Penélope Cruz (Penelope Cruz Sanchez) è un'attrice spagnola, produttrice, produttrice esecutiva, è nata il 28 aprile 1974 a Madrid (Spagna). Penélope Cruz ha oggi 50 anni ed è del segno zodiacale Toro.
From the first time I saw Penélope Cruz — in the film “Jamón, Jamón,” her debut with the Spanish director Bigas Luna, in 1992 — I knew I wanted to work with her. I remember Penélope walking sulkily in front of Javier Bardem, who was following her on a motorbike. Her way of walking, of talking, of looking at him, of getting angry with him, was so real, so natural and personal that you couldn’t take your eyes off her. Fortunately, Penélope hasn’t lost the freshness and flair of her early days, as she has just shown, playing opposite the same actor, curiously enough, 16 years later in “Vicky Cristina Barcelona.”
Despite my intense desire to work with her, I didn’t manage to do so until five years after “Jamón, Jamón.” I wondered whether to give her the leading role in “Live Flesh,” but she was too young. Penélope has always been too young for the characters I write. She was for “Volver” and also for “Broken Embraces,” our latest collaboration, but for some time such drawbacks have ceased to worry me. Penélope can do everything; she has become an eternal, ageless woman.
The opening sequence of “Live Flesh” is a set piece I wrote for her. It lasts eight minutes, and the viewer comes away with the impression that she is one of the film’s main characters, though she doesn’t reappear. Penélope plays a girl from the country — very poor and coarse — who gives birth on a bus, on an inhospitable night in Madrid in 1970, when Spain was still under Franco’s rule. I remember that our biggest problem was how to make her look ugly. All the very humble, secondhand ’70s clothes we had bought looked wonderful on her. It was hard for her to look poor and provincial. Penélope’s body gave a touch of distinction to the fabric in those clothes. Fortunately, she had a lot of heart and a kind of natural strength, her trademark.
Penélope Cruz belongs to the Mediterranean school of acting, a style that is characterized by its carnality, gutsiness, shamelessness, messy hair, generous cleavage and shouting as a natural form of communication. Anna Magnani, Sophia Loren, Claudia Cardinale, the early Silvana Mangano, even Elizabeth Taylor and Rachel Weisz, mastered this style. Penélope’s Raimunda in “Volver” was modeled on Magnani, Loren and Cardinale, and I guess that it was the messy-haired, loud-voiced Penélope that inspired Woody Allen to cast her as the mentally unstable artist in “Vicky Cristina Barcelona,” a role for which in the past few months she seems to receive an award every other day.
I’m delighted that after a long period wandering in the wilderness at the beginning of this century, when she appeared in a series of American films that didn’t work, Penélope managed to shatter the image of empty beauty in which Hollywood pigeonholed her. In 2003, she returned to Europe, to star in the Italian film “Non Ti Muovere” (“Don’t Move”), by Sergio Castellitto, as an impoverished woman who has a passionate affair with a surgeon, and re-established her reputation as an artist.
Last year she finally came into her own in America, as she had already done in the rest of the world. Penélope is one of the most versatile actresses with whom I’ve worked. And this season she has proved it, with two performances in very different keys: the hysterical, very funny painter in “Vicky Cristina Barcelona” and the young, neatly coiffed student in “Elegy.”
What will 2009 bring? For starters, “Broken Embraces,” a hard-nosed drama with the feel of a thriller, and Rob Marshall’s “Nine,” a remake of Fellini’s “8½.” My film is finished, and I’ve seen images from “Nine,” and I can tell you that this year Penélope Cruz will continue to plumb depths we haven’t seen before.
Pedro Almodóvar won an Oscar in 2000 for best foreign language film (“All About My Mother”) and again in 2003 for best original screenplay (“Talk to Her”). This article was translated by Dierdre McCloskey from the Spanish.
Da The New York Times Magazine, 5 Febbraio 2009
Quando le hanno consegnato il David di Donatello come migliore attrice per Non ti muovere di Sergio Castellitto, dove recita una coatta di periferia brava e brutta, prima violentata poi amata, Penelope Cruz Sanchez detta Pe quasi s’è messa a piangere, ha ringraziato con una commozione-emozione sproporzionata, ha continuato a ripetere: «Sono nervosa, molto nervosa». La mattina dopo è ripartita per il Marocco: a Marrakech e dintorni gira con Matthew Connaughey Sahara e sul sets si è portata il padre Eduardo (ex commerciante, mentre la madre era parrucchiera); è con lui che discute dei prossimi film, Testa nelle nuvole accanto a Charlize Theron, Natale accanto a Susan Sarandon. È molto turbata, incerta. Tutto il mondo che s’interessa al pettegolezzo amoroso pensa che Tom Cruise l’abbia piantata bruscamente e questo è umiliante, mortificante: anche se le cose sono più complicate, diverse (c’è anche chi sostiene che la loro unione sia sempre stata un accordo pratico senza amore, utile all’immagine di entrambi), venir abbandonata di colpo dall’uomo più bello d’Occidente non è lusinghiero.
Certa di tenersi su, e probabilmente ci riuscirà: tutto quanto ha intrapreso nella sua vita è sinora riuscito. Trent’anni, nata a Madrid, amica dei fratelli Eduardo e Monica, un metro e sessantotto, quarantanove chili, vegetariana, anni di danza al Conservatorio di Spagna, annidi recitazione a New York, un po’ di pubblicità, un po’ di televisione. A diciassette anni il primo film, Prosciutto, prosciutto di Bigas Luna. Non è bella (somiglia a Paperino), ma attraente. Lavora moltissimo. Fuori dalla Spagna recita quelle parti un po’ laterali da straniera bruna a volte cattiva (Il mandolino decapitano CoreIli, Il tulipano d’oro, Gothika); in patria i film di Pedro Almodovar (Carne tremula, Tutto su mia madre) la rivelano vera attrice, capace di interpretare anche una suora incinta che muore di Aids; la rallegrano precarie storie amorose con Matt Damon, con Nicolas Cage,fino all’accordo con Tom Cruise.
Adesso sembra un poco smarrita e solitaria, ma rimane una persona forte. Brava, se incontra il regista che sa dirigerla e il soggetto giusto: altrimenti un poco scipita, un poco indifferente, facile lasciarsi andare a una sorta di rassegnazione, di distacco. Bisogna augurarle, perché lo merita, tutto il meglio del mondo.
Da Specchio, 1 maggio 2004
Da quando ha accompagnato in trasferta usa Pedro Almodòvar, che poi vinse l’oscar per Tutto su mia madre definendola il suo portafortuna, tutti vogliono Penélope Cruz. Anche Bob Dylan (è nel cast di Masked and Anonymous), anche Tom Cruise (da Vanilla Sky al fidanzamento). Ovvero: Hollywood l’ha scoperta, la Spagna non la molla, la Francia gliela contende e anche l’Italia si è fatta avanti. Infatti è sul set romano di Non ti muovere, film dal libro di Margaret Mazzantini per la regia di Sergio Castellitto, ma subito dopo volerà negli Usa (titoli previsti: Sahara e Noel), dove ha da poco interpretato il primo film hollywoodiano del francese Mathieu Kassovitz, Gothika, e il romantico Head in the Clouds di John Duigan. In tutto questo, pare, riuscirà a trovare il tempo per fare il prossimo film di Luc Besson. E ci ha detto che in La mala educaciòn Almodòvar avrebbe un ruolo per lei; senza dimenticare un film con Antonio Banderas. Tanto per respirare un po’ l’aria di casa. E made in France è Il Tulipano d’oro, che ha aperto Cannes 2003 e ora esce nelle sale. Fra tutti questi film il più allegro ma anche il più difficile. Per il ritmo scatenato da cappa e spada, per il confronto inevitabile con il film di cui è il remake: quel Fanlan la Tulipe per cui la procace Gina Lollobrigida in trasferta transalpina divenne un mito e un modo di dire (“les lotto”, per indicate tutte le tette “atomiche”), e con lei lo scattante e fascinoso Gérard Philipe, bella faccia da schiaffi (qui ha volto e scatto di Vincent Perez). Insieme fecero un film restato nella storia del costume, del genere e del cinema.
Minuta, non certo curvilinea, grandi occhi attenti su un incarnato pallido, glamour (la incontriamo che indossa un delizioso tailleur Chanel), finta timida dalla volontà di ferro, sorrisi seducenti a sfumare frasi che non finisce e mani in perenne movimento con la grazia della ballerina che è stata Spaventata? Preoccupata? “il Fanfan del 1952 l’ho visto dopo le riprese: non ti puoi misurare con la Lollobrigida un mito”. Che importa se a Cannes, alla prima del film, la Lollo ha ignorato la sua emula e non ha cessato un attimo di tessere le lodi di Perez? Tanto (metaforiche spallucce), “il nostro è tutta un’altra cosa Più scatenato. È avventura pura e nel contempo musical, con la danza sostituita da duelli, combattimenti e acrobazie varie”. Poi, a controbilanciare gli imprevisti, la sicurezza di un amico antico: l’attore francese, con cui aveva già fatto Talk of Angels nel 1998. “Eravamo fratello e sorella. La nostra amicizia è nata allora. È stato lui a chiamarmi”. Abituata a fare ciò che l’attira e l’intriga, Penelope è partita per la guerra, quella che là da sfondo alle avventure dello spadaccino donnaiolo.
Si deve parlare in francese? E lei parla francese. Girare un film in Italia? E lei pone come condizione di non essere doppiata anche se deve studiare il doppio. “Lavorare duramente non mi spaventa. È fondamentale che la voce sia la tua. Che sia per Adelina, gitana con sfumature ispaniche, o per Italia (la protagonista di Non ti muovere), che ho sentito più vicina a me”. Poco importa se il molo è piccolo, talvolta quasi un cameo, “Non è il minutaggio che conta, ma osare, trovare bei personaggi”. Ribelle alla regola dello star system che vuole che -se sei arrivata - non puoi concederti in “partecipazioni” neppure speciali. “Per un’attrice quello che importa è diversificare.
Prendere dei rischi e cercare le proprie opportunità. Volare da un continente all’altro, da un set all’altro. Senza regole ma sull’onda di progetti che mi attraggono”. E al diavolo se ti giochi l’immagine: che rischi può correre una che deve la fama al molo di una suora incinta che muore di Aids? Omosessuale, dark lady, brutta persino Q’Italia della Mazzantini). Le ha provate tutte. Tanto i suoi partner ne escono sempre affascinati. Vedi la lunga litania di amori da set che le è stata attribuita fino alla love story con Cruise. O le parole dei suoi registi. Krawczyk, che firma il tulipano, per tutti: “L’incontro con un sogno... È bella e selvaggia. Come illuminata da una luce incredibile. Farei subito un altro film con lei”. E infatti lo farà... Besson, che di Il tulipano d’oro era “solo” il produttore.
Da Film Tv, 30 novembre 2003
Penélope Cruz si è imposta come una delle giovani attrici più versatili della sua generazione, grazie alla varietà di ruoli, sempre estremamente convincenti, che ha interpretato nel corso della sua carriera. E’ la prima attrice spagnola ad aver ricevuto una nomination agli Academy Award. In America si è fatta conoscere per aver interpretato i film spagnoli Prosciutto Prosciutto e Belle Epoque. Nel 1998 ha recitato nel suo primo film in lingua inglese, The Hi-Lo Country per la regia di Stephen Frears, nel cast ricordiamo anche Woody Harrelson, Patricia Arquette e Billy Crudup. Nel 1999 Cruz ha vinto il premio come Migliore Attrice alla tredicesima edizione dei premi Goya, per la sua interpretazione nel film The Girl of Your Dreams di Fernando Trueba. La Cruz si è affermata come una delle attrici internazionali più sexy della Spagna: ha ottenuto l’ambito ruolo accanto a Matt Damon nell’adattamento cinematografico di Passione Ribelle, diretto da Billy Bob Thornton. In seguito, ha interpretato Isabella nel film Per Incanto o Per Delizia della Fox Searchlight. Il film è un’ eccentrica fiaba su una buongustaia di talento che gira il mondo in cerca di successo e finisce col trovare sé stessa. E’ inoltre apparsa in ruoli da protagonista nel thriller Apri Gli Occhi, in Twice Upon a Yesterday, Carne Tremula di Pedro Almodovar e Talk of Angels. E’ stata la protagonista del film di Pedro Almovodar Tutto Su Mia Madre, che ha ottenuto un Golden Globe ed un Oscar come Miglior Film Straniero. In seguito, Penélope ha recitato in Blow della New Line diretto da Ted Demme. Il film racconta il modo in cui, all’inizio degli anni ’70, la cocaina è divenuta la droga principale negli Stati Uniti. La storia viene narrata attraverso gli occhi di un americano (interpretato da Johnny Depp), divenuto uno dei più importanti trafficanti che abbia lavorato insieme al re della droga Carlos Escobar. Cruz nella pellicola interpreta la moglie di Depp. In seguito, è apparsa accanto a Nicolas Cage e Christian Bale ne Il Mandolino del Capitano Corelli. Il film, diretto da John Madden è stato girato in Grecia ed è tratto dal romanzo bestseller di Louis de Bernieres, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Penélope ha recitato, accanto a Tom Cruise, nel thriller erotico Vanilla Sky. Nel cast del film diretto da Cameron Crowe appaiono anche Cameron Diaz e Jason Lee. In seguito, ha lavorato in Masked & Anonymous, Fan Fan la Tulipe, che ha aperto il Festival del Cinema di Cannes del 2003, e Sin Noticias de Dios. Ha ricevuto critiche entusiastiche per la sua performance in Non ti Muovere, che le ha fatto conquistare un David di Donatello ed un European Film Award come Migliore Attrice. Recentemente è apparsa accanto a Halle Berry e Robert Downy Jr. in Gothika; nel dramma romantico Gioco di Donna per la regia di John Duigan, con Charlize Theron e Stuart Townsend; in Un Amore Sotto L’Albero con Susan Sarandon; ed in Chromophobia con Ralph Fiennes. Penélope ha anche recitato accanto a Matthew McConaughey e William H. Macy nel ruolo della Dott.ssa Eva Rojas nel film d’azione Sahara. Più recentemente, Penélope è stata la protagonista di Volver, in cui è tornata a lavorare insieme al regista e amico Pedro Almodovar. Il ruolo di Raimunda, le ha valso critiche entusiastiche e le ha fatto vincere il premio come Migliore Attrice agli European Film Awards, ai Goya e al Festival del Cinema di Cannes, inoltre, ha ottenuto nomination sia ai Golden Globe che agli Oscar. Il film successivo, dal titolo The Good Night, scritto e diretto da Jake Paltrow, è stato presentato in alcune sale selezionate questo stesso autunno. La scorsa estate ha terminato le riprese del nuovo film di Woody Allen. Nella pellicola, ambientata in Spagna, recitano Javier Bardem e Scarlett Johansson.