista ha voluto rappresentare la compresenza dei tempi e degli spazi, raggelati nell'istante della fotografia (che si scioglie nel cinema, illusione dovuta alla successione di fotogrammi). Jack in quel ritratto è l'espressione di un eterno ritorno: una delle possibili apparizioni terrene del superuomo nietzschiano, al negativo (come l'Alex di "Arancia meccanica": "Non c'è dubbio che i buoni e i giusti chiamerebbero diavolo il superuomo"). Danny, invece, ne sarebbe la realizzazione positiva, il bambino-luce (quello del finale di "2001") che dona la virtù e redime. A sostegno di questa ipotesi sarebbe il manifesto originale del film disegnato da Saul Bass (il più grande autore di titoli di testa della storia del cinema) che raffigura gli occhi sbarrati del bambino molto simili a quelli del feto astrale in uno dei manifesti di "2001". Lo "shining" del bambino, a differenza della schizofrenia di Jack, dato nefasto di cultura, ambizioni fallite e frustrazioni accumulate, è, come quello del nero, vicinanza al mondo magico della fase dell'uomo primitivo antecedente alla civiltà, alla storia e alla cultura (cui comunque appartiene il nero adulto, e per ciò vittima sacrificale). Creandosi un amico immaginario, giocando, Danny razionalizza le proprie visioni mentre il padre preda dell'irrazionalità regredisce nel ritorno del rimosso. Nel labirinto (luogo mitico e simbolico), ove si svolge il conflitto tra la vita e la morte, tra Teseo eroe solare e il Minotauro l'intelligenza del bambino (Pollicino) vince sull'istinto, sul'essere bruto ormai incarnato da Jack. I numerosi errori di continuità del film sono evidentemente intenzionali per perturbare lo spettatore nei suoi normali punti di riferimento e dargli il senso di uno stravolgimento delle coordinate spazio-temporali. La luce è usata in funzione espressiva per dare il senso di una opprimente claustrofobia, della mancanza dell'aria aperta e di una porta spalancata sul lato oscuro della psiche, sul mistero del male insito nella natura umana (Kubrick ebbe a dire addirittura: "Non ci si deve meravigliare del male, ma semmai del bene"). Ma Kubrick considerava "Shining" un film ottimista: "In fondo parla di fantasmi: se esistono, allora c'è qualcosa oltre l'oblio che ci attende dopo la tomba". Il montaggio sembra avvalorare la tesi di super-poteri del bambino (nella scena in cui il padre incontra la morte altra faccia di Eros, Danny si vendicherebbe delle trascuratezze del padre, che gli aveva anche slogato la spalla una volta -l'atto edipico del padre precede quello del bambino- in un accesso d'ira). Ma al di là delle interpretazioni filosofiche, la straordinaria lavorazione formale, così come avviene nelle grandi opere d'arte, è la ragione della grandezza di questo film (come di tutta l'opera kubrickiana). Kubrick è un autore nella grande tradizione dei Mèlies e dei Griffith, che creavano spettacoli meravigliosi e insieme sperimentavano, portando avanti il cinema. La rievocazione dei "ruggenti" anni '20, propria anche della fotografia finale del film, nel momento della massima floridezza e spensieratezza della nazione americana (che precedette il crack economico) nell'anniversario della sua rivoluzione (che rappresenta anche la sconfitta dell'autorità, dunque riproponendo il dramma edipico a livello storico), è un momento di cinema stupefacente che esprime anche quella nota nostalgica, che l'ironia non cancella, cara a Kubrick e presente in tutti i suoi film, che egli ha cercato qui come sempre di mettere in equilibrio con tutti gli elementi nell'universo centripeto di un film, o magari, da vecchio fotografo, di una fotografia.
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tiamaster
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mercoledì 7 settembre 2011
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da stephen king a kubrick
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un grande scrittore e un grande regista.cosa poteva andare storto??il film è una rivoluzione del genere,un capolavoro che tiene testa all'esorcista,ricco di suspance e angoscia,non annoia mai,veramente terrorizzante.imperdibile per chi vuole vedere un capolavoro assoluto.consigliatissimo,guardarelo,non ve ne pentirete!!!
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thulsa doom
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domenica 28 agosto 2011
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grande film, ma che libro! (voto reale 3,5 stelle)
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In giovanissima età, quando lo vidi per la prima volta, rimasi letteralmente esterrefatto da questo film, considerandolo per anni il mio horror preferito e l'avrei giudicato di sicuro con il massimo dei voti. Oggi, dopo aver letto il libro, sono costretto a fare un piccolo passo indietro e nel rivederlo, sempre e comunque volontieri, lo reputo ancora ottimamente, ma l'opera cartacea di Stephen King merita molto di più.
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dellos
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sabato 6 agosto 2011
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capolavoro horror, con un grande nicholson
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Kubrick si cimenta pure nell'ambito horror e ne esce sicuramente vincitore. Con una grande regia e le ottime interpretazioni degli attori, il film non poteva essere che un capolavoro. Film che non ci fa spaventare con colpi, ma con la psicologia umana.
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mondolariano
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lunedì 23 maggio 2011
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sì ma la morale qual'è?...
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In questo celebre film non trovo alcun messaggio. Una perfetta macchina per infondere paura, fatta solo per questo. Ci riesce benissimo, al vertice della graduatoria nel filone del terrore. Ma niente di più. C’è la sensazione paranormale di una strage già avvenuta in passato nello stesso albergo: e allora? Vogliamo trovare un senso anche nell’apparizione delle gemelle nel corridoio o nell’inseguimento del diabolico Nicholson armato di coltello? L’unico significato mi sembra quello del fallimento esistenziale che sfocia nella follia, ma di tanta violenza gratuita ne farei volentieri a meno.
Sopravvalutato.
[+] fidati, c'è, eccome!
(di marco michielis)
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weach
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domenica 17 aprile 2011
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un film enigmatico , introspettivo thriller lucido
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The Shining
Di stanley kubrick
Anno di produzione 1980.
Cominciamo , per chiarezza, da una intervista resa da Stanley Kubrick al Newsweek il 3 gennaio 1972: ”odio che mi si chieda come “funziona un mio film , cosa avevo in mente , e così via .Dal momento che (il cinema )si muove su di un livello non solo (verbale ), l’ambiguità è invitabile.
Ma è l’ambiguità di ogni arte , di un bel pezzo di musica o di un dipinto;”spiegarli” non ha senso , ha solo un superficiale significato “culturale “ buono per i critici e gli insegnanti che devono guadagnarsi da vivere “
Altro??? Si!!
Aggiungo , è vero, “inscatolare “un produzione artistica equivale a danneggiare la sua libera fluttuazione energetica multi direzionale; significa svilire un esperienza che proietta l’artista verso un contatto con “l’afflato di Dio “;l’arte è performance creativa di qualcosa che prima non esisteva ed ora è qui accanto a noi indefinibile ma ammirabile, assorbibile,illuminante,intuitiva.
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The Shining
Di stanley kubrick
Anno di produzione 1980.
Cominciamo , per chiarezza, da una intervista resa da Stanley Kubrick al Newsweek il 3 gennaio 1972: ”odio che mi si chieda come “funziona un mio film , cosa avevo in mente , e così via .Dal momento che (il cinema )si muove su di un livello non solo (verbale ), l’ambiguità è invitabile.
Ma è l’ambiguità di ogni arte , di un bel pezzo di musica o di un dipinto;”spiegarli” non ha senso , ha solo un superficiale significato “culturale “ buono per i critici e gli insegnanti che devono guadagnarsi da vivere “
Altro??? Si!!
Aggiungo , è vero, “inscatolare “un produzione artistica equivale a danneggiare la sua libera fluttuazione energetica multi direzionale; significa svilire un esperienza che proietta l’artista verso un contatto con “l’afflato di Dio “;l’arte è performance creativa di qualcosa che prima non esisteva ed ora è qui accanto a noi indefinibile ma ammirabile, assorbibile,illuminante,intuitiva.
Chiarita la premessa “entriamo” in The Shining .
Perché trarre ispirazione da un romanzo dell’ orrore ed in particolare dall’omonimo romanzo di Stefen King ?
Bella domanda!!ma è altrettanto evidente la risposta ; King è solo uno spunto, poi di prepotenza entra Kubrick elaborando un film , diverso,più articolato, meno leggibile , aperto, proprio come vuole questo grande genio indiscusso.
Il film fu talmente diverso dal l romanzo che, stizzito, King, non si sentì mai di esprimere giudizi positivi sul lavoro di Kubrick, del resto kubrick prese spunto solamente dal citato romanzo solo per poi espandere la sua idea di introspezione psicologica articolata,uscendo la classico horror parapsicologico o spiritista..
Qualcuno chiese a Kubrick le motivazioni di siffatta rielaborazione della storia ma il suo silenzio fu la vera risposta che concesse a chi domandava .
Da interpretazioni di discorsi, interviste, pensieri personali di Kubrick oggi appare evidente che un semplice film horror, calato nella materia ed nell’immanenza non avrebbe consentito di sviluppare l’introspezione psicologica o psichiatrica che si voleva affrontare nel silenzio, nella solitudine , durante un intenso viaggio dentro noi stessi..
Finalmente in questa nuova veste Shining diviene un “documento aperto” consentendo allo spettatore di “irrompere nel film con la sua personalissima lettura….così nasce il dibattito ed il mito di un capolavoro.
La visone horror e parapsicologica del male trasmuta in thriller psicologico, fantastico ,irrequieto, schizofrenico, minaccioso, introspettivo,enigmatico, emblematico.
Jack Torrens scrittore, alias Jack Nicholson, oggi in presidio invernale dell’ hotel. sente presenze del male che fu, le fa sue percependo vibrazioni negli ambienti vuoti e spaziali nel silenzio della montagna;Jack cambia velocemente comportante , diviene conflittuale con sua moglie Werdy ed il figlio Danny; sopraggiunge in lui anche una follia omicida: è solo la pazzia dell‘uomo che cresce nel silenzio oppure sono reali gli influssi negativi dell’ albergo ?Non è data risposta ma aperto è il dibattito per noi spettatori ci sentiamo coinvolti nel cercare la nostra lettura..
Ad esempio affiora o subito una domanda :perché Wenduy e Denny non sentono influssi negativi dell’ambiente circostante come invece Jack Torrens?
Diamo la nostra lettura.
Stanley Kubrick era perfettamente consapevole del dramma dell’ uomo ,che in continuo conflitto con se stesso, in realtà obbedisce a forze cosmiche primordiali,complementari,contrapposte , con autorevolezza descritte dalla scuola Taoista quella dell’yin e dello yung , forze presenti in tutto l’universo conosciuto , sia nell’infinitamente piccolo che nell’ infinitamente grande;due forze unite e sperate nello stesso tempo da una forza che le neutralizza ;le similitudini sono evidenti con le moderne conoscenze sulla struttura delle forze che operano all’interno atomo.
Su di un piano spirituale queste due forze , sopra descritte,sono viste come soma e psiche oppure paura ed amore ;o ancora voglia di armonizzare e distruggere ,capacità di condividere o separare
Nel nostro film i personaggi rivestono i ruoli fisici degli gli opposti energetici, necessari entrambi perché possa esistere un campo energetico in dinamica espansione ed in possibile esplorazione .
C’è speranza in un a vittoria del energie positive su quelle negative:? Implicita è la risposta :a volte prevarranno le une , in altre situazione le altre , lungi da un giudizio di ordine morale, entrambe sono indispensabili perché si possano marcare le altre come opposte;dove prevarrà un indirizzo energetico in altro contesto prevarrà l’opposto.
Per completezza parleremo ora delle immagini, della musica , della simbologia , della” luccicanza.”
La musica pe rKubirck, strumento noto per accedere a livelli più profondi di comunicazione,nel film si integra mirabilmente con le immagini ; il linguaggio sonoro e visivo divengono un unico imput;per entrare nel merito delle scelte musicali di Kubrick dobbiamo rilevare che nel caso di specie parliamo appropriatamente di un collage musicale : sintesi di lavoro di più collaborazioni vedi quella di Wendy Carlos,Rachael Elkind, Béla Bartonòk il tutto integrato con vari motivi ballabili degli anni “20 e “30.
Le immagini sono la conseguenza dell’ utilizzo di tecnologie innovative quali quella della macchina da presa la steadycam che da l’opportunità di cogliere movimenti veloci senza perdere in nitidezza ;poi le inquadrature a distanza che lentamente si sovrappongono a quello a ridosso del soggetto che agisce nel proscenio: il lento incedere della cinepresa genera attesa , ansia , aspettativa.
Circa le simbologie in Shining qualcuno ha parlato del labrinto. “luogo di ricerca istintiva, dove in ogni svolta ,senza occhi e senza memoria,è richiesto un atto di fede ; il labirinto è comunque luogo creato dalla mente per annientare e mettere in scacco noi stessi.”
Il labirinto è “groviglio della psiche” che è in conflitto con l’istinto di morte che nel nostro caso si vorrebbe consumare all’interno del nucleo familiare .
L’enigma resta denso di vibrazione in noi che osserviamo questo capolavoro, patrimonio infinito per noi tutti se vogliamo cercare in uno spazio più ampio.
“Luccicanza” , no grazie , se ne è parlato troppo, non amo la traduzione in italiano del temine inglese e probabilmente anche Kubrick dissentirebbe, non ne facciamo un ulteriore labirinto inutile!!!!
Buona visione al cospetto di un capolavoro che vale 5 stelle d’oro luccicanti.
Weach lilluminati
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marco michielis
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martedì 8 marzo 2011
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la festa del male: il terrore più puro!
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Nel 1980 Kubrick traeva dal romanzo di Stephen King un film destinato a diventare uno dei miglior film horror di sempre, se non il migliore in assoluto. Per lui questo genere era una sfida nuova e riuscì a vincerla, come sempre a modo suo. Tutti infatti sappiamo come alcune delle caratteristiche fondamentali del cinema horror siano la suspance, il brivido, il terrore e il sangue. Ebbene Kubrick riuscì a riunire tutti questi elementi in un capolavoro indimenticabile, senza però accostarsi ad alcun horror precedente per tipologia: sfido chi eventualmente l'abbia visto ad individuarmi anche il più microscopico "spacco", come vengono chiamati in gergo i momenti di maggior tensione emotiva.
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Nel 1980 Kubrick traeva dal romanzo di Stephen King un film destinato a diventare uno dei miglior film horror di sempre, se non il migliore in assoluto. Per lui questo genere era una sfida nuova e riuscì a vincerla, come sempre a modo suo. Tutti infatti sappiamo come alcune delle caratteristiche fondamentali del cinema horror siano la suspance, il brivido, il terrore e il sangue. Ebbene Kubrick riuscì a riunire tutti questi elementi in un capolavoro indimenticabile, senza però accostarsi ad alcun horror precedente per tipologia: sfido chi eventualmente l'abbia visto ad individuarmi anche il più microscopico "spacco", come vengono chiamati in gergo i momenti di maggior tensione emotiva. Non c'è nemmeno uno. Eppure, vuoi per il clima sinistro che si respira nell' Overlook, vuoi per l'inquietante colonna sonora, vuoi per la magistrale performance di uno straordinario Jack Nicholoson, "The shinig" è diventato l'emblema stesso della paura.
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lady libro
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sabato 26 febbraio 2011
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l'horror più bello del mondo
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Detesto i film horror, ma questo mi è piaciuto veramente moltissimo!!
Stanley Kubrick era un regista veramente fantastico (non a caso, infatti, lui e i suoi film hanno fatto storia!).
Il film è coinvolgente e ricco di suspense, sempre pronto a sorprendere lo spettatore.
Jack Nicholson è veramente un attore bravissimo e il suo ruolo di Jack Torrance è stato a dir poco suggestivo.
Brava anche Shelley Duvall anche se si poteva scegliere un'attrice un po'più carina fisicamente.
Un po' antipatico e insopportabile Danny Lloyd.
Ma nonostante ciò, questo storico film merita veramente di essere visto e rivisto!
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