Nell'ambito della rassegna "Il libro che visse due volte: la letteratura al cinema", curata da Pino Farinotti, mercoledì 3 luglio alle 21:15, la Biblioteca Sormani, (Corso di Porta Vittoria 6, Milano) presenta Giulio Cesare di Joseph L. Mankiewicz, con Marlon Brando. Il titolo intende ricordare Brando a dieci anni dalla sua morte. Una prevalente corrente di giudizio ritiene la performance dall'attore, allora 29enne, nella parte di Antonio, come il momento perfetto di tutta la sua carriera. Il suo monologo "Amici, romani, cittadini..." viene considerato e studiato nelle accademie, e nelle università, come il più alto modello di retorica mai composto. Brando non era uno "Shakespeariano", in teatro aveva rappresentato soprattutto autori americani contemporanei, come Ben Hecth e Tennessee Williams. Nel cast del film c'erano attori inglesi, come James Mason (Bruto), soprattutto John Gielgud (Cassio), uno shakespeariano apicale, della scuola Old Vic, alla Laurence Olivier. Ebbene Gielgud si inchinò alla performance del giovane Marlon. Fu lui a innescare l'applauso che poi si estese a tutto il set, tecnici compresi. La proposta della Sormani è un'occasione per rivedere un grande classico, che qualcuno giudica la migliore rappresentazione cinematografica, fra le moltissime, delle opere di Shakespeare.