Anno | 2021 |
Genere | Documentario |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Mark Cousins |
Attori | Tilda Swinton, Debra Winger, Jeremy Thomas . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 giugno 2022
Un ritratto del celebre produttore.
CONSIGLIATO SÌ
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Jeremy Thomas. Chi è costui? A questa domanda che i non addetti ai lavori (e forse anche parte degli addetti) potrebbero porsi, provvede a rispondere Mark Cousins, l'autore della monumentale The Story of Film. Thomas, solo per fare un (non) piccolo esempio è il produttore di L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci. Vincitore di 9 premi Oscar. Mark Cousins lo accompagna in quella che per il settantatreenne produttore è diventata una tradizione da rispettare: raggiungere in auto Cannes, guidando personalmente, dalla sua abitazione nell'Oxfordshire fino alla suite per lui riservata all'Hotel Carlton in tempo per la serata di apertura.
Mark Cousins esercita la propria cinefilia facendoci conoscere (almeno in parte) la personalità di un importante uomo di cinema.
La conoscenza è parziale perché Thomas, figlio e nipote di due produttori che hanno fatto la storia della televisione con serie come Doctor, non viene sollecitato più di tanto a parlare proprio del tema che più viene affrontato quando si intervista un produttore: il denaro. Ad un certo punto dirà di aver trovato la pentola d'oro ma di essersi reso conto che l'oro non era tutto. La spiegazione di questa affermazione verrà scoperta da chi vedrà questa lunga intervista costellata da spezzoni dei film da lui prodotti (Il pasto nudo e Crash di Cronenberg, Il tè nel deserto di Bertolucci nonché alcuni film di Roeg solo per citare alcuni titoli). Film che vengono minuziosamente numerati da Cousins in ordine di realizzazione. Spesso le domande del critico sembrano più adatte per uno sceneggiatore o un regista ma Thomas è uno di quei produttori che amano davvero il cinema e che quindi seguono i film con la giusta dose di passione. Come dice Tilda Swinton: "È un pirata e ci incoraggia ad esserlo a nostra volta". Lei e Debra Winger sono le sue star che parlano del suo lavoro mentre "Petrolhead", come lo chiama Cousins ha la risposta pronta per tutto e quando, sul finale del film, gli viene chiesto di dare definizioni con un solo termine alla parola Cannes risponde con un lapidario "Do". Cannes, che costituisce l'ultimo dei capitoli in cui è suddivisa la narrazione, è il luogo in cui agire e in cui sapere anche affrontare i pericoli dell'esposizione mediatica. Thomas ne conosce gli effetti considerata la campagna che venne scatenata proprio nella sua terra d'origine, la Gran Bretagna, contro il già citato Crash accusato di depravazione e rifiutato da più di una sala cinematografica. Cousins per raccontarcelo sceglie un taglio insolito. Probabilmente più d'uno tra gli spettatori avrebbe preferito un impianto narrativo in cui si seguisse l'ordine cronologico mentre qui il criterio è un altro. Sotto alcune voci che costituiscono i capitoli (ad esempio "Sex" o "Death") si propongono i temi che sono al centro dei film a cui ama offrire il proprio contributo professionale sapendo di essere in grado di portarli, se non tutti al successo, sicuramente almeno sotto la luce dei riflettori. Inusuale il ritratto quanto è inusuale la personalità di un uomo che viene giustamente associato nel titolo alle tempeste. Che sono state però, nella maggioranza dei casi, decisamente positive.
Lo studioso e cineasta nordirlandese Mark Cousins ha portato a Cannes 2021 l'aggiornamento del suo ambizioso videosaggio The Story of Film. Dopo la lunga Odyssey del 2011, 15 ore sui capolavori del cinema mondiale, dedica ora ulteriori 140' alla New Generation. Cosa c'è di sorprendente e innovativo in film di genere come Frozen, Joker, Mad Max: Fury Road e Black Panther? Ma anche in Cemetery of Splendour, [...] Vai alla recensione »