Homeland - Caccia alla spia

Film 2011 | Drammatico 55 min.

Regia di Michael Cuesta, Lesli Linka Glatter, Daniel Attias, Alex Graves, Keith Gordon, Tucker Gates, Clark Johnson, Seith Mann, Michael Offer, Guy Ferland, Michael Klick, Jeffrey Nachmanoff, Carl Franklin, Charlotte Sieling, Brad Turner, John Dahl, Lodge Kerrigan, Jeremy Podeswa, David Semel, Daniel Minahan. Una serie Da vedere 2011 con Claire Danes, Mandy Patinkin, Damian Lewis, Morena Baccarin, Jackson Pace. Cast completo Titolo originale: Homeland. Genere Drammatico - USA, 2011, - MYmonetro 3,97 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. STAGIONI: 8 - EPISODI: 96

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Ultimo aggiornamento martedì 5 maggio 2020

La serie che ha raccontato la politica internazionale dei nostri tempi come nessun'altro ha saputo né osato fare. La serie ha ottenuto 6 candidature e vinto 5 Golden Globes, 5 candidature agli Emmy Awards, 3 candidature a CCTA, 1 candidatura a Critics Choice Award, 13 candidature e vinto un premio ai SAG Awards, ha vinto un premio ai Writers Guild Awards, 2 candidature e vinto un premio ai Directors Guild, La serie è stato premiato a AFI Awards,

Homeland - Caccia alla spia è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato assolutamente sì!
3,97/5
MYMOVIES 4,50
CRITICA
PUBBLICO 3,44
ASSOLUTAMENTE SÌ
Una moderna epopea sullo stato dello spionaggio, dei rapporti tra le Nazioni e sul loro costo umano.
Recensione di Andrea Fornasiero
martedì 5 maggio 2020
Recensione di Andrea Fornasiero
martedì 5 maggio 2020

Nata come un adattamento americano della serie israeliana Hatufim, Homeland ha raccontato per le prime tre stagioni la tormentata relazione tra Nicholas Bordy, un eroe di guerra che in realtà ha fini terroristici, e Carrie Mathison, l'agente CIA che prima lo sorveglia con sospetto e poi lo sfrutta come una risorsa, il tutto mentre si innamora di lui. Dalla quarta stagione la serie assume una struttura quasi antologica, raccontando ogni volta una diversa situazione per Carrie contro una nuova minaccia e spesso in una differente location, spaziando dall'Afghanistan alla Germania, fino al fronte domestico per poi tornare nuovamente in Afghanistan nell'ultima stagione. È una presenza costante il suo mentore Saul Berenson, inoltre l'affiancano anche Peter Quinn, un assassino della CIA esperto in missioni in nero, e successivamente il russo Yevgeny Gromov, che instaura con lei un complesso scambio di alleanze e tradimenti.

Moderna epopea sullo stato dello spionaggio e dei rapporti tra le Nazioni, oltre che sul loro altissimo costo umano, Homeland ha raccontato la politica internazionale dei nostri tempi come nessun'altra serie ha osato fare.

Fin dall'inizio è stata attraversata dal senso di colpa per le azioni americane all'estero, con Brody che pensa di tradire il proprio Paese perché ha assistito alla morte di un bambino nel corso di un bombardamento. Il padre del ragazzino è un terrorista, che accudisce Brody e lo converte all'Islam, ma niente di tutto questo sarebbe possibile senza quel peccato originale. Saul è una figura paterna, ma essere anche duro e spietato all'occorrenza, tanto da veder franare il suo matrimonio. Carrie diventa madre nel corso della serie, ma si accorge di non poter assolvere a quel ruolo per la vita che conduce e forse anche perché non se ne sente degna, visti i compromessi a cui è continuamente costretta. Carrie oltretutto è affetta da un disturbo bipolare e senza il giusto mix di farmaci può precipitare in vortice di paranoia pericolosissimo per chi deve saper gestire e soppesare i sospetti. D'altra parte Carrie è geniale e spericolata, imprevedibile anche per il suo mentore, e per questo è una risorsa insostituibile, spesso la sola che può risolvere una crisi quando l'Agenzia è in qualche modo compromessa.

Anche Carrie ha il suo peccato imperdonabile, che arriva nella quarta stagione quando ordina il bombardamento di un presunto covo di terroristi, per poi scoprire di aver fatto massacrare i partecipanti a una festa di matrimonio. È da qui che la serie riparte dopo il termine della storia con Brody e mai come in questa annata la politica estera americana è criticata ferocemente, in particolare per l'abuso che fa dei droni e dei loro bombardamenti "intelligenti". Homeland è del resto una serie dove si fa largo uso di tecnologia, ma alla fine è solo l'intelligenza e l'umanità dei protagonisti a fare davvero la differenza, mentre chi ha una posizione "tecnica" finisce per rivelarsi costantemente inadeguato (con l'eccezione di Max, esperto informatico e alleato di Carrie, a sua volta dalla marca umanità in quanto ipersensibile e introverso).

La quinta annata, ambientata in Germania, è meno riuscita, in particolare per alcuni sviluppi di sceneggiatura davvero troppo comodi, ma centra comunque ottimi episodi e mantiene alta la tensione. Che esplode nella sesta e nella settima stagione, tra loro legate e dedicate al fronte interno, alla politica al tempo della fake news, degli estremismi di destra, della manipolazione dell'opinione pubblica attraverso i social media. Homeland infatti ha sempre avuto una sorta di dono della preveggenza nell'intuire i temi cruciali in fase di scrittura e produzione, per arrivare in onda nel momento di massima attualità di quel che sta raccontando. La vicenda della Presidente Keane, che minacciata da più parti finisce per mettere a rischio la democrazia stessa per la propria difesa, è un mirabile trattato sociopolitico e civile, che racconta la fragilità delle Istituzioni che diamo per certe. Il tutto senza sacrificare il piacere del racconto che anzi in queste due annate, la sesta e la settima, vanta colpi di scena anche molto drammatici.

L'ultima stagione infine chiude il cerchio e riporta Carrie in Afghanistan, dove una tragedia rischia di far scoppiare una guerra. Come già nella seconda stagione di 24 - che con Homeland condivide lo showrunner Howard Gordon - un attentato rischia di scatenare una guerra sproporzionata e poco giustificata, quale fu l'attacco americano in Afghanistan dopo l'11 settembre e ancora peggio l'invasione dell'Iraq. Allora era Jack Bauer a dover fermare la guerra nella sua consueta corsa contro il tempo, oggi è la più intelligente Carrie, donna anche d'azione ma soprattutto d'intuito, capace di navigare complessi intrighi e manipolare anche i suoi migliori alleati. Sebbene il ritratto dei conflitti in Medio Oriente sia ben calato nel presente, la stagione risulta meno di stringente attualità rispetto alle precedenti, d'altra parte è il canto del cigno della serie e deve prima di tutto concludere l'arco narrativo di Carrie. Ci riesce con un finale ingegnoso, dalla logica psicologica impeccabile e con una sua "giustizia poetica", che lascia comunque uno status quo aperto a possibili future riprese.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 5 marzo 2012
Martinga

Ottimo!! Da appassionata di telefilm, sono davvero felice di aver scovato questo gran bel progetto.  Telefilm che mantiene, puntata dopo puntata, sempre viva l'attenzione. Quando si pensa di aver capito tutto, ecco un colpo di scena per nulla scontato e sempre più interessante. Personalmente ho visto le ultime 8 puntate della prima stagione (attualmente l'unica, per la seconda [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 marzo 2013
molenga

inutile dire che la serie è di parte: ma è ben recitata e non superficiale. piacevole da seguire

martedì 27 maggio 2014
ambrogol

Bravissimi gli attori e la regia, non annoia ma.Geniale.  

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 19 maggio 2020
Roberto Manassero
Film TV

Dopo otto stagioni e nove anni, Homeland è finita. Lo spunto iniziale dalla serie originale israeliana di Gideon Raff - la caccia, cioè, a un ex prigioniero americano in Iraq diventato un fondamentalista islamico deciso a compiere un attentato - era ormai superato da tempo, sostituito dal tentativo degli showrunner Howard Gordon e Alex Gansa di seguire gli eventi della politica internazionale.

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