È andata come doveva andare la giornata di Nymphomaniac: Lars Von Trier si è presentato con la più provocatoria delle magliette, vista la sua situazione, una t-shirt nera con una palma di Cannes e la scritta "Persona non grata" (in riferimento alla sua cacciata dal festival francese dopo una conferenza stampa in cui fu accusato di aver pronunciato frasi antisemite). Il regista non ha partecipato alla conferenza stampa che invece il suo attore Shia LaBeouf ha abbandonato incomprensibilmente scocciato dalla prima domanda, salvo poi presentarsi sul tappeto rosso con un sacco in testa.
Ma per chi non fosse interessato solo alla ninfomane interpretata da Charlotte Gainsbourg, ieri il concorso ha proposto anche Stations of the Cross, film di segno opposto e dall'umorismo molto raffinato e molto tedesco, nel quale una 14enne cui è stato inculcato il fondamentalismo cattolico vede in ogni contatto e in ogni minimo piacere un peccato, vivendo una specie di via crucis personale.
Clamorosa infine la proiezione che la sezione Panorama ha proposto di Journey to the west di Tsai Ming-Liang: per la prima volta un film del regista è andato sulla parete gigante di un IMAX.

Scende in campo oggi invece Gianni Amelio, il secondo italiano al Festival sempre nella sezione Panorama con Felice chi è diverso, il suo documentario sull'omosessualità, mentre il concorso vede un altro grande vecchio leone, Alain Resnais con Life of Riley, bilancio degli ultimi momenti di vita di un uomo e delle donne che gli sono accanto.
È invece sulla carta più audace l'idea dell'altro film del concorso odierno, Blind massage di Lou Ye, opera su cui c'è stato un gran lavoro di sonoro e dotata di un cast misto di attori e veri non vedenti per raccontare di un cieco e della maniera in cui vive e percepisce la Cina moderna.

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