Francesco Pannofino, Remo Girone e Ludovica Rampoldi tra i protagonisti di una puntata dedicata alla difficile dote della trasversalità.
di Mario Sesti
Splendor - Suoni e visioni si muove sempre nella fitta vegetazione dello spettacolo alla ricerca di ciò che ci emoziona ma in questa puntata, con un pizzico di presunzione, ci siamo proposti di mettere in comunicazione il cinema, la televisione e il teatro tramite quattro attori, una sceneggiatrice e un gran finale con un documentarista. Dopo decenni in cui ci siamo raccontati che mezzi di comunicazione diversi volevano tecniche, professionisti e scritture diverse, oggi la trasversalità è la dote principale da padroneggiare.
Trasversale lo è stato da subito Francesco Pannofino, attore e doppiatore, diventato noto prima solo con la sua voce impressa su volti hollywoodiani, poi come il terribile Renè Ferretti di Boris e così approdato al cinema (ma senza disdegnare fuoriuscite teatrali). Più innamorato della tv è invece da sempre Remo Girone, re del racconto antimafia italiano, più raramente sfruttato dal cinema ma tra i pochi interpreti contemporanei della tradizione dei caratteristi di ferro.
Con Chiara Caselli invece abbiamo esplorato alcune forme di recitazione teatrale fuori dal comune. Una donna e un'attrice in grado di passare da Marco Bechis, a Gus Van Sant, da Liliana Cavani all'ultimo film di Michelangelo Antonioni ma anche all'horror di Dario Argento e poi buttarsi con una passione invidiabile in uno dei monologhi teatrali che più intimoriscono le attrici, quello di Molly Bloom da l'Ulisse di Joyce.
Ancora donne attrici con Marta Gastini, che invece è dalla tv ad essere partita da un colosso dell'audience come Terence Hill per poi passare ad un gigante del botteghino come Pieraccioni in Io & Marilyn. Da lì il salto a recitare accanto ad Anthony Hopkins in Il rito e poi nella megaproduzione europea I Borgia non dev'essere stato da poco.
C'è qualcuno però che tutti questi ruoli, queste storie e questi intrecci li scrive, specie nel cinema italiano. Ludovica Rampoldi è una delle penne della nuova serialità italiana, avendo contribuito a 1992 e Gomorra o a In Treatment, un'audacia di soggetti e progetti che ha portato anche al cinema, per il quale ha scritto un supereroe italiano con Il ragazzo invisibile, ha adattato Nick Hornby con Slam - Tutto per una ragazza, da poco visto al Torino Film Fest, e ha raccontato il crack Parmalat in Il gioiellino.
Per chiudere, una volta tanto, abbiamo accoppiato il nostro ultimo ospite, Agostino Ferrente alla band che tradizionale chiude ogni puntata esibendosi dal vivo. Lui è il regista di documentari come L'orchestra di Piazza Vittorio o Le cose belle, loro sono il gruppo con cui ha spesso collaborato, i Tete de bois.