"Tutto quello che faccio è raccontare una storia, non l'analizzo né ci rifletto sopra molto", confessava il regista Howard Hawks. Eppure l'autore di moltissimi film di successo è stato uno dei pochi a godere di grande fama e rispetto sia a Hollywood sia in Europa, presso una critica che lo ha scoperto molto presto, già con Scarface (1931-1932), un violentissimo film di gangster ispirato alle gesta di Al Capone. Nato nel 1896 a Goshen nell'Indiana, Hawks viene da una famiglia benestante, che gli ha consentito di fare studi approfonditi, prima al California Institute of Technology e poi alla Cornell University, dove si è laureato in ingegneria. Nel frattempo si dedicava alle corse automobilistiche (metteva lui stesso a punto l'auto): per tre anni, vincendo diverse gare (persino Indianapolis, una volta). E, finalmente, il cinema: comincia come attrezzista, poi diventa aiuto regista, produttore e, alla fine, esordisce nella regia, prima con qualche cortometraggio comico e un lungometraggio drammatico, Bolidi in corsa (1926), ambientato nel mondo delle corse. L'esordio fu un insuccesso e un amico, il capo degli studi Fox, gli disse: "Hai dimostrato di saper fare un film, ma per amor di Dio, adesso deciditi a far divertire". li film successivo, una commedia intitolata Le disgrazie di Adamo (1926), rifece le spese di produzione con gli incassi di un solo cinema. Fu una lezione importante e il regista avrebbe fatto una cifra stilistica del mescolare dramma e ironia, in film western come Un dollaro d'onore (1959) o El Dorado. Al contrario del vecchio amico John Ford, che amava definirsi lui stesso un regista di western, Hawks ha frequentato tutti i generi, dalla commedia al film di guerra, rimanendo attivo fino alle soglie degli anni settanta. Muore nel 1980, a Hollywood.