paolo 67
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giovedì 26 aprile 2012
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psicopatologia familiare e storica
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Probabilmente il film di Kubrick più denso da un punto di vista filosofico. Esso mostra diverse forme di schizofrenia, che Kubrick considerava rivelatrici, destinate ad andare in conflitto tra di loro. Il racconto infrange le barriere spazio-temporali, passa per il medioevo e fasi di pre-civiltà (o di altre civiltà) fino alla metempsicosi nel passato (preesistenza). In questo intrico di tutti i tempi Danny, al contrario del padre vittima di un condizionamento regressivo, ha visioni sia nel passato che nel futuro e un'immaginazione istintiva e creativa, è il bambino-luce, il divenire rispetto all'eterno ritorno rappresentato da Jack. O anche la rinascita, la redenzione rispetto al peccato, attraverso la morte, il sacrificio necessario e ingiusto (da ciò la tragedia).
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Probabilmente il film di Kubrick più denso da un punto di vista filosofico. Esso mostra diverse forme di schizofrenia, che Kubrick considerava rivelatrici, destinate ad andare in conflitto tra di loro. Il racconto infrange le barriere spazio-temporali, passa per il medioevo e fasi di pre-civiltà (o di altre civiltà) fino alla metempsicosi nel passato (preesistenza). In questo intrico di tutti i tempi Danny, al contrario del padre vittima di un condizionamento regressivo, ha visioni sia nel passato che nel futuro e un'immaginazione istintiva e creativa, è il bambino-luce, il divenire rispetto all'eterno ritorno rappresentato da Jack. O anche la rinascita, la redenzione rispetto al peccato, attraverso la morte, il sacrificio necessario e ingiusto (da ciò la tragedia). Questo e altri film di Kubrick sembrano dar ragione a Freud che affermava che “nella follia non c'è soltanto un metodo, ma un frammento di verità storica”
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paolo 67
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lunedì 23 aprile 2012
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un film definitivo
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SHINING sembra diretto da un extraterrestre. L'uso della steadycam fluttuante è la cifra stilistica principale del film, che inventa un classico nella scena di Danny sul triciclo. Apparentemente scarno, il film è densissimo e permette le più diverse angolazioni e livelli di lettura (da quella storica, con Jack appartenente da sempre a quella comunità cui Wendy e Danny sono estranei a quella psicologico-affettiva con gli orrori che provengono dall'interno di una famiglia disfunzionale). L'uomo di fronte alla natura e al mistero soccombe quando si presentano le circostanze (Kubrick rispetto al romanzo ha accentuato quelle soggettive e interiori). L'enorme talento di Nicholson, che ha reso la follia al cinema forse meglio di qualsiasi altro, caratterizza un vero orco, il lupo cattivo delle favole dei bambini.
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SHINING sembra diretto da un extraterrestre. L'uso della steadycam fluttuante è la cifra stilistica principale del film, che inventa un classico nella scena di Danny sul triciclo. Apparentemente scarno, il film è densissimo e permette le più diverse angolazioni e livelli di lettura (da quella storica, con Jack appartenente da sempre a quella comunità cui Wendy e Danny sono estranei a quella psicologico-affettiva con gli orrori che provengono dall'interno di una famiglia disfunzionale). L'uomo di fronte alla natura e al mistero soccombe quando si presentano le circostanze (Kubrick rispetto al romanzo ha accentuato quelle soggettive e interiori). L'enorme talento di Nicholson, che ha reso la follia al cinema forse meglio di qualsiasi altro, caratterizza un vero orco, il lupo cattivo delle favole dei bambini. Kubrick spinge tutto verso la perfezione, anche la colonna sonora (checchè ne dicano alcuni critici).
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toty bottalla
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lunedì 23 aprile 2012
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la classe dell'horror!
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Dalla mente di stephen king deviata da kubrick, un film dal grande fascino affidato alla follia di nicholson. Location suggestiva per una storia paurosamente ipnotica, meravigliosa la scena del bar col salone in festa in un sottofondo surreale. Forse qualche lacuna nel montaggio che poteva sveltire alcune sequenze senza suspance. Saluti.
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paolo 67
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martedì 3 aprile 2012
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metafisica filmica
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Il film ha una densità seconda solo a EYES WIDE SHUT nell'opera kubrickiana e forse non solo. Il film riepiloga i temi del genere fantastico, cercando di rappresentare la compresenza dei tempi e degli spazi, con la steadycam col suo fluttuare nel tunnel della stratificazione del tempo. Come in 2001, l'uomo è manipolato da oscure forze che lo sovrastano, non conoscibili. Il film è anche un eccezionale viaggio attraverso l'angoscia, penetrando nei più oscuri recessi della mente.
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killbillvol2
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venerdì 30 marzo 2012
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il miglior film horror di tutti i tempi
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Sembra impossibile, ma Stanley Kubrick riesce proprio a realizzareun film per ogni genere cinematografico. E così, dopo la fantascienza, il film storico, tocca al film della orrore, e Kubrick fa di questo romanzo di Stephen King un capolavoro della regia, ed il più bel film horror di tutti i tempi. Nicholson, insieme alla moglie e al figlio, si fa assumere come custode in ernale di un albergo sperduto nelle montagne. Ma questo hotel ha un passato che pian piano verrà in superficie, soprattutto sotto gli occhi del figlio di Nicholson, che grazie al suo amico immaginario, Tony, comincia a scoprire cose sempre più inquietanti sull'albergo. Finale ambiguo.
È un film di paura, ma anche di riflessioni sull'aldilà, e sulle vite passate(sembra che il protagonista sia già stato nell'hotel) e sul confine tra realtà e fantasia, tra lucidità e pazzia.
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Sembra impossibile, ma Stanley Kubrick riesce proprio a realizzareun film per ogni genere cinematografico. E così, dopo la fantascienza, il film storico, tocca al film della orrore, e Kubrick fa di questo romanzo di Stephen King un capolavoro della regia, ed il più bel film horror di tutti i tempi. Nicholson, insieme alla moglie e al figlio, si fa assumere come custode in ernale di un albergo sperduto nelle montagne. Ma questo hotel ha un passato che pian piano verrà in superficie, soprattutto sotto gli occhi del figlio di Nicholson, che grazie al suo amico immaginario, Tony, comincia a scoprire cose sempre più inquietanti sull'albergo. Finale ambiguo.
È un film di paura, ma anche di riflessioni sull'aldilà, e sulle vite passate(sembra che il protagonista sia già stato nell'hotel) e sul confine tra realtà e fantasia, tra lucidità e pazzia. Alcune scene sono da antologia, come quella nel labirinto, o l'uso della steadicam(inventata appositamente per il film) per riprendere i lunghi corridoi che il piccolo Danny Lloyd percorre con il triciclo... A Stephen King Non piacque questa versione cinematografica, e ne riadattò un film TV di tre ore, distrutto dalla critica. Questo è un capolavoro della regia cinematografica, ma può anche non piacere, ma è uno dei pochi film che sono riusciti a creare una tensione tanto alta da far esplodere lo schermo. Nicholson è bravissimo, e incute timore, con il suo sguardo malefico che a tutti noi ha perseguitato, almeno per una notte.
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oldpulp
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venerdì 23 marzo 2012
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maestro kubrick
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Uno dei più grandi film horror (se proprio lo si vuole racchiudere in questo genere) mai girati,alla cui regia c'è il leggendario maestro Stanley Kubrick.
Iniziamo col dire che il film non è un comune film horror, è molto di più, è una vera e propria discesa nel baratro della follia!
A farla da protagonista è il mitico Jack Nicholson (qui in una interpretazione davvero maestosa) che diventa completamente pazzo a causa della malefica presenza dell'Overlook Hotel, rappresentato egregiamente dal regista nei suoi immensi saloni e negli ampi spazi caldamente illuminati.
Il film è coinvolgente e straniante, è come se stessimo noi stessi nella testa del protagonista, e assistiamo alla sua incredibile trasformazione.
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Uno dei più grandi film horror (se proprio lo si vuole racchiudere in questo genere) mai girati,alla cui regia c'è il leggendario maestro Stanley Kubrick.
Iniziamo col dire che il film non è un comune film horror, è molto di più, è una vera e propria discesa nel baratro della follia!
A farla da protagonista è il mitico Jack Nicholson (qui in una interpretazione davvero maestosa) che diventa completamente pazzo a causa della malefica presenza dell'Overlook Hotel, rappresentato egregiamente dal regista nei suoi immensi saloni e negli ampi spazi caldamente illuminati.
Il film è coinvolgente e straniante, è come se stessimo noi stessi nella testa del protagonista, e assistiamo alla sua incredibile trasformazione.
Molte scene sono ormai divenute cult come quella memorabile del bar, oppure la mitica sequenza del"mattino ha l'oro in bocca"(All work and no play make Jack a dull boy) oltre ovviamente all'inquietante ghigno di Jack nella mitica frase "Here's Johnny!".
Da ricordare lo "scherzetto" che ci fa il grande Kubrick nel finale,che induce lo spettatore a riflettere e rivedere il film ancora.
In sostanza se non lo avete visto,fatelo al più presto! ogni cinefilo che si rispetti deve aver visto questo splendido capolavoro di regia,montaggio,sceneggiatura ecc..
Grazie Stephen King, Stanley Kubrick e grazie agli splendidi attori (ottimi la Duvall,il bambino e lo spaventoso mr. Grady) per aver firmato una tale opera.
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brando fioravanti
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venerdì 23 marzo 2012
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inquietante
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Questo film ha almeno due punti di forza. Il primo è nell avere creato dei limiti spazio temporali. Tutti viviamo in un limite spaziale ma non gli si da peso finche esso non diventa prettamente geometrico, visibile. Come per un uomo confinato nella cella di un carcere o per un guardiano dì albergo che non può varcare lìuscita per delle condizioni ambientali avverse. Il limite temporale si nota all'ultimo quando il protagonista compare nelle foto ricordo stampate molti anni prima. Come gli avvenimenti fossero destinati a ripetersi. Il secondo punto di forza e nell'avere scelto come assasino un elemento della famiglia, non Cè niente di più inquietante che perdere le proprie conoscienze ordinarie.
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Questo film ha almeno due punti di forza. Il primo è nell avere creato dei limiti spazio temporali. Tutti viviamo in un limite spaziale ma non gli si da peso finche esso non diventa prettamente geometrico, visibile. Come per un uomo confinato nella cella di un carcere o per un guardiano dì albergo che non può varcare lìuscita per delle condizioni ambientali avverse. Il limite temporale si nota all'ultimo quando il protagonista compare nelle foto ricordo stampate molti anni prima. Come gli avvenimenti fossero destinati a ripetersi. Il secondo punto di forza e nell'avere scelto come assasino un elemento della famiglia, non Cè niente di più inquietante che perdere le proprie conoscienze ordinarie. Ci si può aspettare qualsiasi cosa da uno sconosciuto, ma da un parente si ha la certezza che non può diventare pericoloso. Ottima la colonna sonora di wendy carlos e la regie di Kubrick. Nicolson è perfetto nel ruolo, Forse impazzisce troppo presto. La versione originale prevedeva un lento decrescimento della lucidità mentale del protagonista. Comunque rimane uno dei migliori horror mai girati.
Brando Fioravanti
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paolo 67
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venerdì 16 marzo 2012
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e se i tempi si incontrassero?
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Si viene e va da altri film (ad esempio da LOLITA, un film segretamente molto imparentato con SHINING). Il film è strutturato in modo da ingannare la logica e la razionalità, che è inadeguata rispetto a un'altro universo. Un'entropia sottolineata dalla musica. Siamo nell'ignoto, con apparizioni di in un'ordine superiore che governa innanzitutto chi si illude di governare (il regista stesso?) Kubrick è stato sicuramente un cineasta unico. Considerava Shining un film ottimista, proprio perchè parla di fantasmi (quindi di vita oltre la morte). Come in 2001 Kubrick cerca di rappresentare l'impensabile.
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Si viene e va da altri film (ad esempio da LOLITA, un film segretamente molto imparentato con SHINING). Il film è strutturato in modo da ingannare la logica e la razionalità, che è inadeguata rispetto a un'altro universo. Un'entropia sottolineata dalla musica. Siamo nell'ignoto, con apparizioni di in un'ordine superiore che governa innanzitutto chi si illude di governare (il regista stesso?) Kubrick è stato sicuramente un cineasta unico. Considerava Shining un film ottimista, proprio perchè parla di fantasmi (quindi di vita oltre la morte). Come in 2001 Kubrick cerca di rappresentare l'impensabile. L'azzeramento del tempo supera la barriera tra la vita e la morte. Il tempo fatto spazio è quello della memoria del luogo: la Storia. Una visione manipolatoria e deterministica quella di Kubrick. Il mistero intorno all'uomo. Nel film spira un'aria funeraria; siamo dentro la morte. Ad ogni passo attraversiamo uno specchio. L'apparenza inganna: qual è la verità? Cos'è la verità ? Kubrick estremizza l'esperienza visionaria. Le sue immagini hanno una tensione incalcolabile. Il tempo come luogo dove tutto è presente. Siamo circondati dai fantasmi?
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paolo 67
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lunedì 27 febbraio 2012
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il vero esorcista
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Dopo “2001” un'altro viaggio verso l'ignoto: la mente umana e la sua follia. Viaggio scioccante nel profondo degli abissi della mente umana, (il top probabilmente le scene in cui Danny corre sul suo triciclo lungo i corridoi dell'hotel maledetto e vede apparire le figlie del precedente custode che lo invitano a giocare con loro). L'Hoverlook Hotel rappresenta un eterno ritorno infernale che solo un bambino sembra poter invertire nel divenire perpetuo, l'altro senso del labirinto, percependo in anticipo il potere malefico, a differenza di Jack, oggetto passivo manipolato dalle forze oscure che abitano l'Hotel.
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Dopo “2001” un'altro viaggio verso l'ignoto: la mente umana e la sua follia. Viaggio scioccante nel profondo degli abissi della mente umana, (il top probabilmente le scene in cui Danny corre sul suo triciclo lungo i corridoi dell'hotel maledetto e vede apparire le figlie del precedente custode che lo invitano a giocare con loro). L'Hoverlook Hotel rappresenta un eterno ritorno infernale che solo un bambino sembra poter invertire nel divenire perpetuo, l'altro senso del labirinto, percependo in anticipo il potere malefico, a differenza di Jack, oggetto passivo manipolato dalle forze oscure che abitano l'Hotel. Il film può essere utile su un dibattito sulla schizofrenia, qui descritta nella sua forma più grave (schizofrenia paranoide a esordio tardivo), tema lungamente controverso circa le sue cause e oggetto di dispute anche politiche e ideologiche. Il film è anche sull'ipocrisia del non voler riconoscere, fuori e dentro di noi.
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paolo 67
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lunedì 6 febbraio 2012
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la verifica incerta
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A una trentina d'anni dalla sua uscita si è creduto o sospettato di individuare diversi presunti significati nascosti in SHINING, dai più credibili (e per lo più accettati) ai più controversi, stimolanti, ossessionati, curiosi, o almeno apparentemente ridicoli o assurdi. Imprese impossibili, folli, virtualmente infinite. Volendo, ci si può leggere tutta la Storia e tutte le storie.
Ma non è folle e impossibile la stessa impresa tentata da Kubrick con il film, ma “vinta per il solo fatto di essere osata” (Ghezzi)?
SHINING ha la struttura dell'inconscio del cervello. Il film porta lo spettatore nei più oscuri recessi della mente, in una dimensione dove l'essere e l'apparire non si distinguono.
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A una trentina d'anni dalla sua uscita si è creduto o sospettato di individuare diversi presunti significati nascosti in SHINING, dai più credibili (e per lo più accettati) ai più controversi, stimolanti, ossessionati, curiosi, o almeno apparentemente ridicoli o assurdi. Imprese impossibili, folli, virtualmente infinite. Volendo, ci si può leggere tutta la Storia e tutte le storie.
Ma non è folle e impossibile la stessa impresa tentata da Kubrick con il film, ma “vinta per il solo fatto di essere osata” (Ghezzi)?
SHINING ha la struttura dell'inconscio del cervello. Il film porta lo spettatore nei più oscuri recessi della mente, in una dimensione dove l'essere e l'apparire non si distinguono. Kubrick manda in crisi i modelli di controllo razionale dello spettatore attraverso una serie di voluti errori di continuità, ripetizioni e incongruenze spaziali portando subliminalmente lo spettatore in una deriva spazio-temporale. I diversi spazi e tempi si accavallano, il tempo e lo spazio della finzione non si distingue più da quello reale: il film diventa così esperienza metafisica. S'è detto di “Shining” come di una storia che non si conclude nelle sue apparenze. Questo, come gli altri film di Kubrick trasmette la sensazione inquietante che vi sia qualcosa in più oltre l'evidenza delle visioni iniziali.
Esso, come gli altri film del regista suscita un'immediata risposta emotiva grazie alla combinazione di immagini e suoni, ma richiede tempo, distacco, meditazione, e ripetute visioni per poterne esaurire il significato, se mai possibile per un film “virtualmente illegibile tanto compatto e inesauribile è il suo spessore filosofico” (Ghezzi). Fatto è che Kubrick pensava che ciò che le persone fossero costrette a scoprire da sole avesse molto più forza di quanto detto in modo diretto. La cosa straordinaria è che dopo tanti anni si sta ancora speculando, teorizzando, cercando di arrivare alle presunte vere intenzioni dell'autore e alle loro implicazioni. Come per “2001”, il senso di SHINING, e il suo fascino, è l'enigma. Che generazioni future cercheranno di decifrare, di scoprire. Un film per visioni infinite.
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