A complicare un verdetto che sembrava abbastanza naturale con la vittoria di Lincoln, arriva il trionfo di Argo ai PGA Awards, il premio dell'associazione dei produttori americani, che spesso coincide con la vittoria finale degli Oscar. Altri premi interessanti sono andati a Ralph spaccatutto (che però sembra ancora il terzo incomodo nella lotta che dovrebbe vedere protagonisti Ribelle - The Brave e Frankenweenie) come miglior film d'animazione; Searching for Sugar Man, documentario che dovrebbe replicare il successo anche agli Academy Awards, grazie a una storia accattivante, quella di un musicista di scarso successo negli Stati Uniti e che viene riscoperto in Sudafrica; e Homeland, come miglior serie del piccolo schermo.

E non si può dire che dai SAG Awards (i premi dell'associazione degli attori) siano arrivate indicazioni certe. Da una parte, Lincoln si è aggiudicato due statuette (per l'attore protagonista e non protagonista, rispettivamente Daniel Day-Lewis e Tommy Lee Jones), ma va detto che il riconoscimento per il miglior cast è andato proprio ad Argo, un ulteriore segnale dell'amore per questo film. Le statuette alle attrici sono invece andate, come previsione, a Jennifer Lawrence (protagonista de Il lato positivo - Silver Linings Playbook) e Anne Hathaway (non protagonista ne Les Miserables). Non sarebbe certo una sorpresa se questi quattro interpreti bissassero il successo anche agli Oscar.

Sicuramente, nelle ultime settimane il tragitto di Argo è stato molto originale. Subito dopo non aver ottenuto una candidatura come regista per Ben Affleck, sembrava che la pellicola non avesse possibilità, ma poi sono arrivati i successi ai Critics Choice Awards, ai Golden Globe e appunto ai PGA. Insomma, non fosse per la mancata nomination al suo regista agli Oscar, ora parleremmo di Argo come il favorito da battere. Lo scenario è interessante, perché in qualsiasi caso quest'anno, ci sarà un'eccezione significativa. Nel caso vincesse Lincoln, si interromperebbe la striscia di cinque anni consecutivi in cui il premio dei PGA coincide con l'Oscar al miglior film. E se ovviamente vincesse Argo, torneremmo al 1990, quando A spasso con Daisy era riuscito a prevalere su Nato il 4 luglio, nonostante il suo regista Bruce Beresford si fosse trovato fuori dai 5 registi candidati.

Ma in un anno del genere l'impressione è che possa succedere di tutto. A questo punto, meglio non considerare spacciato Il lato positivo - Silver Linings Playbook, considerando le quattro candidature ricevute dagli attori e il sostegno che gli fornirà Harvey Weinstein. E ricordando l'edizione in cui Roman Polanski ha sorpreso tutti ottenendo l'Oscar alla regia per Il pianista (battendo Martin Scorsese - che ancora non era stato omaggiato agli Oscar - e Rob Marshall, che si sarebbe rifatto con l'Oscar al miglior film per Chicago), forse è il caso di non dimenticarsi di Michael Haneke. È molto difficile che accada (anche perché Polanski era un regista ben conosciuto all'Academy grazie a titoli come Rosemary's Baby e Chinatown), ma è probabile che tanti giurati stiano recuperando Amour in questi giorni grazie alle cinque nomination.

Infine, potrebbero avere delle ripercussioni (come sempre accade) per gli Oscar del 2014 i premi del Sundance, che hanno visto trionfare Fruitvale come miglior film drammatico (acquistato dai Weinstein, potrebbe ripetere - almeno in parte - le candidature ottenute quest'anno da Re della terra selvaggia) e Blood Brother, che si è aggiudicato il riconoscimento per il miglior documentario, raccontando la storia di un uomo che assiste i bambini indiani malati di Aids. A confermare l'apprezzamento verso questi due prodotti, il fatto di aver vinto anche i premi del pubblico nelle rispettive categorie.