Shining |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers.
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Titolo originale The Shining.
Horror,
Ratings: Kids+16,
durata 116 min.
- USA 1980.
- Lucky Red
uscita lunedì 7 ottobre 2024.
- VM 14 -
MYMONETRO
Shining
valutazione media:
4,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La ricerca del senso del (e nel) cinemadi Paolo 67Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67 |
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venerdì 9 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Decifrare questo film pone più di un problema. Kubrick ha sempre stimato che il cinema si rivolga più al subconscio che all'intelletto. Considerato come film horror, "Shining" è perfino troppo programmato per i canoni del genere. Già il nome dell'albergo riassume i vari tipi di rapporto con possibili fantasmi (la superiorità, l'invisibilità, la noncuranza, la ricerca, i poteri paranormali). Nel film compaiono tutti i temi del fantastico. Ma dove è assolutamente straordinario è nel raccontare la Storia e le storie nel riflesso dell'inconscio collettivo, con una operazione semplice quanto geniale, raggiungendole nelle stratificazioni dell'inconscio, sintesi di ogni tempo. Le inquietanti apparizioni dei fantasmi mostrano di essere fatte di una natura non umana. La scena della stanza proibita richiama "Lolita" (l'entrata del protagonista nel bagno dove immagina di uccidere la moglie, cui allude la donna morta, altra faccia oltre lo specchio -la madre- di quella giovane) e "2001" (la scena nella stanza del Settecento, colla visione della vasca da bagno su cui si sente un grido di aiuto), in una realtà che si manifesta in tempi e spazi diversi (con lo scandaloso legame tra amore e morte e la lettura in chiave edipica del rapporto sessuale). Kubrick dà per dato di fatto l'accettazione da parte dello spettatore dei fenomeni extrasensoriali, come la telepatia. Come in "2001", affronta il tema dell'immortalità, sottolinenando come si ottenga al prezzo di tutto ciò che è umano, e affronta il rapporto con un'altra dimensione suscitando la stessa fascinazione e lo stesso orrore, quel timore ancestrale dei nostri antichi progenitori di fronte alla violenza e al mistero (le apparizioni, come quella della festa, hanno qualcosa di magico), placando l'angoscia con rituali e sacrifici per propiziarsi gli dei (non a caso una delle musiche usate da Kubrick come playback era "La sagra della primavera" che tratta di un antico rito pagano che culminava nel sacrificio di una vergine). In questo film senso di colpa e desiderio appaiono indissolubilmente legati. La morte suscita attrazione, per esempio nella immagine delle gemelline, cui il bambino si sottrae, come da sirene, chiudendo gli occhi (così come si salverà dal padre omicida tornando sui propri passi e operando un inganno spazio-temporale. "Shining" è anche la visione, il cinema, l'esperienza ipnotica, mortifera, in cui lo spettatore si annulla, subendo le immagini, necessaria per raggiungere una nuova razionalità (con la sua coscienza morale) superando l'esperienza passiva. Kubrick rinnova lo scandalo del ritorno del rimosso dalla civiltà. Il Settecento, padre del razionalismo, è anche il secolo d'oro della letteratura fantastica: Kubrick nell'atto di ridurre all'essenziale, si sporge sull'orlo dell'abisso, su quello che doveva rimanere celato (il perturbante di cui parla Freud, per cui quello che ci era fino ad allora familiare rivela improvvisamente una faccia nascosta e contraria). Fin dall'inizio del film, si notano sconcerti per la ragione, come il punto di vista della prima inquadratura che sembra non stare da nessuna parte, preludio al senso arcano che permea il film, che non si spiega con la normale logica. Il mistero è lo stesso dei nostri più lontani progenitori: il film è esorcismo moderno, catarsi collettiva, con l'artista (la società ha sempre avuto bisogno degli artisti) ordinatore del rito.
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