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Maysaloun Hamoud: «voglio aprire un dibattito sulla parità di genere»

Con il suo Libere disobbedienti innamorate - In between, la regista punta ad abbattere gli stereotipi sulle donne palestinesi e sui palestinesi in generale. Dal 6 aprile cinema.
di Paola Casella

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Mouna Hawa . Interpreta Leila nel film di Maysaloun Hamoud Libere disobbedienti innamorate - In Between.
venerdì 31 marzo 2017 - Incontri

Chiodo di pelle, tubino aderente, smalto nero, occhiali da sole, lucidalabbra fucsia, sigaretta in bocca: non il look che ti aspetteresti da una regista palestinese. Ma la missione di Maysaloun Hamoud è proprio quella di sfatare i pregiudizi e abbattere gli stereotipi che riguardano le sue conterranee.

Il film di Maysaloun Hamoud, Libere disobbedienti innamorate, vede protagoniste tre giovani donne arabe che vivono a Tel Aviv, la più liberal delle città israeliane, in modo ben diverso da come potremmo immaginiarcelo.
Paola Casella

Come è stato recepito il suo film in Israele?
C'è stata una grande differenza nelle reazioni del pubblico palestinese rispetto a quello israeliano. Per gli israeliani Libere disobbedienti innamorate ha sfatato degli stereotipi sulle donne palestinesi e sui palestinesi in generale, mostrando che siamo come loro, e che la discriminazione di genere esiste dappertutto. In particolare gli israeliani hanno amato il personaggio di Noor, la ragazza palestinese molto religiosa: ne hanno apprezzato la dolcezza , senza fermarsi davanti al velo.


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In foto una scena del film Libere disobbedienti innamorate.
In foto una scena del film Libere disobbedienti innamorate.
In foto una scena del film Libere disobbedienti innamorate.

E i palestinesi?
I palestinesi sono meno abituati al cinema, soprattutto quello fatto dai registi locali. Conoscono qualche filmone hollywoodiano e hanno familiarità con le fiction televisive turche, ma l'unico cinema mediorientale che hanno visto finora è quello che parla della lotta arabo-israeliana e che racconta la realtà in maniera polarizzata: di qui i buoni, di là i cattivi.

Del resto andare al cinema per un palestinese non è facile: le sale sono poche, e quasi tutte nelle zone israeliane. La maggior parte degli spettatori palestinesi è gente semplice, non intellettuale: alcuni fanno persino fatica a distinguere un documentario da un film di finzione.
Maysaloun Hamoud

Il villaggio palestinese Umm al-Fahm però le ha lanciato una fatwa!
Sì, il sindaco ha detto agli abitanti - soprattutto le donne - che se fossero andati a vedere Libere disobbedienti innamorate si sarebbero macchiate del peccato. E io e le mie tre attrici abbiamo ricevuto minacce di morte. E pensare che il sindaco non ha nemmeno visto il nostro film. Sono convinta che se lo vedesse cambierebbe idea.

Forse no: due delle protagoniste sono sessualmente libere, due su tre fumano, si ubriacano, guidano e svolgono professioni "da uomo", una è anche omosessuale.
E tuttavia il personaggio su cui i conservatori hanno avuto più da ridire è quello di Noor, che porta il velo e obbedisce al futuro marito finché questi non commette su di lei un atto di violenza. Sia la ragazza che il fidanzato nel film provengono proprio da Umm al-Fahm, e il sindaco di quel villaggio ha pensato che questa sottotrama volesse gettare fango sul buon nome della sua comunità. Ovviamente non se la sono presa con il personaggio maschile ma solo con quello femminile, insinuando che forse lei era una poco di buono, visto ciò che le è capitato. "Da noi ci sono solo bravi ragazzi", ha dichiarato il sindaco.


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In foto una scena del film Libere disobbedienti innamorate.
In foto una scena del film Libere disobbedienti innamorate.
In foto una scena del film Libere disobbedienti innamorate.

Lei come ha preso la notizia della fatwa?
So che è arrivata a spalleggiare la voce maschile partita da Umm al-Fahm. A me sembra la riprova che il film rispecchia la realtà, e che molti uomini hanno paura di vedersi allo specchio per come sono, non per come si rappresentano, con quell'ipocrisia che nelle società conservatrici ha molti adepti.

E le donne?
Questa è stata la vera, piacevole sorpresa. Mai come dopo l'uscita del film le israeliane e le palestinesi hanno alzato la loro voce luminosa, al di sopra di quella oscurantista della tradizione. Tutte le organizzazioni femministe si sono schierate a difesa del film. E finalmente si è aperta una discussione su temi come l'emancipazione, la parità di genere, l'omosessualità. Questo è il risultato che ogni artista spera di ottenere con il proprio lavoro.


RECENSIONE

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