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L'immagine e il suono: come The Post racconta il (suo) mondo

Il film di Spielberg, oltre che resoconto della svolta di un grande giornale, è uno studio sulle componenti della simbologia giornalistica. Al cinema.
di Leonardo Strano, vincitore del Premio Scrivere di Cinema

The Post

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Tom Hanks (Thomas Jeffrey Hanks) (67 anni) 9 luglio 1956, Concord (California - USA) - Cancro. Interpreta Ben Bradlee nel film di Steven Spielberg The Post.
lunedì 5 febbraio 2018 - Scrivere di Cinema

Sembrerà una piccolezza o un dato simpaticamente ininfluente e invece c'è qualcosa di fondamentale nel sapere che Tutti gli Uomini del Presidente, oltre ai tre Oscar per Miglior Sceneggiatura non originale, Miglior Attore non protagonista e Miglior Scenografia, vinse anche il premio per il Miglior Sonoro. È un dato di storia cinematografica che riemerge dalla memoria con logica prepotenza quando ci si accorge dell'attenzione maniacale che Steven Spielberg e il sound designer Gary Rydstrom hanno dedicato al nascondimento dei microfoni su tutte le macchine tipografiche presenti in The Post (guarda la video recensione), ottenendo un risultato non solo chirurgico e documentale ma anche complesso e intricato a livello concettuale.

Quest'ultimo di Spielberg d'altronde è un film che si colloca nella tradizione dei "film sul giornalismo" come un unicum in grado di raggiungere profondi livelli meta riflessivi e di portare freschezza al genere ergendosi ad analisi dello stesso, grazie ad una fluvialità concettuale capace di corazzare e raffinare le sue illustri tematiche di base.
Leonardo Strano, vincitore del Premio Scrivere di Cinema

Il film eccelle per la capacità di mettere in scena un'idea e una storia attraverso una coralità espressiva composta da dettagli tecnici che funzionano come "fonti non accreditate", pennellate invisibili dentro alla tela, stimoli tanto inconsci e subliminali da far annegare lo spettatore nella realtà raccontata ancor prima che questo si accorga di esserne stato immerso.

Non sarebbe strano considerare The Post come il film sul giornalismo più "giornalistico" mai realizzato nella storia del genere: non il migliore o il più appassionante e nemmeno il più profetico o il più disilluso. Semplicemente il più giornalistico e quindi il più immersivo. Perché se, nell'ordine corrispondente, Quarto Potere, Tutti gli uomini del presidente, L'asso nella manica e Insider hanno detto moltissimo attraverso questo genere, The Post dice moltissimo sia attraverso che riguardo il genere, raccontando una storia e auto analizzando le modalità con cui la racconta.


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