La violenza sessuale e la reazione delle donne di una comunità religiosa. Tratto dall'omonimo romanzo di Miriam Toews. Espandi ▽
Una comunità religiosa si spacca in due: da un lato ci sono gli uomini, alcuni dei quali (forse tutti?) hanno narcotizzato e poi stuprato le “femmine” di ogni età, lasciandole emotivamente e fisicamente danneggiate o addirittura incinte, tanto che una di loro ha scelto il suicidio; dall’altro ci sono le donne e le ragazze più grandi, riunite in un fienile per decidere come reagire all’accaduto. La tensione cresce, ma non mancano brevi momenti di ilarità e slanci di affetto fra tutte le partecipanti.
Women Talking trae spunto dal romanzo “Donne che parlano” firmato nel 2018 dalla scrittrice canadese Miriam Toews, ed è il secondo film di finzione scritto e diretto dall’attrice, sceneggiatrice e regista canadese Sarah Polley, già autrice del magnifico documentario
Stories We Tell e dell’altrettanto magnifico
Lontano da lei. Il suo approccio può rivelarsi faticoso per il pubblico e spesso sfiora il
pippone retorico, ma la sua vis polemica rimane vitale, grazie anche alle interpretazioni di un cast stellare che dimostra che, laddove Hollywood dà poco spazio alle registe, le attrici sono in prima fila a dare loro manforte.
Women Talking è un invito all’azione veicolato da una logorrea mai statica, un’allegoria del potere estenuante e provocatoria che cerca “le parole per dirlo”, anche a rischio di straparlare: ben vengano queste esplorazioni impavide di un terreno finora per quasi tutte inaccessibile.