rmarci 05
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domenica 26 maggio 2019
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un viaggio infernale nella spirale di follia umana
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Il genio del cinema S. Kubrick traspone il best-seller di S. King, proponendone una versione molto personale che, se all'inizio si attiene al libro, risultando a tratti banale, successivamente si trasforma, in modo volutamente graduale, in un'apparentemente infinita spirale di follia, che scaturisce dalla cattiveria repressa, dalla deviazione di personalità e dalle più oscure perversioni situate nei meandri della mente dell'uomo. Esso è raffigurato come un essere imprevedibile ed indomabile, la cui preoccupante potenza distruttiva è portata, nel film, fino alle sue estreme conseguenze, in una storia costantemente in bilico tra realtà ed immaginazione, due elementi sempre in stretta relazione fra loro che si fondono e si scindono in modo volutamente ridondante, con lo scopo di trasmettere la delirante condizione psicologica del protagonista, un uomo divorato dalla sua schizofrenia collegata al tragico passato, ma soprattutto dalla sua impotenza difronte alla crisi creativa.
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Il genio del cinema S. Kubrick traspone il best-seller di S. King, proponendone una versione molto personale che, se all'inizio si attiene al libro, risultando a tratti banale, successivamente si trasforma, in modo volutamente graduale, in un'apparentemente infinita spirale di follia, che scaturisce dalla cattiveria repressa, dalla deviazione di personalità e dalle più oscure perversioni situate nei meandri della mente dell'uomo. Esso è raffigurato come un essere imprevedibile ed indomabile, la cui preoccupante potenza distruttiva è portata, nel film, fino alle sue estreme conseguenze, in una storia costantemente in bilico tra realtà ed immaginazione, due elementi sempre in stretta relazione fra loro che si fondono e si scindono in modo volutamente ridondante, con lo scopo di trasmettere la delirante condizione psicologica del protagonista, un uomo divorato dalla sua schizofrenia collegata al tragico passato, ma soprattutto dalla sua impotenza difronte alla crisi creativa. Egli rappresenta, inoltre, tutta l'indicibile mostruosità dell'essere umano, elemento raccontato con lucido pessimismo soppiantato da un briciolo di speranza solamente nel finale. La fondamentale componente onirica è resa affascinante e meravigliosamente disturbante dall'eleganza formale della scenografia, delle ambientazioni, della colonna sonora e della fotografia geometrica, in cui molte inquadrature sono somiglianti a delle illusioni ottiche, che permeano il film di una inquietante ambiguità. Nel trio dei magistrali protagonisti emerge più di tutti J. Nicholson, che è riuscito, come quasi nessun attore nella storia del cinema, ad incarnare perfettamente la personificazione della follia. In ultima analisi, Shining è un'opera assai metaforica, le cui scene più famose, come il sangue che esce dalle pareti e il modellino del labirinto di cui Torrance osserva il centro, non sono altro che riflessioni sull'apparenza e sull'evolversi della malattia mentale. Le piccole esagerazioni grottesche tipiche di King non scalfiscono la tensione emotiva e la profondità psicologica di un film somigliante ad un manuale di psicologia, che è al contempo un'opera d'arte cinematografica in cui si sente molto il genio di Kubrick, ma da cui trasudano alcune tra le caratteristiche del cinema del maestro A. Hithcock. Ed in questo caso, può solo essere un valore aggiunto. 4.5 stelle su 5.
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alejazz
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martedì 23 aprile 2019
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bravi kubrick e nicholson
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Jack è uno scrittore professionista ed è in una fase negativa della sua vita lavorativa. Decide di prendere in custodia per l’inverno il Grand Hotel Overlook come impiego temporaneo con l’auspicio di ritrovare con calma l’ispirazione per scrivere nuovi romanzi. Gli viene comunicato che un precedente custode, preso da un raptus di follia per l’eccessivo isolamento, uccise moglie e le figlie gemelle. Jack non sembra però spaventato da ciò, anzi non vede l’ora di cominciare per dedicarsi al suo nuovo lavoro letterario. Passano i giorni, i mesi e l’inverno comincia a farsi sentire e a diventare pesante.
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Jack è uno scrittore professionista ed è in una fase negativa della sua vita lavorativa. Decide di prendere in custodia per l’inverno il Grand Hotel Overlook come impiego temporaneo con l’auspicio di ritrovare con calma l’ispirazione per scrivere nuovi romanzi. Gli viene comunicato che un precedente custode, preso da un raptus di follia per l’eccessivo isolamento, uccise moglie e le figlie gemelle. Jack non sembra però spaventato da ciò, anzi non vede l’ora di cominciare per dedicarsi al suo nuovo lavoro letterario. Passano i giorni, i mesi e l’inverno comincia a farsi sentire e a diventare pesante. I primi segni di cedimento non tardano ad arrivare per Jack mentre il figlio Danny, in giro per l’albergo con il triciclo, subisce gli effetti della luccicanza (shining), un potere che solo lui sa di avere, che gli fanno rivivere scene di orrore accadute in quell’albergo o anticipare eventi futuri terrificanti. In pochi giorni la follia di Jack prende il sopravvento e il custode decide di ammazzare la moglie Wendy e Danny; per il compimento di ciò è appoggiato dagli spiriti maligni che lo incitano a compiere la strage.
Shining è per tutti noto come un ottimo lavoro del regista Kubrick. La sua fama è data non solo per la storia diretta magistralmente (anche se per molti tratti criticata perché lontana dal romanzo di King) ma anche per le belle riprese aeree (skycam) presenti sin dall’inizio (l’auto di Jack diretta verso l’albergo) e la corsa dentro il labirinto. Sebbene per il cinema Shining è catalogato come un film horror, esso in realtà può definirsi un thriller; la suspence è da batticuore coadiuvata anche da una palpitante colonna sonora a ritmo di battiti cardiaci.
Da apprezzare l’ironia e la mimica facciale di un bravo Jack Nicholson che spezzano la suspence dando fiato allo spettatore.
Qualitativamente buona anche la fotografia: sembra di vivere completamente il momento quando nella scena in cui Jack irrompe nel bagno a colpi di ascia si vede addirittura un pezzo di porta che si appoggia sull’obiettivo della macchina da presa; ciò rende più speciale e reale il dramma che si sta realizzando. La stessa fotografia aiuta a valorizzare una scenografia cupa e da brividi fatta da lunghi corridoi percorsi dal triciclo di Danny.
Consigliato: sì ma a un pubblico 16+
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gimbe_
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domenica 22 luglio 2018
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film complesso, adatto agli esperti di cinema
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Lo sconsiglio a chi non è un appassionato di cinema... È un film a mio parere piuttosto macabro e ripetitivo... Evidentemente non sono in grado di capire l'arte di Kubrick.
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elgatoloco
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domenica 18 febbraio 2018
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cult movie totale
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"The Shining", romanzo quasi giovanile(viene pubblicato nel 1977, ma risale a qualche anno prima)di Stephen King)diviene fillm nel 1980 ad opera di Stanley Kubrik, genio assoluto del cinema e non solo e la leggenda vuole che, volendo "frequentare"pur se criticamente, il genere horror, il regista-autore abbia gettato molti romanzi contro il muro, forse stracciandoli, entusiasmandosi invece per il romanzo di King, che pure traspone filmicamente con molta originalità rispetto all'originale del romanzo, che di per sé è comunque un eclettico tentativo di sintetizzare esperienze autobiografiche(crisi dello scrittore già insegnante, alcolismo, rapporto con i classici della letteratura fantastica, da Le Fanu a Poe a Lovecraft alla contemporaneità).
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"The Shining", romanzo quasi giovanile(viene pubblicato nel 1977, ma risale a qualche anno prima)di Stephen King)diviene fillm nel 1980 ad opera di Stanley Kubrik, genio assoluto del cinema e non solo e la leggenda vuole che, volendo "frequentare"pur se criticamente, il genere horror, il regista-autore abbia gettato molti romanzi contro il muro, forse stracciandoli, entusiasmandosi invece per il romanzo di King, che pure traspone filmicamente con molta originalità rispetto all'originale del romanzo, che di per sé è comunque un eclettico tentativo di sintetizzare esperienze autobiografiche(crisi dello scrittore già insegnante, alcolismo, rapporto con i classici della letteratura fantastica, da Le Fanu a Poe a Lovecraft alla contemporaneità). Fondamentali, nel film kubrikiano, gli elementi seguenti: A)La spazialità interna dell'hotel, "abitato"-infestato; B)IL rapporto interno(hotel)-esterno(montagna invernale innevata),;C)La convergenza tra dimensioni, nel senso della teoria della relatività e delle sue applicazioni compossibili, con , se ci restringiamo a quella"temporale", cronologicamente intesa, tra passato e presente, con l'irruzione del passato nel presente(la festa nell'albergo, che risale agli anni Venti del 1900 è emblematica), ma anche nel senso di"the shining", la"luccicanza"(come viene tradotta correttamente in italinao la parola), che anticipa il futuro e che posseggono sia il cuoco afroamericano(un ottimo Scatman Crothers, purtroppo poi visto poco, anche perché scomparso appena sei anni dopo il film), ma, volendo, anche già nel premonitore-apocalittico"Dies Irae", riarrangiato da Wendy Carlos, quando il protagonista si reca all'hotel di montagna per il colloquio; D)l'ockhahimismo del film(da William Of Ockham, "entia non sunt multiplicanda preater necessitatem"-ossia nel film non si trova nulla di superfluo-tutto è essenziale, realmente. . Jack Nicholson è qui al suo top inerpretativo, come in parte anche Shelley Duvall, la cui struttura fisica particolare, almeno all'epoca, si adatta particolarmente al film in questione. di Crothers si è già detto. El Gato
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manu2009
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domenica 19 novembre 2017
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stupendo ma tutt' altro che terrificante
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Il film è molto bello. La scenegiatura abbastanza credibile e il registrazione del film secondo me è molto precisa.le scene migliori secondo me sono:la scena delle gemelline,gli ascensori da cui fuoriescono fiumi di sangue,il quadro del labirinto da cui vengono fuori voci e il classico la scena del padre pazzo.se c'è qualcuno che non mi crede sappiate che ho visto anche il silenzio degli innocenti l esorcista e molti altri. Film davvero bello.
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martedì 31 ottobre 2017
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e la quinta stella?
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Gentile Salvagnini, Shining come lei ha giustamente scritto rappresenta la perfezione. A mio modesto parere, il film horror più bello della storia del cinema. A questo punto, le 5 stelle mi sembravano d'obbligo. Cordiali Saluti Donald Mulazzani
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vighi
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giovedì 11 maggio 2017
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horror "estetico"
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Shining e' l'horror per eccellenza confezionato in un grande film. La ricercatezza di ogni scena e della fotografia lo rende profondamente diverso dalla media, per la verita' ahime' scadente, dei film del genere horror. Jack e' superbo e da solo potrebbe reggere il film che invece si contraddistingue per tante altre qualita'. D'altro canto kubrick in ogni genere in cui si e' cimentato (ed occorre rammentare che altri grandi registi sono stati sempre restii a cambiare cosi radicalmente genere )e' sempre stato il primo della classe.
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laurence316
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sabato 4 febbraio 2017
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tra i migliori horror della storia del cinema
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Sicuramente uno dei migliori horror (e thriller) della storia del cinema, Shining, basato sull'omonimo romanzo di Stephen King (da cui, comunque, si discosta non poco), è anche una delle vette del cinema di Kubrick, una tappa fondamentale in quel suo percorso del tutto personale di appropriazione, rinnovamento e sovvertimento dei generi. Perché Shining è un film in cui si travalicano i limiti del genere, attraverso spunti narrativi e tecnici di grande rilevanza e innovazione. Basti guardare alle lunghissime, insistenti e angoscianti carrellate realizzate con la steadicam che tallona il piccolo Danny, che accentuano abilmente il senso di claustrofobica e crescente tensione, o alla straordinaria sequenza aerea iniziale di avvicinamento all’Hotel con in sottofondo il Dies Irae lisztiano.
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Sicuramente uno dei migliori horror (e thriller) della storia del cinema, Shining, basato sull'omonimo romanzo di Stephen King (da cui, comunque, si discosta non poco), è anche una delle vette del cinema di Kubrick, una tappa fondamentale in quel suo percorso del tutto personale di appropriazione, rinnovamento e sovvertimento dei generi. Perché Shining è un film in cui si travalicano i limiti del genere, attraverso spunti narrativi e tecnici di grande rilevanza e innovazione. Basti guardare alle lunghissime, insistenti e angoscianti carrellate realizzate con la steadicam che tallona il piccolo Danny, che accentuano abilmente il senso di claustrofobica e crescente tensione, o alla straordinaria sequenza aerea iniziale di avvicinamento all’Hotel con in sottofondo il Dies Irae lisztiano. Ma il “prodigioso brio tecnico-espressivo” non è fine a se stesso: “è (soprattutto) al servizio di un discorso sul mondo, sulla società e sulla storia. Totalmente pessimista, Kubrick nega e fugge la storia, ma affronta l’utopia riaffermando che le radici del male sono nell’uomo, animale sociale, ma non negando, anzi esaltando, la possibilità di una riconciliazione futura, attraverso il bambino e il suo shining (luccicanza), e quella di una nuova e diversa concordia” (Morandini).
E poi “che la materia narrativa derivi da un romanzo di Stephen King non importa molto […], perché il regista non può non ridurre ogni spunto alla sua dimensione di inflessibile autore. Il linguaggio cinematografico -l’unica cosa che per lui conti- è una ricchissima tastiera da cui estrarre ogni possibile effetto” (F. Di Giammatteo).
Shining è un film disturbante e complesso, una discesa nella follia, nei più bui anfratti dell’agire umano, che ha pochi (rilevanti) precedenti cinematografici. Più che un horror nel senso classico del termine, è un riuscito thriller psicologico, un nuovo tassello nel percorso di analisi del regista dell’irrazionalità dell’uomo. Un raro capolavoro di genere che finisce per trascenderne i limiti e le costrizioni, un vero prodigio di tecnica cinematografica.
Scritto dal regista con Diane Johnson, dopo l’allontanamento di King a causa delle ripetute incomprensioni (e, difatti, da sempre dichiaratosi insoddisfatto dal risultato, lo scrittore sceneggiò una nuova versione, nella forma di miniserie televisiva, nel 1997), Shining non ottiene un grandissimo apprezzamento di critica al tempo dell’uscita ma è ora fortunatamente riconosciuto quale uno dei migliori film della storia del cinema. Eccellente il doppiaggio di Giancarlo Giannini per Nicholson, che riceverà una lettera di congratulazioni per l’ottimo lavoro svolto dallo stesso Kubrick.
Esistono tre versioni differenti del film: la prima di 146’ che, dopo una settimana di proiezioni, fu ridotta dallo stesso Kubrick di circa 3 minuti, portando la durata a circa 143’ (ed è questo la versione disponibile in tutto il mondo, Europa esclusa). Mentre per la distribuzione europea fu sempre lo stesso regista a provvedere al taglio di circa 25 minuti di pellicola, portando la durata a 119’. Sarebbe consigliabile vedere entrambe queste ultime due versioni, nel primo caso per apprezzare l’ottimo doppiaggio e nel secondo, invece, per aver modo di apprezzare la versione originale che, tra le altre cose, approfondisce maggiormente la psicologia di Jack Torrance.
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francis metal
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sabato 14 gennaio 2017
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l'unico vero orrore è l'attrice
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E' bello e ben fatto, tranne per il finale, davvero idiota, infatti ho scoperto che non finiva così nel romanzo.
L'unica cosa a fare paura è la faccia dell'attrice... come horror è abbastanza sopravvalutato
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biso 93
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giovedì 3 novembre 2016
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follia, enigmi, mistero
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Shining e' un film del 1980 diretto sa Stanley Kubrick, tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King, interpretato tra gli altri da un fenomenale Jack Nicholson. Shining e' un raro esempio di come talvolta un film puo' essere migliore del libro da cui e' tratto. Shining e' l'idea del genere horror del grande Kubrick che da vita ad un film ipnotico, stilisticamente superbo e ricco di spunti di riflessione. Jack Torrence interpretato da un fantastico Nicholson, trova lavoro come custode dell'Overlook hotel durante la stagione invernale; portera' con se la moglie e il piccolo Danny, dotato di capacita' particolari. Kubrick analizza la psiche umana come mai prima di allora, tramutando un horror paranormale in qualcosa di piu' controverso e psicologico.
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Shining e' un film del 1980 diretto sa Stanley Kubrick, tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King, interpretato tra gli altri da un fenomenale Jack Nicholson. Shining e' un raro esempio di come talvolta un film puo' essere migliore del libro da cui e' tratto. Shining e' l'idea del genere horror del grande Kubrick che da vita ad un film ipnotico, stilisticamente superbo e ricco di spunti di riflessione. Jack Torrence interpretato da un fantastico Nicholson, trova lavoro come custode dell'Overlook hotel durante la stagione invernale; portera' con se la moglie e il piccolo Danny, dotato di capacita' particolari. Kubrick analizza la psiche umana come mai prima di allora, tramutando un horror paranormale in qualcosa di piu' controverso e psicologico. Grande recitazione del cast, sceneggiatura perfetta ed una regia capace di trasmettere il senso di smarrimento dei protagonisti, passando da inquadrature lunghe e ampie, ad inquadrature piu serrate, perfette soprattutto durante il girovagare di Danny lungo le camerate dell' hotel. Una menzione speciale anche al grandissimo doppiaggio di Giancarlo Giannini. Un Horror di grandissima qualita'.
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