Advertisement
Jackson-Bausch-Malden: caduti 3 pezzi di spettacolo

Noi li conoscevamo bene.
di Pino Farinotti

Noi li conoscevamo bene
Michael Jackson (Michael Joseph Jackson) 29 agosto 1958, Gary (Indiana - USA) - 25 Giugno 2009, Los Angeles (California - USA).

lunedì 6 luglio 2009 - Focus

Noi li conoscevamo bene
Il titolo nasce parafrasando quello del film di Pietrangeli con Stefania Sandrelli. Un altro titolo potrebbe essere Quelli di un altro mondo, che comunque è riferibile soprattutto ai primi due personaggi. I tre nomi citati sopra coprivano spazi e rappresentavano sentimenti diversi nell'ambito dell'incanto generale che sovrintende tutte le arti. Certo con qualità e intensità diverse. Non ho mai visto Michael Jackson, ma ho conosciuto un produttore che lo aveva incontrato più volte. Mi disse: "io ho conosciuto tutti gli artisti del mondo della musica, e non solo, ma quando ho dato la mano a Michael Jackson ho avuto la sensazione di toccare un essere di un altro mondo". Si chiama talento, si chiama grazia. Michael, nella voce, nel ballo, nella mimica, nel corpo e nel volto, era un'opera d'arte. Con un valore che non è così automatico, il successo estremo. Un artista può possedere una dotazione assoluta ma poi non è detto che venga assunto dal mondo. Magari è capito da un' elite, diciamo così. E qui inserisco Pina Bausch. La ballerina coreografa non ha prodotto video venduti a centinaia di milioni, era la regina di un certo teatro, frequentato da appassionati. Anche lei era un angelo dalle superdotazioni. Come Michael. Certo, il famoso "Thriller", il video diretto da Landis, è il pezzo di musica più venduto di tutti i tempi. Appartiene a Jackson, e non è un caso. Non è canzone, non è ballo, non è video né film, è un'opera d'arte del '900, come Guernica di Picasso, il Rex di Fellini che solca il mare di plastica e il museo di Bilbao firmato Frank Gehry.

Prodigio
Un essere di un altro mondo. Si tratta di quel prodigio non misurabile che viene percepito d'istinto, come se un richiamo fosse disposto a priori nella genetica di ciascuno. Marilyn faceva impazzire gli uomini di tutta la terra, non c'era estetica o tradizione o cultura o etnia che tenessero. Era incanto generale e naturale, appunto. Anni fa ho visto Nureyev in una delle sue ultime performance, a Milano. Era stanco, era quasi alla fine. Mia moglie aveva portato nostra figlia piccola, quattro anni. Voleva che lo vedesse, perché non ci sarebbe mai più stato un altro come lui. Nell'intervallo Nureyev era rimasto sulla piattaforma, faceva esercizi da solo e ricordo che continuava a spostare una sedia e a usarla come riferimento. Mia moglie si avvicinò al limite del palcoscenico con la bambina per mano. Nureyev le raggiunse, tirò su Rossella e fece una giravolta con lei in braccio. Anche Rudolph era uno di un altro mondo e Rossella lo percepì, e a vent'anni di distanza è conscia di aver fatto parte, per un momento, di un miracolo. Si sente ancora girare la testa e sente ancora l'odore di quel sudore. Una volta ero a una festa privata, gente di cinema. Avevo parlato con un ospite, che non conoscevo, casualmente seduto vicino a me, di cinema, di musica, uomo interessante. La padrona di casa disse "adesso il maestro Luis Bacalov ci farà sentire qualcosa al piano". Bacalov era il mio vicino sconosciuto. Sedette al piano ed eseguì il tema del Postino, il film con Troisi. Chi conosce quella musica conosce quell'incanto. Lì presente poi, dal vivo a tre metri. Anche lì ebbi la sensazione di due... mani di un altro mondo.

Quello lì
Molti, molti anni fa, ero al ristorante La Magolfa coi miei genitori. Alla Magolfa facevano la cosiddetta cucina milanese. Veniva considerato "locale caratteristico e artistico". Arrivano tre persone, due uomini e una donna, alti, uno altissimo. Mia madre dice "ma quello lì è Gary Cooper". Mio padre guarda e risponde "ma cosa vuoi che ci faccia Gary Cooper alla Magolfa?" L'uomo aveva un vestito blu, poco stirato, una borsa di pelle rossiccia. E aveva due occhi che sembravano due luci, ma non normali, alogene. E naturalmente aveva dell'altro. Non l'ho mai dimenticato. Avevo sei anni, e davvero non sapevo chi fosse Gary Cooper. E quello era proprio lui. Era venuto in Italia per promuovere un suo film e per partecipare al Musichiere. Per analogie e contrari Gary Cooper mi riconduce a Karl Malden, grande attore, ma sempre antagonista - come lo era stato Cooper ne L'albero degli impiccati - mai divo e mai eroe. Tuttavia latore di un contributo benemerito. Nel serial Le strade di San Francisco è Stone, il poliziotto maturo che fa da maestro all' irruente Michael Douglas. Stone è efficiente, umano e magari flessibile, ma alla fine gli accordi non vengono fatti, le buste lasciate agli altri e chi ha commesso un crimine deve pagarne le conseguenze. Vecchia, cara onestà. E tutto nell'ambito della qualità: copioni ben scritti, ottima regia e modelli professionali. Eccolo il contributo.

Amici
A volte penso al "peso" di tutto ciò che quella gente ci ha trasmesso. Naturalmente ci è indispensabile. E non è solo una questione di incanto, con loro siamo garantiti e rassicurati. Sono amici, non deludono e non tradiscono. Basta attivare il video ed ecco che Michael balla fra gli zombie; Gary, sul ponte di Per chi suona la campana, ferma i cattivi per salvare i buoni; e Marilyn, in Niagara, continua a camminare con quel suo sedere fasciato dal vestito rosso.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati