Titolo originale | Aimer, Boire et Chanter |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Alain Resnais |
Attori | Sandrine Kiberlain, André Dussollier, Hippolyte Girardot, Sabine Azéma, Michel Vuillermoz Caroline Sihol, Caroline Silhol, Alba Gaïa Bellugi, Gèrard Lartigau. |
MYmonetro | 3,03 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 28 gennaio 2015
Un gruppo di amici scopre che ad uno di essi rimane qualche mese da vivere. Questa notizia avrà sorprendenti ripercussioni sulla loro amicizia. Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO SÌ
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Inghilterra. Mentre i componenti di una compagnia amatoriale stanno facendo le prove per uno spettacolo, Colin, che è medico, scopre che George, che è uno di loro, ha ormai poche settimane di vita. Questa notizia fa sì che la moglie di Colin, Kathryn, senta rinascere l'antico amore per l'uomo, che la consorte che lo ha lasciato avverta il dovere di tornare da lui e che un'altra sua fiamma, Tamara, sia pronta a rivalersi sul marito fedifrago. Tutte desiderano partire con George per accompagnarlo nell'ultima vacanza della sua vita.
Per la terza volta in vent'anni Alain Resnais si rivolge a un testo di Alan Ayckbourn per portarlo sul grande schermo. Nel 1993 si trattò del doppio film Smoking; No Smoking e nel 2006 di Cuori. Non si tratta solo dell'affezione e della stima di un autore per un altro autore. Resnais ha il coraggio di andare a cercare le parole che più sente vicine al suo sentire del momento da chi è in grado di offrirgliele al meglio e anche di farle divenire corpi e gesti spesso già frequentati. Perché questa affezione per lo scrittore britannico va al pari con quella per gli attori che hanno accompagnato gran parte del suo percorso artistico. Dussollier, Azèma, Girardot, sono nomi che ritornano nel suo cinema e che gli danno sicurezza. Sono attori che sanno dare leggerezza a temi pesanti ed è esattamente questo che il novantaduenne regista continua a cercare in questa fase della sua attività. Questa apparentemente impalpabile commedia, rigorosamente proposta in ambientazioni teatrali è infatti fondamentalmente una riflessione sulla morte. Resnais, che l'ha raccontata ad altissimi livelli da giovane come tragedia collettiva (Hiroshima mon amour, Notte e nebbia) ne cerca ora l'essenza sul piano individuale. L'imminente dipartita di George (sempre assente dalla scena ma costantemente presente nei pensieri di chi lo conosce o crede di conoscerlo bene) spinge chi lo circonda a rivedere la propria collocazione rispetto al tempo trascorso. Per qualcuno che crede di poter tornare allo spirito di una giovinezza ormai lontana c'è qualcun altro che sente rinascere il senso della responsabilità verso una persona e un rapporto che pensava di aver lasciato ormai alle spalle. Ognuno è costretto a guardarsi dentro e a prendere atto della veridicità di quella massima che ci ricorda che, quando un uomo e una donna decidono di formare una coppia, gli appartenenti al sesso maschile sperano che la compagna resti sempre così com'è mentre l'altra metà del cielo si adopera per riuscire a cambiarli. Possono finire con l'essere profondamente delusi entrambi oppure avere un amico come George che, senza apparire ma agendo nel profondo, li porti a dire quello che non si dicevano più da lungo tempo, a gettare cioè quella maschera che ognuno rischia di indossare sul palcoscenico della vita senza trovare più la forza per togliersela.