Federico Micali nasce a Firenze nel 1971. Laureato in giurisprudenza, grande appassionato di musica, ha fatto del documentario la sua vita, sostituendo ben presto la cinepresa alla toga.
Un documentarista dal taglio sociale
Fortemente radicato nella realtà storica della sua città, è sempre stato molto attento ai fatti socialmente rilevanti, a cominciare dal G8 di Genova. Con l'obiettivo di raccontare un'altra faccia di quella realtà che viene spacciata per ufficiale, ha seguito fin dal principio il movimento no-global, che lui preferisce definire altermondialista, e ha esordito dirigendo insieme a Teresa Paoli e Stefano Lorenzi il documentario Genova senza risposte, girato in digitale con tecnologia leggera e successivamente trasferito in 35mm. Un altro evento importante, finito sotto l'occhio della sua telecamera, è il social forum europeo a Firenze, "Firenze città aperta", da cui ne è seguita una pellicola per la produzione di Stefano Stefani che è stata distribuita in 60mila copie da L'Unità, Il Manifesto e Carta.
Firenze-Saharawi solo andata
Ritornato per un momento a uno dei suoi vecchi amori, la musica, ha diretto il videoclip della canzone "La legge giusta" dei Modena City Ramblers, curando anche un dvd che racconta dieci anni di storia della band. Nel 2003 prende in esame anche le tematiche ambientali, girando un documentario dal titolo Nunca Mais sul disastro ecologico della petroliera Prestige sulle coste della Galizia, protagonista indiscusso di numerosi Festival internazionali. Il suo legame profondo con la città di Firenze si è concretizzato in un cortometraggio Lungarno - ci chiamavano ribelli e in un film musicale sui cantanti di strada riuniti a Firenze l'anno precedente, presentato al Festival dei popoli. Non poteva mancare il suo sguardo sul dramma palestinese nel corto La nostra terra, seguito dal racconto delle condizioni dei profughi nel deserto algerino in Saharawi. Nel 2004 va ricordato soprattutto per la regia del cortometraggio di fiction Tresecondi, vincitore del MomFilmFest.
Il calcio e il cinema, da 99 Amaranto a L'Universale
Nel 2007 ha presentato con gran successo il documentario 99 Amaranto, liberamente ispirato al libro "Tenetevi il miliardo" di Carlo Pallavicino. Micali ha definito questo lavoro "un antidoto al conformismo del calcio di plastica". La pellicola racconta, infatti, le gesta, sportive e non, del calciatore Carlo Lucarelli, giocatore sui generis che ha rinunciato a un miliardo delle vecchie lire per giocare in serie B con la maglia della sua città, il Livorno, riportandolo nella massima serie dopo 55 anni. In seguito ha diretto Cinema Universale d'Essai, racconto nostalgico, tra mito e storia, di una delle sale cinematografiche più celebri di Firenze.
L'ultima zingarata è invece allo stesso tempo un cortometraggio presentato a Festival di Venezia nel 2010, e un documentario che racconta la surreale messa in scena di un nuovo funerale per il Perozzi di Amici Miei e che vanta la partecipazione di Mario Monicelli e Gastone Moschin.
L'universale (2015) è il suo primo film di finzione, dedicato ancora una volta (dopo il documentario) al celebre cinema fiorentino.
Nel 2021 gira il documentario dedicato al periodo della pandemia Firenze sotto vetro e nel 2022 Le chiavi di una storia - La comunità dell'isolotto.
Ha tenuto per molti anni corsi di cinema presso la Scuola di Cinema Anna Magnani di Prato e presso il carcere La Dogaia di Prato. Ha sperimentato negli anni varie forme di espressione video a partire dal mediattivismo di Indymedia nei primi anni 2000, per realizzare, oltre ai lavori citati, anche videoclip, spettacoli teatrali, web series (Lettere Italiene), videoinstallazioni e cortometraggi di taglio documentaristico/giornalistico per testate web.
