Shining |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers.
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Titolo originale The Shining.
Horror,
Ratings: Kids+16,
durata 116 min.
- USA 1980.
- Lucky Red
uscita lunedì 7 ottobre 2024.
- VM 14 -
MYMONETRO
Shining
valutazione media:
4,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un viaggio infernale nella spirale di follia umanadi rmarci 05Feedback: 12879 | altri commenti e recensioni di rmarci 05 |
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domenica 26 maggio 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il genio del cinema S. Kubrick traspone il best-seller di S. King, proponendone una versione molto personale che, se all'inizio si attiene al libro, risultando a tratti banale, successivamente si trasforma, in modo volutamente graduale, in un'apparentemente infinita spirale di follia, che scaturisce dalla cattiveria repressa, dalla deviazione di personalità e dalle più oscure perversioni situate nei meandri della mente dell'uomo. Esso è raffigurato come un essere imprevedibile ed indomabile, la cui preoccupante potenza distruttiva è portata, nel film, fino alle sue estreme conseguenze, in una storia costantemente in bilico tra realtà ed immaginazione, due elementi sempre in stretta relazione fra loro che si fondono e si scindono in modo volutamente ridondante, con lo scopo di trasmettere la delirante condizione psicologica del protagonista, un uomo divorato dalla sua schizofrenia collegata al tragico passato, ma soprattutto dalla sua impotenza difronte alla crisi creativa. Egli rappresenta, inoltre, tutta l'indicibile mostruosità dell'essere umano, elemento raccontato con lucido pessimismo soppiantato da un briciolo di speranza solamente nel finale. La fondamentale componente onirica è resa affascinante e meravigliosamente disturbante dall'eleganza formale della scenografia, delle ambientazioni, della colonna sonora e della fotografia geometrica, in cui molte inquadrature sono somiglianti a delle illusioni ottiche, che permeano il film di una inquietante ambiguità. Nel trio dei magistrali protagonisti emerge più di tutti J. Nicholson, che è riuscito, come quasi nessun attore nella storia del cinema, ad incarnare perfettamente la personificazione della follia. In ultima analisi, Shining è un'opera assai metaforica, le cui scene più famose, come il sangue che esce dalle pareti e il modellino del labirinto di cui Torrance osserva il centro, non sono altro che riflessioni sull'apparenza e sull'evolversi della malattia mentale. Le piccole esagerazioni grottesche tipiche di King non scalfiscono la tensione emotiva e la profondità psicologica di un film somigliante ad un manuale di psicologia, che è al contempo un'opera d'arte cinematografica in cui si sente molto il genio di Kubrick, ma da cui trasudano alcune tra le caratteristiche del cinema del maestro A. Hithcock. Ed in questo caso, può solo essere un valore aggiunto. 4.5 stelle su 5.
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