Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Andrea Molaioli |
Attori | Toni Servillo, Remo Girone, Sarah Felberbaum, Lino Guanciale, Fausto Maria Sciarappa Jay O. Sanders, Lisa Galantini, Vanessa Compagnucci, Maurizio Marchetti, Adriana De Guilmi, Gianna Paola Scaffidi, Alessandro Adriano, Igor Chernevich, Renato Carpentieri, Toni Mazzara. |
Uscita | venerdì 4 marzo 2011 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 2,91 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 2 aprile 2021
La Leda è una delle maggiori aziende agro-alimentari del Paese che però, a causa di una dirigenza inadeguata, finisce con il collassare. Il film ha ottenuto 3 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Il gioiellino ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 938 mila euro e 320 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
|
Ernesto Botta, uomo sgradevole e introverso, è ragioniere presso l'azienda agro-alimentare della famiglia Rastelli, un 'gioiellino' quotato in Borsa e lanciato con disinvoltura su nuovi mercati internazionali. Abile nelle battaglie finanziarie e nelle alchimie di bilancio, Botta fa quadrare il cerchio e fa il lavoro sporco, ritagliandosi poche ore per un bicchiere di vino pregiato, un amplesso verticale sbrigativo e una conversazione in inglese su musicassetta. Costruita la propria fortuna su latte, merendine e biscotti, i Rastelli frequentano casa, chiesa e azienda con la medesima devozione, circondandosi di politici ed ecclesiastici sostenitori e fanatici del made in Italy. Nel tempo libero gestiscono squadre di calcio, sfrecciano con le Lamborghini sulle strade della provincia piemontese, restaurano monumenti, finanziano la cultura, sostengono gli enti morali, sperimentano attività turistiche e naturalmente accumulano debiti. La gestione spregiudicata e irresponsabile li condurrà in pochi anni sull'orlo del fallimento. Ma Ernesto Botta ha un asso nella manica e un piano di 'lunga conservazione': gonfiare i bilanci aziendali e inventarsi il denaro.
"Bevete più latte" cantava un famoso jingle composto da Nino Rota per l'episodio felliniano di Boccaccio '70, perché "il latte fa bene" ma può essere fatale se versato in un mare di debiti. Ispirata ai crac finanziari verificatisi negli ultimi anni e idealmente prossimo al caso Parmalat, l'opera seconda di Andrea Molaioli scava letteralmente nel terreno molle della finanza creativa e dissotterra gioielli, gioiellino e quello che resta del venduto per pagare i debiti o per fuggire in terrestri paradisi fiscali.
Dopo aver girato un'opera di genere che parlava d'altro e provava a scrollarsi di dosso l'ovvio di troppo cinema italiano, Molaioli si trasferisce questa volta in Piemonte, dove torna a guardare la provincia come immagine di una società viziata e sofferente. Se La ragazza del lago avviava un'indagine introspettiva a partire da un corpo senza vita annegato e poi abbandonato sulla riva, Il gioiellino si concentra su una corporation affogata dai debiti e poi costretta alla bancarotta. Ancora una volta al centro della vicenda c'è Toni Servillo, gelido, impenetrabile e in statuaria tensione nell'interpretazione di un ragioniere fraudolento e trattenuto da ogni coinvolgimento affettivo. Il prestigiatore di Servillo, al servizio del 'candido' imprenditore di Remo Girone, che si è fatto da sé a colpi di latte, pallone e viaggi esotici, è l'anima pulsante di un film che approfondisce il comportamento sociale e privato di un imperatore del latte, dei suoi cortigiani, dei suoi cassieri, dei suoi contabili, dei suoi figli e dei suoi nipoti, la cui determinazione si volge in spregiudicatezza, degenerando in avidità e assenza di scrupoli.
Molaioli dà allora forma antropomorfa all'insieme di teorie e prassi alla base di una politica finanziaria virtuale e drogata dentro la fotografia onirica e 'fuori fuoco' di Luca Bigazzi. L'unità del film è data proprio da questa riduzione del plurale nel singolare, che rivela sognatori megalomani sbrigliati in una cupidigia giocata a tutto campo con gusto del rischio e di una sfrontata sicurezza. Figure esaltate e gonfiate come i bilanci certificati sulle loro scrivanie, che anticipano la caduta e tracciano la parabola di un disfacimento morale. Persone prima che personaggi partoriti dalla benevolenza della provincia, che il regista osserva a distanza, senza simpatie o condanne, producendosi in un discorso sulla condizione dell'uomo che non concede tempo alla sua coscienza e intraprende un destino di distruzione. Giocatori d'azzardo che avevano tutto da nascondere e una faccia pulita da 'dichiarare'.
IL GIOIELLINO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | – | |||
€9,99 | – |
I richiami al crac Parmalat sono smaccati ed evidenti, l’ispirazione di fondo c’è ed è innegabile. Eppur, Il gioiellino è molto di più che semplice aderenza alla nostra storia recente, molto più che ricostruzione “d’epoca” passivamente appiattita sulla cronaca d’archivio, ricalcata per pigrizia sulla mera e fredda ricostruzione [...] Vai alla recensione »
Una premessa: i film italiani di questi ultimi anni mi paiono in genere (con l'eccezione di Crialese, Tornatore e pochi altri) mediocri e poco trascinanti, appaiono come un riflesso dell'involuzione culturale, sociale e politica che attraversa il nostro paese. Le caratterizzazioni sono spesso eccessive e stereotipe, le storie narrate di corto respiro, l'orizzonte ideale limitato e minimale.
Un film molto appassionante e intenso, che non solo racconta benissimo lo scandalo Parmalat, ma elabora un affresco di alto livello sul Paese. Giustissimo il punto di vista interno all'azienda: è come spiare dal di dentro i meccanismi del potere finanziario. In sintesi, è un film molto raffinato che non cede alla facile condanna ma stimola il senso critico e la riflessione sui legami [...] Vai alla recensione »
Un film che inquadra con preciso punto focale il problema realtivo al lato psicologico delle dinamiche societarie e finanziarie degli ultimi 20 anni. Vincente la scelta della sceneggiatura di non puntare su argomenti inflazionati (seppur degni di rilievo) come problematiche degli investitori o delle maestranze ma di soffermarsi sui fautori della crisi per permetterci di comprendere fino in fondo, [...] Vai alla recensione »
Il Gioiellino altro non è se non la ricostruzione dello scandalo Parmalat attraverso altri mezzi nel senso che anche se l'azienda non si chiama così e il presidente non risponde al nome di Tanzi è limpido e assolutamente voluto il riferimento. La pellicola scava nei meccanismi del potere e di un certo capitalismo purtroppo nostrano ma non solo.
La Leda, un azienda agro-alimentare e il suo fondatore Amanzio Rastelli (Girone) assieme al fidato responsabile finanziario Ernesto Botta (Servillo), iniziano una discesa della società dovuta ai debiti sempre più alti. La quotazione in Borsa, la ramificazione della società in nuovi mercati e nuovi paesi, l'accettazione di compromessi come la fusione di una società [...] Vai alla recensione »
Il grande del merito de Il gioiellino è da attribuire (oltre alla direzione di attori tutti perfettamente nella parte) alla fotografia di Luca Bigazzi: una fotografia capace di dare corpo ed anima ad interni che apparentemente sembrerebbero certo ricchi, ma soprattutto solidi, per i valori che vorrebbero rappresentare, ma che invece sono luogo di nefandezze di cui solo i più abili speculatori [...] Vai alla recensione »
C'è più di un punto di contatto tra l'opera seconda di Molaioli e "Il divo" di Paolo Sorrentino: anzitutto la stessa società di produzione, lo stesso grande direttore della fotografia, la presenza magnetica di Toni Servillo ... ma, sopra ogni cosa, in entrambe le pellicole viene universalizzata un pezzo di storia italiana.
Il film racconta l'evoluzione finanziaria, fino al disastro finale, di una società alimentare nell'Italia degli ultimi anni. Naturalmente si riscontra il percorso vissuto dalla Società Parmalat. Il racconto si sviluppa descrivendo le azioni e i comportamenti dei personaggi principali coinvolti nella vicenda, dal proprietario a tutto il management aziendale, in particolar [...] Vai alla recensione »
Storia dell'ascesa e del declinio di una grande realtà industriale italiana: la Parmalat. Un'azienda produttrice di generi alimentari, che evidentemente non faceva guadagnare quanto volevano i proprietari. Al punto da arrivare prima alla quotazione in borsa (un rischioso Must finanziario degli ultimi 20 anni) e poi alla falsificazione dei bilanci per ottenere prestiti.
Come nella sua prima opera, il regista indaga i vizi della la provincia(lità) italiana: ma qui al centro della vicenda c’è l’ambiziosa scalata al mondo finanziario di un piccolo imprenditore, che nel commercializzare latte e derivati dichiara di produrre innanzitutto valori. Ma la vorticosa trasformazione della ditta in azienda quotata in borsa è drogata da bilanci [...] Vai alla recensione »
Efficace ricostruzione fantasiosa, ma non troppo, del crac della Parmalat. Bello,onesto e istruttivo,il film ovviamente ruota attorno a Servillo che ci dà l'ennesima prova della sua bravura,mettendosi nei panni del ragioniere faccendiere, che con spregiudicatezza cinica portò l'azienda alla bancarotta.I personaggi di contorno sono insignificanti , l'astro che brilla di luce [...] Vai alla recensione »
I bilanci vanno a picco? Basta dare un colpo di bianchetto. Non hai liquidità? La ipotizzi alle Cayman. Sei del tutto spacciato? Entri in borsa. Il crac della Leda ricorda molto quello della Parmalat di Tanzi tra litri di latte macchiati di orgoglio, superficialità al limite del carognesco e dilettantismo clamorosamente spacciato per (alta) finanza creativa.
"Il gioiellino" di Andrea Molaioli è un ottimo film. Racconta il fallimento Parmalat in modo cronachistico e veloce, aggiungendo fondamentali tocchi di simbolismo (le pietre portafortuna, il progetto di rilancio scritto dal direttore finanziario Servillo poco prima dell'arresto, l'indignazione della moglie del dirigente suicida.
Nelle interviste rilasciate in occasione dell’arrivo nelle sale de “Il gioiellino”, Andrea Molaioli ha spesso sottolineato di aver puntato l’obiettivo sulla psicologia dei personaggi, sulle loro mete e motivazioni. La visione del film induce a ridimensionare questa affermazione e non certo perchè gli interpreti non siano all’altezza del compito: Toni Servillo domina [...] Vai alla recensione »
un fatto importante e drammatico come il crac parmalat, che certamente interessa tutti noi, eppure non prende, non appassiona, un po' perché il film non aggiunge granché a quello che sapevamo già, un po' perché le colossali truffe che racconta sono proprio sgradevoli da vedere e sentire. Servillo come in altri film (le conseguenze dell'amore, gorbaciof) si trova a suo agio con la finanza e la contabilità, [...] Vai alla recensione »
il film si dedica ad esprimere il boom del caso parmalat.Il regista cerca di descrivere i personaggi ma questo non gli riesce bene e questo rende il film leggermente noioso.Servillo viene cosiderato un uomo sgradevole e introverso e questo lo porta a fare una recitazione "semi-falsa" sul personaggio. Dopotutto il film ha una buona sceneggiatura e questo lo rende abbastanza realistico.
Damiano Damiani, Dallamano, Squitieri,Montaldo etc. non erano dei geni, non appartenevano alla sacra triade Antonioni, Visconti, Fellini, aggiungo di mio Mario Bava, Riccardo Freda ,studiati ed amati in tutto il modo, giustamente. Francesco Rosi era tra le due categorie , un grande regista, un gradino sotto i 5 grandi, ma decisamente superiore a tutti gli altri.
Il regista ha voluto raccontare tutta la dolorosa vicenda della Parmalat tentando di rivalutarne gli artefici; infatti, Tanzi, impersonato da Remo Girone, appare come una persona buona, profondamente attaccata all’azienda e alla famiglia, con grandi valori morali che ricorre a delle manovre ardite solo per salvare quello che è riuscito a creare da solo; addirittura, in una scena, lava [...] Vai alla recensione »
1970. Elio Petri scrive e dirige un film sul Potere. Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Il suo "Stradivari" sono Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan. Vien fuori un capolavoro. 2011. Andrea Molaioli scrive e dirige un film sul Denaro. Il gioiellino. Ha in mano anche lui uno "Stradivari": Remo Girone e Toni Servillo. Ne vien fuori una .
VISTO Il gioiellino. Interessante anche se il film non e' coinvolgente ed emozionante come ci si aspettava. "Un uomo dovrebbe avere il coraggio dei propri vizi" Sta per arrivare al cinema Il gioiellino il secondo film di Andrea Molaioli Nonostante molte persone non siano a conoscenza del crac Parmalat [...] Vai alla recensione »
Si limita a descrivere per sottrazione, accennando appena senza inutili dilungamenti ma senza nemmeno riuscire a coinvolgere. Non è costruito per raggiungere un climax e non entra con divulgativa chiarezza negli intricati meccanismi finanziari. Si esce come si è entrati. Peccato.
molto molto utile vedere questo film. Fa capire che l'ingordigia e altro sono i mali del secolo
qua una volta di più si capisce come le apparenze siano fondate sull'ipocrisia capitalistica,sul falso e sull'effimero,mi soffermo sui trafiletti del finale dove sta scritto che nonostante i vari crac,i valori finanziari sono ben al di sopra della realtà e dei valori reali di queste aziende messe in piedi con perseveranza ma poi tramutate in squallide macchine di potere dove [...] Vai alla recensione »
A parma il pubblico si E' alzato e se n'e' andato disgustato. Un film che doveva essere appassionato e pieno di energia e di tutto cio' che e' vita. Il film, se cosi' puo' essere chiamato e' invece un' accozzaglia di notizie senza anima, senza rabbia, senza passione. Senza vita. Una delusione immane. Un film che non ti lascia nulla.
Il "vero" Gambardella non avrebbe mai scritto espressioni un po' ridicole come "proferire eresie" o "nutrirti a iosa del ciarpame holliwoodiano", ma lui è un personaggio che conosce l'esercizio sottile dell'intelligenza, mentre il tuo commento appare frettoloso e inconsistente. Innanzi tutto io ho scritto "con l'eccezione di Crialese, Tornatore [...] Vai alla recensione »
Film ispirato al caso-Parmalat, un buco nero che ha prosciugato tutto ciò che c'era intorno. Punti salienti sono stati: la quotazione in Borsa, la falsificazione dei bilanci e il suicidio di un alto dirigente del gruppo. Tony Servillo si conferma un grandissimo. Bella ragazza la Felberbaum.
Finalmente una storia di spessore, il cinema italiano deve essere (anche) questo.
bello bellissimo da vedere! un film di denuncia, importante, che fa capire cos'è successo veramente in questi anni nel mondo della finanzia italiana e non solo. un film chiaro, io finalmente ho capito cosa ha fatto la parmalat! fantastico l'ambientazione nella provincia italiana, il quadro psicologico dei personaggi è travolgente. io metterei la visione obbligatoria tutte le facoltà di economia [...] Vai alla recensione »
"Il gioiellino" apre la porta sul mondo malato della finanza, dove ogni spazio per coscienza e umanità è demolito a colpi di cinismo e di superiori necessità di sopravvivenza. Il mondo della finanza contagia ed ammala, droga e schiavizza chi vi entra e non ha la forza (che hanno in pochissimi) di uscirne. I soldi sono lo sterco del diavolo, sapevamo, ma nella finanza, in quel mondo in cui di soldi [...] Vai alla recensione »
Il gioiellino : la finanza travolgente Il gioiellino, scritto e diretto da Andrea Molaioli, racconta una vicenda ispirata al crac Parmalat; il film, costruito su una sceneggiatura snella e scorrevole, che cattura lo spettatore senza mai annoiarlo, disegna i personaggi principali con contorni netti, forse un po' troppo, ma senza sbavature, con le loro caratteristiche peculiari che, nonostante le [...] Vai alla recensione »
Ho riscontrato molta analogia tra la frase di Servillo "Se i soldi non ci sono inventiamoceli" ed il malaffare dei fabbricanti di moneta falsa. E' scandaloso il modo di fare di questa economia creativa piena di nefandezze.Bello il contrasto della fotografia di L.Bigazzi che mentre rende luccicanti i locali si scontra con quello che succede all'interno. Film fatto molto bene.
Lentoooo di una noia disarmante. Servillo bravo, ma non se ne puo’ piu’, non basta. La ragazza, LA felberbaum, il vuoto cosmico, l’ intensita’ di un termosifone spento.
Sapete quando uscirà questo film?...."Il Gioellino"
Noia, noia e noia assoluta! Il giudizio vale solo per la prima parte perché ho dormito per tutta la seconda!!!
grande film di denuncia, fortemente consigliato! finalmente ho capito quali sono i meccanismi che hanno portato alla deriva la Parmalat e non solo la parmalat. Secondo me, dovrebbe essere resa obbligatoria la visione in ogni facoltà di economia. E' un film chiaro e lineare, è un film emozionante. Sono contenta che i film italiani non siano solo commediotte divertenti, ma ci siano anche film scomodi, [...] Vai alla recensione »
brutto, scritto male, mediocre, avvilente.
Raccontare la storia di uno dei crac finanziari più choccanti avvenuti nel nostro Paese (e forse nel mondo) si rivela un'impresa impossibile per questa opera che si può associare più ad una una fiction televisiva che ad un prodotto cinematografico in grado di aprire una finestra sui grandi vizi e sulle distorsioni del capitalismo dei nostri giorni, [...] Vai alla recensione »
ma perché continuano a torturarci così? Un onesto mestierante americano con lo stesso soggetto avrebbe fatto un film decisamente migliore. E' uno strazio assistere ad uno scempio simile. Braccia rubate all'agricoltura! Disertori della zappa!
Floppone agghiaccciante. La tipa, l'attrice l'unica cosa che scatena e' la noia. Non ti ricordi il suo viso neanche quando e' ancora in scena. Film deludente. Iper incassi floppone colossale. Media a copia imbarazzante.
Incassi tali vermente fanno pensare solo ai film di Vanzina ultimi.
Film molto bello e coraggioso. Sono andato al cinema con amici che lavorano nella finanza e che hanno trovato molto credibile lo spaccato di quel mondo. Io che invece di finanza non ci capisco nulla, ho trovato la visione del film illuminante. E poi gran ritmo, è un film che ti avvolge e ti rimane dentro. Lo consiglio a tutti.
Coglie il senso del dramma finanziario che stiamo vivendo quotidianamente. Servillo sotto il suo solito standard (che è alto,... molto alto), bellissima Sarah Felberbaum. CONSIGLIATO per farsi un'idea di come non sopravvivere in un mondo drogato di avidità (anche se il film in realtà descrive Tanzi e Tonna come due 'romantici' sprovveduti, divorati dagli squali della finanza).
La ragazza del lago era ok, con i suoi mezzi toni un poco televisivi, ma alla seconda prova il regista crolla, pur apprezzando il tentativo di osare. E poi ancora un film con Tony Servillo che fa Tony Servillo in un film con Tony Servillo? Basta per favore. Avrei approfondito di +, raccontato di +, mentre qui c'e' davvero poco. Brutta la colonna musicale, banale. Una delusione ;(
Il caso Parmalat, che ha portato sul lastrico tanti risparmiatori, è stato rappresentato in modo così semplice e banale che se fossi stata uno di quei risparmiatori mi sarei ancor di più infuriata.
Pensavo un pò meglio. La prima parte è piuttosto farraginosa. Poi entra in scena il personaggio della Felberbaum e allora si scatena qualcosa! Ci sono dei bei duetti con Servillo che è il personaggio più originale, assomiglia pervesamente al personaggio della spia della Vita degli altri. Solitario, con le sue manie, in fondo crede di fare bene, il bene dell'azienda.& [...] Vai alla recensione »
I wannabe Sorrentino, ma non ce n'e'. Didascalico, pretenzioso e snervante per il piattume e la noia mortale che emana, senza dare assolutamente niente, tranne la sensazione di una scialba e ridodante pedagogia che non insegna nulla, ne' ci consegna nulla di nuovo. Se non la certezza di aver sprecato i soldi del biglietto. Irritante.
Un film deludente sopratutto in relazione al tema trattato, mi aspettavo un film di cuore, di denuncia ... invece è una fredda e spesso noiosa narrazione dei fatti ... che più o meno tutti conosciamo o possiamo conoscere cercando sul web. Nulla di nuovo ... peccato.
“Più in basso di così c’è solo da scavare”, cantava così una bella canzone di Daniele Silvestri e comincia nello stesso modo il secondo film di Andrea Molaioli, che dissotterra gioielli e ‘gioiellino’ di un imprenditore di latte andato a male. Ispirato dalla cronaca e da uno dei più gravi scandali della finanza globale, il regista romano ‘romanza’ il colossale crac della Parmalat di Calisto Tanzi e mette al centro del suo film un’azienda agro-alimentare gestita in maniera ‘creativa’ dalla famiglia Rastelli, abile nel falsificare i bilanci, gonfiare le vendite e ‘inventarsi’ il denaro.
Un film italiano di seria qualità. Come quelli che realizzavano Francesco Rosi e Elio Petri negli anni d'oro del nostro cinema civile. L'ha diretto, anche scrivendolo, Andrea Molaioli che ha trionfalmente esordito qualche anno fa con "La ragazza del lago", lodato dalla critica, festeggiato dal pubblico, fatto segno a premi di sicuro prestigio. Oggi si fa ispirare, neanche molto in filigrana, da quel [...] Vai alla recensione »
Anche se nel film di Andrea Molaioli (per ragioni piuttosto ovvie, non ultima la libertà narrativa degli ideatori: con il regista, Ludovica Rampoldi e Gabriele Romagnoli) i nomi sono inventati e inventato è un marchio di latte e di prodotti alimentari inclusi loghi e campagne pubblicitarie, risulta evidente il riferimento a Parmalat, al suo patron Calisto Tanzi, a tanti altri personaggi reali - del [...] Vai alla recensione »
Il riferimento al crac Parmalat è evidente, anche se qui l’azienda in rosso si chiama Leda e la città investita dallo scandalo non è Parma, ma Acqui Terme (mai citata). Andrea Molaioli racconta le origini del clamoroso imbroglio, inizialmente quasi casuale, che spinse l’azienda alimentare del candido e incosciente patron Amanzio Rastelli (Remo Girone), timoniere il gelido capo contabile Ernesto Botta [...] Vai alla recensione »
È impressionante recensire Il gioiellino nelle stesse ore in cui i pm dell'inchiesta Cirio hanno chiesto complessivamente 221 anni di carcere per i responsabili di quel crack (dei quali 15 per Sergio Cragnotti, già presidente della Lazio scudettata). I casi Cirio e Parmalat si somigliano assai, e Il gioiellino parla – o dovrebbe parlare – del secondo, del colosso del latte che nel 2003 accumulò un [...] Vai alla recensione »
«I soldi non ci sono? Inventiamoceli». Lo dice Toni Servillo quando il suo personaggio, direttore finanziario di un’azienda alimentare in sofferenza, l’incammina alla bancarotta fraudolenta. Accade nel Gioiellino, film di Andrea Molaioli, da oggi nella sale italiane. Riferimenti a persone in carne e ossa e a fatti realmente accaduti - il caso Parmalat - non sono casuali.
Ispirandosi al crack della Parmalat, Molaioli “mette in fila” fatti e personaggi, nella convinzione che, da soli, ci guidino dentro i meccanismi della finanza creativa e delle sue connivenze. Il risultato è un film che somiglia a una fiction, e di una fiction ha la superficialità. Per paradosso la bravura di Girone e Servillo mostra ancora di più quanto la sceneggiatura sia inadeguata.
È un buon film «Il gioiellino», che traspone nelle tonalità dell’instant-thriller la clamorosa e devastante vicenda della bancarotta della Parmalat. Il regista di «La ragazza del lago» Andrea Molaioli vi si conferma autore serio e solido, attento ai dati e ai fatti, ma poco propenso a tradurli nei consueti pamphlet cinematograficamente morti: nella sua opera seconda, tra l’altro, si avvale sino in [...] Vai alla recensione »
Il Gioiellino di Andrea Molaioli è un film di fantasmi. Il nefasto fantasma della finanza facile, roba che per molti giornali, opinionisti e, a questo punto, cineasti, sembra nato dieci anni fa. Quando invece il Novecento è il secolo dei crack finanziari, bolle speculative e investimenti con soldi inesistenti. Secondo: il fantasma del cinema anticraxiano, antiedonista di inizio anni ‘90, il tangentopoli/cin [...] Vai alla recensione »
C' era molta aspettativa per Il gioiellino di Molaioli. Perché la storia che racconta si riferisce in modo trasparente a uno scandalo finanziario che ha sconvolto la vita italiana recente: il crac Parmalat. Inseguendo le psicologie dei personaggi più che la denuncia o l' inchiesta - scelta legittima, e anche produttiva sul piano narrativo - il film compone figure umane (soprattutto il patron di Remo [...] Vai alla recensione »
Il crac Parmalat risale solo al 2003, ma sembra ormai storia antica. E Il gioiellino, il nuovo film di Andrea Molaioli, stenta a renderlo fresco e attuale. È vero che la vicenda – “ritoccata”: Parmalat è diventata Leda – può essere letta come antesignana di una crisi globale in cui la “creatività” finanziaria di un’azienda italiana è riproposta, in modo più elegante ma altrettanto criminale, dal sistema [...] Vai alla recensione »
Possiate morire di morte lenta e dolorosa, voi e i vostri cari». Lo dice con cattiveria impassibile il ragioniere Botta, portato via dalla finanza mentre si consuma il crac annunciato dell’azienda «familiare» che però non ha rinunciato a entrare nei giochi (sporchi) della finanza globale. E mentre l’oscuro ragioniere fissa qualcosa dalle sbarre del cellulare, gli altri si affannano inutilmente a cancellare [...] Vai alla recensione »
La frase, attribuita a Calisto Tanzi e mai smentita, ha fatto da spunto all’ironico titolo del film. Dice: «A parte quei 14 miliardi di buco, l’azienda è un gioiellino». Schizofrenica, no? O, più semplicemente, rivelatrice di una balzana idea di capitalismo familista incapace di fare i conti con la realtà, di espandersi virtuosamente senza ricorrere al raggiro sistematico.
Scorrerà latte, e scorrerà sangue: quello dei risparmiatori. Ma il secondo non lo vedrete: il crac Parmalat di Andrea Molaioli è un dramma da camera, anzi, da stanza dei bottoni,con l’ottimo Remo Girone a dar volto a Callisto Tanzi (Amanzio Rastelli), il solito Toni Servillo negli abiti burberi di Fausto Tonna (Ernesto Botta) e la ragazza del latte Sarah Felberbaum nel letto.
C'è un’immagine - una sola - che fa venire i brividi in Il gioiellino, il film di Andrea Molaioli liberamente ispirato al crac Parmalat, da oggi nelle sale italiane. È quella in cui il personaggio del ragionier Ernesto Botta (interpretato da Toni Servillo e modellato sulla figura di Fausto Tonna, collaboratore di Tanzi) viene portato via, nel finale, su un blindato della Guardia di Finanza.
Il gioiellino, il film di Andrea Molaioli ispirato al crack della Parmalat che uscirà nelle sale venerdì prossimo, è la rappresentazione filmica di una dicotomia rappresentata come un sistema cartesiano: idealmente si potrebbe sovrapporre alla pellicola un diagramma che, non diversamente dai grafici aziendali, o da quelle sovrastrutture di marxista memoria che venivano a sostituire gradualmente le [...] Vai alla recensione »
La grande truffa della Parmalat in un film circostanziato e puntuale che evita le vie più battute ma non trova la chiave capace di dar vita ai tanti spunti riuniti. Né commedia né film-inchiesta, né saga aziendale né docu-drama, Il gioiellino vorrebbe aggiornare la mappa della Grande Provincia italiana e dei suoi silenziosi orrori che oggi parlano la lingua globale della finanza e di un malaffare installato [...] Vai alla recensione »