Più cupa della vita vera, una realtà fantastica dove non ci sono buoni o cattivi, ma solo maghi corrotti dal loro potere. In anteprima esclusiva su TIMVISION.
La magia è una forma di potere ambita, specialmente se è appannaggio di pochi come nella serie fantasy The Magicians. La seconda stagione debutta oggi su TimVision e lo fa focalizzandosi sulla corruzione interiore che deriva da questo potere. Ispirata ai romanzi di Lev Grossman, la trasposizione vede protagonista un gruppetto di studenti del college per maghi Brakebills: l'introverso e insicuro Quentin, la frustrata e secchiona Alice, l'egocentrico e outsider Penny, l'eccentrico e signorile Eliot, la superba e modaiola Margo. E poi c'è Julia, che dalla scuola di magia è stata rifiutata nonostante un talento illimitato.
Nel corso della prima stagione, The Magicians introduceva questo mondo suggestivo e bizzarro: i personaggi scoprivano l'esistenza della magia e di un luogo dove praticarla e imparare a gestirne i vantaggi tanto quanto gli effetti collaterali. La presenza di un antagonista efferato e imprevedibile suggeriva una contrapposizione più netta tra buoni e cattivi di quanto effettivamente avvenuto episodio dopo episodio. Al volgere del finale di stagione la distinzione sfumava, evidenziando la volontà dello show di discostarsi dalle altre serie fantasy più manichee (valga l'esempio di Streghe). L'accenno alla figura del Niffin - chi abusa tanto della magia da lasciarsene totalmente sopraffare - anticipa l'intento di farne uno dei temi principali della seconda stagione.
Negli episodi della seconda stagione la distinzione tra buoni e cattivi non è più ravvisabile; la famigerata Bestia, nemico apparentemente invincibile, svela alla fine il suo volto e le sue ragioni, e non sono quelle di un mostro. Al contempo, tra Quentin e i suoi amici è destinata a insinuarsi quella corruzione menzionata all'inizio: l'esperienza in prima linea senza essere stati adeguatamente istruiti sull'euforia del potere della magia avrà conseguenze drammatiche per almeno uno dei personaggi principali.
The Magicians rifiuta anche la rappresentazione popolare delle figure mitologiche del fantasy: le creature soprannaturali che popolano il regno di Fillory (luogo fantastica che evoca Narnia) rispettano il canone estetico dell'iconografia classica, ma, ostentando il più bieco torpiloquio, si dimostrano ostili, indisponenti e dispettose. Malevoli, a volte crudeli e menefreghiste come dei dell'Olimpo, popolano una fiaba dark per adulti disincantati. Nel mondo di Fillory, riproduzione volutamente stereotipata di un regno fantastico da libro illustrato per bambini, l'inconsistenza della moralità dei protagonisti è resa ancora più evidente dall'arco narrativo riservato a Eliot e Margo; festaioli vacui ed epicurei, sono vittime di un fato che promette loro di non dover fare solo i conti con la corruzione della magia ma anche con quella della politica. Se la prima stagione si concentrava in particolare su Quentin, l'ultimo arrivato alla scuola di magia, la seconda è più equa nella distribuzione del tempo filmico tra i personaggi principali. Separati da archi narrativi correlati ma indipendenti, sono votati a finire fagocitati dai rispettivi crucci e lotte personali. Il nemico di Quentin è il più infido, perché interiore e abituato a nutrirsi delle debolezze sentimentali del mago.
Alla fine, tuttavia, il percorso più complesso e l'evoluzione più radicale sono destinati a Julia: delusa, ingannata e violentata, è ottenebrata dal desiderio di vendetta. Per lei, che non è stata educata alla scuola di magia ma ha dovuto istruirsi da sola senza la guida di un vero mentore, la seduzione del Male presenta prospettive dagli esiti radicali. Tanto che il suo futuro può contemplare solo una clamorosa disfatta o un altrettanto clamoroso trionfo: la realtà fantastica di The Magicians è più cupa della vita vera.