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Un documentario che racconta quattro generazioni di donne palestinesi. Espandi ▽
A vent'anni Hiam Abbass lascia il suo villaggio natale in Palestina per inseguire il sogno di diventare attrice
in Europa, lasciandosi alle spalle la madre, la nonna e sette sorelle. Trent'anni dopo, la figlia e regista Lina
torna con lei al villaggio e si interroga per la prima volta sulle scelte coraggiose della madre, sul suo esilio e sul modo in cui le donne della famiglia hanno influenzato la loro vita. A cavallo tra passato e presente, Bye
Bye Tibériade mette insieme immagini di oggi, filmati di famiglia degli anni Novanta e archivi storici per
ritrarre quattro generazioni di donne palestinesi audaci che mantengono viva la loro storia e la loro eredità
grazie alla forza dei legami, nonostante l'esilio, l'espropriazione e il dolore. Recensione ❯
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Un evento inatteso fa saltare i piani di vita libera nella foresta norvegese per
una famiglia di sei. Osservazione onesta e sentimentale di una scelta
radicale. Documentario, Norvegia2024. Durata 84 Minuti.
Maria e Nik hanno lasciato la città e si sono trasferiti con i loro figli nelle terre selvagge della foresta. Quando però a Maria viene diagnosticato un cancro, dovranno tornare nella società. Espandi ▽
Premiato al Sundance Film Festival (Gran premio della giuria nella sezione World Cinema Documentary) A New Kind of Wilderness era nato, nelle intenzioni della regista Silje Evensmo Jacobsen, come documentario di osservazione della famiglia di Maria Gros Vatne (1978-2019), fotografa norvegese dalla vita eccentrica, per poi ritrovarsi stravolto dalla sua improvvisa scomparsa. L'oggetto delle riprese è diventato quindi in corso d'opera la reazione di Nik e dei bambini alla nuova vita senza Maria (anche se la sua voce torna di tanto in tanto, fuori campo, così come le immagini da lei catturate), lungo un arco di circa tre anni. Il rischio maggiore, per la macchina da presa di Jacobsen, era rispettare questo contesto senza approfittare della loro vulnerabilità. Recensione ❯
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I materiali d'archivio si trasformano in resistenza militante in quest'opera sulla storia della Palestina. Documentario, Germania, Brasile, Francia, Qatar2024. Durata 78 Minuti.
Documentario e tecniche sperimentali si fondono per raccontare l'invasione di Beirut nell'estate del 1982 quando il Palestinian Research Centre è stato reso al suolo. Espandi ▽
A seguito dell’invasione del Libano nel 1982, l’esercito israeliano sequestra dei documenti dagli uffici del Palestine Research Center a Beirut, rendendo inaccessibili delle importanti testimonianze – testi e immagini – sulla vita nei territori palestinesi dei cinquant’anni precedenti. Attraverso il recupero di materiali d’archivio, Kamal Aljafari organizza cronologicamente frammenti storici presentando una visione della Palestina e dei suoi abitanti che altrimenti resterebbe nascosta. Non è facile per un film “di montaggio” essere attivamente militante e sovversivo, ma il regista palestinese Kamal Aljafari riesce nell’impresa assemblando un puzzle visivamente eterogeneo, che tocca registri del documentario ma anche di cinema sperimentale. Il tutto dando un importante segnale dell’esistenza storica e radicata della sua patria. Un segnale che non è significativo solo per ciò che rivela ma anche per l’orgoglio insito nell’atto del disvelamento. La sua firma più stridente è un tratto rosso vivo che va ad annotare le immagini, a rimuovere titoli e didascalie, o a coprire volti di attori in produzioni israeliane di finzione. Resistenza che si fa grido di dolore, fino a riempire di questo inserto sanguinoso le fibre stesse della pellicola. Recensione ❯
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Un inusuale ritratto di un grande uomo di cinema attraverso i film che ha saputo condurre oltre la tempesta. Documentario, Gran Bretagna2021. Durata 90 Minuti.
Mark Cousins esercita la propria cinefilia facendoci conoscere (almeno in parte) la personalità di un importante uomo di cinema. Spesso le domande del critico sembrano più adatte per uno sceneggiatore o un regista ma Thomas è uno di quei produttori che amano davvero il cinema e che quindi seguono i film con la giusta dose di passione. Cousins per raccontarcelo sceglie un taglio insolito. Probabilmente più d’uno tra gli spettatori avrebbe preferito un impianto narrativo in cui si seguisse l’ordine cronologico mentre qui il criterio è un altro. Sotto alcune voci che costituiscono i capitoli (ad esempio “Sex” o “Death”) si propongono i temi che sono al centro dei film a cui ama offrire il proprio contributo professionale sapendo di essere in grado di portarli, se non tutti al successo, sicuramente almeno sotto la luce dei riflettori. Inusuale il ritratto quanto è inusuale la personalità di un uomo che viene giustamente associato nel titolo alle tempeste. Che sono state però, nella maggioranza dei casi, decisamente positive. Recensione ❯
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Rojek dialoga con alcuni dei più importanti membri dello Stato Islamico (ISIS) che sono attualmente prigionieri nel Kurdistan siriano. Espandi ▽
Rojek dialoga con alcuni dei più importanti membri dello Stato Islamico (ISIS) che sono attualmente prigionieri nel Kurdistan siriano. Sullo sfondo, un paese che cerca di stare vigile mentre fatica a riprendersi da anni di guerra. Molti membri dello stato islamico condividono un sogno: istituire un califfato. Confrontato col credo fondamentalista dei jiadhisti, il film cerca di tracciare l'inizio, l'ascesa e la caduta dello Stato Islamico (ISIS) attraverso le loro storie personali. Queste conversazioni sono il filo lungo cui il documentario evolve, che è connesso con varie sequenze raffiguranti l'attuale Kurdistan siriano post-bellico. Rojek offre uno sguardo intimo su una realtà sconosciuta, testimoniando momenti cruciali vissuti dagli attori di questo conflitto. Il film affronta il fatto che questa guerra è solo l'inizio di un nuovo tipo di minaccia. Recensione ❯
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Il conduttore televisivo svedese Filip Hammar porta suo padre in un viaggio on the road. Espandi ▽
Il famoso conduttore televisivo, podcaster e autore Filip Hammar porta suo padre ottantenne Lars in un viaggio su strada per rivisitare i luoghi in cui andavano in vacanza quando Filip era giovane. Lars è in pensione dall'insegnamento da quasi 15 anni. Di recente, piccoli disturbi lo hanno reso sempre più reticente a lasciare la sua casa. È sua moglie Tiina che contatta Filip per suggerirgli di fare qualcosa. Ma il viaggio su strada si trasforma in un'esperienza più profonda per Filip, poiché si rende conto che l'essere fisico di suo padre è in uno stato di graduale declino, che nessuna quantità di esercizio, attività o cura può invertire. Recensione ❯
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Nel 2021, la pistola di scena di Alec Baldwin ha sparato un proiettile vero sul set del film RUST, uccidendo la sua direttrice della fotografia, Halyna Hutchins. "Last Take: Rust and the Story of Halyna" porta gli spettatori all'interno di quel giorno e delle sue conseguenze, narrato direttamente dalle persone che lo hanno vissuto. Recensione ❯
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Un avvistamento irripetibile innesca una profonda immersione nel mondo inesplorato della Pantera della Florida Espandi ▽
Un avvistamento irripetibile innesca una profonda immersione nel mondo inesplorato della Pantera della Florida. È una corsa contro il tempo: rivelare la storia naturale invisibile di un'icona sopravvissuta in un antico ecosistema. Recensione ❯
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Un'opera lucida e sensibile che illumina il problema della ricostruzione di un'identità postcoloniale. Documentario, Francia, Senegal, Benin2024. Durata 67 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film che segue il processo di restituzione da parte dello stato francese di opere d'arte provenienti da quello che è oggi lo stato del Benin. Espandi ▽
Lucido e compatto nell’esecuzione, Dahomey conferma l’enorme talento di Mati Diop affrontando lo spinoso tema delle relazioni postcoloniali e in particolare la restituzione delle opere d’arte trafugate nel corso dei secoli dai paesi e dalle culture originali. In poco più di un’ora di durata, Diop filma un diario del processo di riconsegna delle 26 opere che scende nel dettaglio - dalla classificazione e imballaggio delle statue a una carrellata sulle persone che sono ad accoglierle all’arrivo - e al tempo stesso eleva il dibattito verso questioni più ampie. Lieve e ricco di sensibilità, il documentario illumina il problema senza limitarsi al didatticismo: un’opera essenziale per tutte le culture impegnate nella formulazione di un’identità postcoloniale, e anche per quelle che il processo non lo hanno ancora avviato. Recensione ❯
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Labate racconta una storia sottaciuta per 50 anni attraverso le testimonianze dirette di quattro delle protagoniste. Documentario, Italia2018. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
La storia di cinque ragazze che nel 1968 partono per una tournèe in Estremo Oriente: erano Le Stars, uno dei rari gruppi femminili italiani dell'epoca. Espandi ▽
Un giorno del 1968 cinque ragazze salirono su un aereo che le avrebbe portate in Estremo Oriente, convinte di imbarcarsi nella tournèe del secolo. Erano Le Stars, uno dei rari gruppi femminili italiani dell'epoca che si ritrovarono invece catapultate nel Vietnam del Sud, "arruolate" per esibirsi di fronte alle truppe americane. Nel documentario Wilma Labate racconta questa storia sottaciuta per 50 anni attraverso le testimonianze dirette di quattro delle protagoniste. Attraverso materiali di repertorio Labate ricorda il sessismo di certe esibizioni e il razzismo di un’intera società. Per tutte era stata un'iniezione di realtà, ma al loro ritorno nessuno ha voluto sapere nulla della loro avventura politically incorrect, e anche Le Stars hanno cercato di dimenticare. Recensione ❯
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Grazie a un'affettuosa conversazione con i figli, una star dell'arte si racconta tra passato e presente. Documentario, Biografico - Canada2019. Durata 82 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una cronaca dietro le quinte della vita e dell'arte del celebre pittore e scultore colombiano Fernando Botero. Espandi ▽
Botero è un documentario poetico sull'artista colombiano Fernando Botero. Il film è una cronaca dietro le quinte della vita e dell'arte di questo pittore e scultore, l'artista vivente più riconosciuto al mondo. Recensione ❯
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Un documentario sulla sofferta gestazione dell'ultimo capolavoro di Miyazaki, dolente riflessione sulla morte. Documentario, Giappone2024. Durata 120 Minuti.
Uno sguardo sul passato e sul futuro di Miyazaki e sugli eventi e le persone che hanno influenzato umanamente e professionalmente le sue opere. Espandi ▽
Il genio di Hayao Miyazaki è celebrato in un documentario che si sofferma sulla difficoltosa realizzazione di Il ragazzo e l’airone, ennesimo “ultimo film” del grande regista di animazione, seguito ad annunci di ritiro e clamorosi ritorni alla regia. Un documentario pervaso da riflessioni sulla morte e su come questa abbia portato via amici, colleghi e rivali di Miyazaki, ormai ottantatreenne, durante la concezione di un film che, inevitabilmente, si confronta con la caducità dell’esistenza umana. Come rendere interessante l'ennesimo doc su Miyazaki e sui suoi ritiri annunciati e ritrattati? Per Kaku Arakawa la risposta sta nel concentrarsi al massimo sui ritiri e sulle marce indietro, sulle eccentricità e i simbolismi dell'inafferrabile maestro (e inaffidabile narratore, su se stesso e sulle sue opere). Dopo Never Ending Man: Hayao Miyazaki Arakawa ritorna dietro la macchina da presa per un lavoro biografico sul sensei del cinema di animazione: una missione di vita condotta in maniera maniacale, inseguendo il soggetto del documentario tra pubblico e privato, cercando di carpire ogni riflessione espressa ad alta voce dal maestro, alle prese con dubbi esistenziali sempre più pressanti. Senza alcun ricorso alla voce narrante - a parlare è quasi esclusivamente Miyazaki, oltre al bonario produttore Suzuki – il dispositivo di Hayao Miyazaki e l’airone si affida a un montaggio frenetico e a riprese spesso condotte con camera a spalla, quasi “rubate”, per replicare il flusso dei pensieri di Miyazaki e per tracciare associazioni tematiche ed emozionali tra elementi biografici e opere del maestro. Recensione ❯
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Uno dei personaggi più discussi della cronaca nera italiana si racconta: l'incontro con Maurizio, l'amore, il matrimonio da favola e l'incubo. Espandi ▽
L'ex signora Gucci si racconta: l'incontro con Maurizio, l'amore, il matrimonio da favola e l'incubo.
Ci sono storie destinate ad essere sempre sotto i riflettori. Il 27 Marzo del 1995 Maurizio Gucci viene assassinato con quattro colpi di pistola. Oggi l'ex moglie Patrizia Reggiani, condannata a 26 anni di carcere come mandante dell'omicidio, racconta la sua verità. Recensione ❯
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L'omaggio a un artista complesso che amò, elevò e rivoluzionò il Tango non smettendo mai di sperimentare. Documentario, Argentina2018. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un vivido ritratto del musicista e compositore argentino Astor Piazzolla. Espandi ▽
“Suonare il bandoneón è come pescare gli squali, bisogna farlo in piedi, in entrambi i casi serve una forza eccezionale e soprattutto nessun problema di schiena…”. Si apre con questa ‘affermazione’ il documentario Piazzolla – La rivoluzione del tango, giustificando il suggestivo titolo originale (Piazzolla, the Years of the Shark) e donando il tono a questo ritratto immersivo. Diretto da Daniel Rosenfeld e nutrito dalle registrazioni analogiche pescate negli archivi familiari, il suo documentario ritorna sulla vita, quella intima e quella professionale, del compositore argentino che aveva visto l’avvenire del tango. Artista visionario (1921-1992), che avrebbe compiuto cento anni nel marzo 2021, Astor Piazzolla ruppe la barra del conformismo musicale e cacciò gli squali con la stessa pugnacità. Davanti al grande oceano blu della tradizione si compie la sua rivoluzione che conosce marosi e giorni pieni di sole. Piazzolla ha dedicato la vita e un’energia illimitata a fare uscire il tango dalle sale da ballo per condurlo in quelle da concerto. Nessun rispolvero ma una trasformazione culturale: produrre un tango da ascoltare elevando il valore artistico di questa musica urbana, nata alla fine del XIX secolo. Recensione ❯
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Un ottimo lavoro di ricerca che si fonde alle riprese amatoriali per indagare sull'essenza della Corsa degli Zingari. Documentario, Italia2023. Durata 56 Minuti.
In un piccolo paesino dell'Abruzzo sopravvive un rito crudele al limite della sopportabilità, la Corsa degli Zingari. Espandi ▽
A Pacentro, un comune dell'Abruzzo, ogni anno alla prima domenica di settembre si rinnova la tradizione della Corsa degli Zingari, una competizione che vede i partecipanti scendere da una montagna a piedi nudi su percorsi di terra e sassi per raggiungere la Chiesa dedicata alla Madonna di Loreto. Alcuni vi partecipano da decenni. Altri la affrontano per la prima volta. Ognuno con una propria motivazione.
Un documentario che approfondisce il senso di una tradizione che unisce sacro e profano. Zazzara riesce, con un ottimo lavoro di fusione tra riprese amatoriali anche datate e uno sguardo che sa come cogliere le motivazioni profonde di ogni partecipante, ad offrircene un'immagine che ce ne restituisce l'essenza.
Le testimonianze che Zazzara ha raccolto (utilizzando la tecnica del posizionare tutti in uno spazio neutro e nella stessa collocazione) offrono un'amplissima varietà di motivazioni. Recensione ❯
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