Shining |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers.
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Titolo originale The Shining.
Eventi,
Ratings: Kids+16,
durata 116 min.
- USA 1980.
- Lucky Red
- VM 14 -
MYMONETRO
Shining
valutazione media:
4,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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E' una splendida festa (di morte), non è vero?di pacittipaoloFeedback: 1203 | altri commenti e recensioni di pacittipaolo |
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lunedì 23 dicembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film mostra i vivi e i morti, induce a credere al soprannaturale (anche se con virtuosismo sono state proposte letture razionali, come che sia stato Danny ad aprire la porta dove Wendy ha rinchiuso Jack, per attirarlo nella trappola mortale del labirinto, difendendosi dal padre-orco che lo vuole uccidere), ai fantasmi, rappresentati secondo quelli che Kubrick siano le più convincenti resoconti (visioni brusche e brevi, ma come se fossero realmente presenti). Lo shining è una dote parziale: se Danny avesse visioni perfette non esisterebbe la storia, potrebbe preavvertire tutti. E non impedisce al cuoco, che pure lo possiede, di morire ammazzato. E' l'astuzia del bambino (bella la coppia tra il cuoco di colore Halloran e Danny), intelligente più del padre, ex insegnante e scrittore frustrato e fallito (e bisognoso di alcolici) a salvarlo. Wendy, il personaggio più buono di tutta la filmografia kubrickiana, viene contaminata dallo shining solo alla fine (in una scena tagliata dalla versione fuori degli USA vede dei morti). “E' la storia di una famiglia che impazzisce insieme” ebbe a dire Kubrick, ma il film possiede tali letture che critici-filosofi lo pongono al vertice della filmografia kubrickiana, più di 2001, oltre che uno dei film migliori della storia del cinema (cosa che potrà sorprendere chi lo considera una barba oltre che una storia deprimente, ancora una volta l'unanimità - sopratutto critica - per Kubrick non c'è). Danny è schizofrenico dall'inizio del film, parla con un amico immaginario (razionalizzazione delle sue visioni soprannaturali e degli abusi subiti dal padre, abbastanza chiaramente un alcolizzato violento cui Wendy, pur madre amorevole, rappresenta la classica moglie debole riguardo gli abusi del padre al figlio), mentre la follia di Jack non tarda a manifestarsi nel film già dalle prime battute. Kubrick ha girato il film con delle incongruenze volute, così lo spettatore è trasportato in un clima folle (e la musica aiuta) sempre più progressivamente, e la tecnica non è mai fine a se stessa, come nelle corse folli della steadycam, con operatore lo stesso inventore della stessa. Secondo la sua personalissima poesia Kubrick spinge la tecnica al limite, sull'orlo dell'abisso che circonda l'uomo, il mistero (presente in ogni film kubrickiano), la sovversione delle leggi del tempo e dello spazio, l'immaginario che non si distingue dalla realtà come si manifesta, ma a un certo punto non sappiamo più riconoscere se certe scene che vediamo siano proiezioni di menti malate o altre dimensioni spazio-temporali, o se queste magari non siano nomi diversi che diamo alla stessa cosa. Nicholson, attore colto e intelligente, trasferisce alcune sue qualità al personaggio del film (Kubrick lo considerava giustamente al livello delle più grandi stelle del cinema), ambiguo come tutti i protagonisti kubrickiani, molto diverso, come Wendy, dai coniugi del libro di Stephen King (che non ha mai apprezzato, giustamente dal suo punto di vista, il film), secondo un realismo difficile da digerire per chi crede che tutte le coppie si amino e si stimino e che tutti i padri amino i figli e non siano gelosi o invidiosi di loro. Ma questo non è Kubrick, che ha sempre cercato di essere obiettivo.
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