Il prequel della saga letteraria di Dan Brown cominciata con il romanzo di successo "Angeli e demoni". Espandi ▽
Ashley Zukerman interpreta un giovane Robert Langdon, professore di storia dell'arte di Harvard esperto in simbologia religiosa che si ritrova improvvisamente coinvolto in una serie di enigmi mortali. Quando il suo mentore, Peter Solomon, scompare misteriosamente, la CIA, che è sicura che dietro questo misterioso rapimento ci sia qualcosa di grosso, lo convince a entrare a far parte di una task force incaricata di fare luce su un serie di fatti che a tutti gli effetti sono i pezzi di un puzzle alquanto complesso. Robert si ritrova così coinvolto in qualcosa di molto pericoloso, una cospirazione potenzialmente letale. Armato ''solo'' della sua conoscenza della Storia, dei simboli e delle lingue morte, Langdon si mette così alla ricerca dello sfuggente e misterioso Simbolo Perduto. Recensione ❯
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Boba Fett e Fennec Shand si fanni strada nel mondo criminale della Galassia quando tornano sulle sabbie di Tatooine per rivendicare il territorio un tempo controllato da Jabba the Hutt. Espandi ▽
A dispetto del titolo che fa pensare a un chiaro protagonista, The Book of Boba Fett è una serie bipartita tra due eroi e proprio per questo non riesce a dare il giusto respiro alla narrazione di nessuno di loro. Un vero e proprio autogol, dove le prime quattro puntate sembrano promettere una storia tutta concentrata su Boba Fett – deludendo quindi il pubblico in attesa di nuove avventure del mandaloriano e di Grogu, ma per lo meno con una apparente convinzione di fondo – a cui segue una improvvisa inversione a U, dove tornano i beniamini che hanno rilanciato Star Wars. È come se nemmeno i produttori ci avessero davvero mai creduto, in Boba Fett, e a un certo punto ci dicessero che avevano scherzato. La narrazione su Boba, che pure partirebbe bene per lo meno nei flashback, si sfalda sempre più, vittima di una costruzione trasandata che infatti si rivela usa e getta come un paravento. Questi limiti erano certamente evidenti già in fase di soggetto, eppure si è andati avanti rischiando di bruciare la credibilità faticosamente riconquistata alla saga di Guerre Stellari con The Mandalorian. Recensione ❯
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Per salvare il sistema viene creata una Fondazione di scienziati che sarà il nucleo della salvezza futura. Espandi ▽
Per decenni “Cronache della galassia” di Isaac Asimov, poi ampliato nel “Ciclo della Fondazione”, ha rappresentato la quintessenza di storia “non filmabile”. A renderla tale, ancor più che la questione strettamente tecnologica di realizzare effetti speciali all’altezza del compito, è la peculiare struttura narrativa utilizzata da Asimov: un racconto caratterizzato da ellissi di secoli, che toglie di scena i protagonisti subito dopo che il processo di immedesimazione del lettore ha avuto luogo. Lo sforzo encomiabile di adattare un testo così impegnativo ha condotto a un necessario sforzo di creatività per colmare le lacune e dilatare la storia fino a ottenere una stagione televisiva lunga dieci episodi. Non tutte le nuove componenti introdotte nella serie si dimostrano però ben amalgamate, disperdendo presto il potenziale espresso dall’episodio pilota in una space opera che si fa via via più anonima e indistinguibile rispetto al prodotto medio sci-fi odierno.
Emanuele Sacchi Recensione ❯
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Il viaggio della giovane Cora alla disperata ricerca di libertà in un Sud pre guerra civile americana. Dall'omonimo romanzo premio Pulitzer di Colson Whitehead. Espandi ▽
Cora e Caesar sono schiavi presso la piantagione di James Randall, in Georgia, ma la proprietà passa presto al più spietato fratello Terrence, che obbliga gli schiavi ad assistere alla cruenta esecuzione di un fuggitivo. Questo convince Cora, figlia di Mabel che era riuscita a fuggire, ad accompagnare Caesar nella fuga verso la Ferrovia Sotterranea. Il treno li porterà in Carolina del Sud, uno Stato dove il progressismo la fa da padrone, ma sotto la patina di civiltà emergono presto orrori da cui fuggire, in un'odissea che porterà Cora a spostarsi sempre più verso Nord. Recensione ❯
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Un ritratto desolante dell'America di provincia, con una Kate Winslet eccessivamente protagonista ma assolutamente dedita al ruolo. Drammatico, USA2021.
Un crime drama che esplora il lato più oscuro delle comunità più chiuse e come la famiglia e i drammi del passato possano definire il nostro presente Espandi ▽
Meredith è nota a tutti semplicemente come Mare e per molti è ancora "Lady Hawk", in seguito da una prodezza sportiva di gioventù. Un canestro che altrove non sarebbe stato poi così straordinario, ma che nella tranquilla e depressa cittadina di Easttown è memorabile a decenni di distanza. Mare è detective di polizia, ma non è ancora riuscita a ritrovare la figlia scomparsa di una sua amica e in molti dubitano ormai di lei. La sua vita privata tende poi al disastroso: madre di un figlio tragicamente morto è separata dall'ex marito, ora prossimo a risposarsi. Fa del suo meglio per crescere il problematico nipote, che però la madre uscita di comunità ora rivorrebbe indietro. Le cose si complicano ulteriormente quando una ragazza in città viene uccisa, spingendo il capo della polizia a convocare un giovane detective di successo dalla vicina città. Recensione ❯
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A 27 anni dalla messa in onda delle prima puntata, i sei protagonisti si ritrovano oggi a celebrare il fenomenale successo della sitcom. Espandi ▽
I protagonisti dell'iconica serie, ovvero Matthew Perry, Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, David Schwimmer e Matt LeBlanc, tornano sul set in cui è stata girata la serie, per rispondere a domande inerenti episodi e, in generale, condividere ricordi e interagire con gli ospiti e il pubblico. Recensione ❯
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Una serie basata sui racconti investigativi di Maurice Leblanc, pubblicati per la prima volta nel 1905: le vicende del ladro gentiluomo si svolgono in una Parigi a noi contemporanea Espandi ▽
Assane Diop è il figlio di un immigrato senegalese, accusato dalla ricca famiglia per cui lavorava come autista di aver rubato, nientemeno, che la collana di Maria Antonietta. Il figlio non ha mai creduto alla colpevolezza del genitore, suicidatosi in carcere, e ora è in cerca di una giustizia che può trovare solo fuori dalla legge. Cresciuto con il mito di Lupin di Maurice Leblanc, i cui racconti gli erano stati regalati dal padre, è divenuto un vero e proprio ladro gentiluomo, che colpisce solo chi lo merita. I segreti della sua carriera non hanno portato però fortuna alla sua vita sentimentale e la moglie l'ha lasciato, anche se è rimasto in buoni rapporti con lei e con il figlio. Recensione ❯
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Un true crime che si disinteressa del realismo e si affida completamente ai suoi protagonisti. Commedia, Drammatico - Gran Bretagna, USA2021. Durata 193 Minuti.
La storia vera dei coniugi Susan e Cristopher Edwards, una coppia della provincia inglese che venne arrestata e poi condannata nel 2013 per l'omicidio dei genitori di lei. Espandi ▽
Tratta da una storia vera, la serie è un originale true crime disinteressato al realismo della messa in scena e anzi disposto a ogni espediente stilistico per rappresentare le ossessioni dei propri protagonisti.
Ideata e sceneggiata da Ed Sinclair, la serie ha totale fiducia nei propri grandi protagonisti: David Thewlis e Olivia Colman.
Più che la storia di un crimine, quella dei Sinclair, è la storia di un matrimonio a suo modo perfetto, rinsaldato da un delitto atroce nato da una situazione però non meno atroce. Per raccontare tutto questo lo sceneggiatore, coadiuvato dal regista e cosceneggiatore Will Sharpe, rompe spesso la quarta parete, inserisce inserti dalla vistosa teatralità (facendo muovere anche tra un set all'altro i personaggi come in un dietro le quinte) e usando proiezioni di foto e materiali cinematografici sulle pareti.
In soli quattro episodi si assiste quindi ai Sinclair che si costituiscono alla polizia, ai loro lunghi interrogatori e infine al processo, tutte fasi in cui il rapporto tra i due viene sempre più messo sotto pressione. Se a volte gli espedienti stilistici a cui si ricorre risultano eccessivi e sono una distrazione, il più delle volte queste rotture sono efficaci nel distanziare il pubblico dai protagonisti perché osservino la macchina dall'alto. Recensione ❯
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Una famiglia di colore sceglie un quartiere di Los Angeles come nuova dimora. L'unico problema è che l'intero vicinato ospita solo persone bianche. La loro casa diventa l'epicentro di forze malvagie. Espandi ▽
La famiglia Emory si trasferisce dal North Carolina al quartiere di Compton a Los Angeles. Siamo nel 1953 e al tempo il quartiere era ancora popolato esclusivamente da bianchi, per altro decisi a difendere il valore delle loro proprietà immobiliari con ogni mezzo. A capitanare le donne di Compton c'è Betty, che capisce immediatamente una cosa degli Emory: vengono da un posto peggiore e quindi si dovrà rendere loro la vita molto difficile. A farlo però non sono solo le prepotenze dei bianchi, perché un trauma perseguita la madre Livia detta Lucky, tanto da averla portata alle soglie della follia. Recensione ❯
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La serie segue le vicende del dio dell'Inganno quando esce dall'ombra di suo fratello, dopo gli eventi di Avengers: Endgame. Espandi ▽
Avengers: Endgame ha segnato la fine del più grande arco narrativo della storia del cinema, ma una cosa in particolare era rimasta in sospeso: il destino di Loki. Serie Marvel del tutto anomala – e speriamo irripetibile vista la sua realizzazione in buona parte in fase di pandemia – Loki vive delle interpretazioni di ottimi attori, ma incappa in diverse lungaggini di sceneggiatura. Se le serie Marvel viste finora peccano di un'abbondanza di materiale narrativo, quasi ossessionate da infilare quanti più personaggi e rimandi possibili in sole sei ore scarse di durata, Loki si situa invece in uno spazio più autonomo, assai più della cittadina di WandaVision, e si concentra sul protagonista e sul suo rapporto con altri due personaggi. Loki è stato chiaramente pensato fin dal principio per continuare in una seconda stagione e si chiude con multipli cliffhanger, rinviando le avventure di un villain che si è forse ravveduto a una stagione senza più – speriamo – i vincoli produttivi della pandemia. Recensione ❯
[2021 - in corso] - Stagioni: 2. Episodi: 12. Serie a lunga narrazione
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Lo sguardo più intimo e onesto mai documentato prima sul processo creativo di John, Paul, George e Ringo e sul loro rapporto. Espandi ▽
Nel 1969 i Beatles si riunirono per comporre e poi registrare l’album “Let It Be”, un progetto che si sarebbe concluso nella leggendaria seduta di registrazione, praticamente un concerto gratuito all’aria aperta, sul tetto dello studio di Savile Row. Il regista Peter Jackson, rimettendo mano a oltre 56 ore di filmati girati da Michael Lindsay-Hogg e 150 ore di audio inediti, ricostruisce quella vicenda umana e artistica in una miniserie documentaria di quasi otto ore.
Vedere questi quattro ragazzi al centro della fama internazionale scherzare fra di loro come cuccioli festanti e allo stesso tempo inventare capolavori assoluti con un talento e una determinazione fuori scala, seguire il loro genio creativo a partire da qualcosa che non c’era a qualcosa da cui non si sarebbe potuto più prescindere, è tanto emozionante quanto commovente. Il documentario di Jackson ci ricorda come esageratamente “larger than life” erano i Beatles, eppure allo stesso tempo ce li presenta nella loro semplicità di giovani purosangue alle prese con un successo inimmaginabile.
Rivederli per l’ultima volta realizzare insieme miracoli musicali in tempo reale e generare quel suono unico e magicamente integrato è un regalo dal passato per tutti quelli non devono chiedere chi erano i Beatles, ma forse fino ad ora non l’avevano capito così bene. Recensione ❯
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Serie thriller che mescola il poliziesco e il family drama con una grande attenzione ai temi sociali. Espandi ▽
La famiglia McLusky da anni fa da mediatrice tra la criminalità e le istituzioni della città di Kingstown, che ospita diversi istituti carcerari nella propria area metropolitana. Il fratello maggiore Mitch gestisce questa attività, che era stata avviata dal padre, ed è colloquialmente chiamato "il sindaco di Kingstown" anche se non riveste quella carica. La madre Miriam è però contraria al "business" di famiglia, infatti svolge il ruolo di educatrice carceraria e insegna le ingiustizie del patriarcato bianco alle detenute. Inoltre cerca di spingere il figlio minore Kyle verso incarichi d'ufficio in polizia, lontano dai rischi che corrono i suoi fratelli e che hanno portato suo padre alla morte. Il fratello di mezzo, Mike, è un ex galeotto che ora collabora con Mitch ma ama soprattutto la pace, tanto che si ritira spesso in una baita nel bosco dove non c'è campo per i telefoni cellulari. Recensione ❯
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Una madre single che si dedica alle pulizie per sbarcare il lunario combatte contro la povertà, i senzatetto e la burocrazia. Espandi ▽
Serie tratta dal bestseller autobiografico del New York Times che racconta l'incredibile storia di una madre che si destreggia tra lavoro duro e paga bassa, dando prova della propria volontà di sopravvivere. Recensione ❯
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Nove sconosciuti provenienti dalla città decidono di andare in un centro benessere.Tutto sembra procedere per il meglio. Ma che tecniche verranno usate per rinvigorire fisico e spirito degli ospiti? Espandi ▽
Nicole Kidman è la mattatrice di una squadra di ottimi attori, in una serie un po' satira e un po' mystery, ma che non ha né la tensione del thriller né la vivacità della commedia. L'attrice e produttrice australiana, dopo il successo di Big Little Lies, aveva subito acquisito i diritti del successivo romanzo di Liane Moriarty, che ha messo ancora una volta nelle mani del sodale David E Kelley - insieme al quale ha collaborato anche in Undoing. Kidman ha tenuto naturalmente per sé il ruolo più carismatico, recitando per altro con un accento russo che è sempre sulla soglia della caricatura. Non c'è paragone con la ferocia di una serie simile come White Lotus e neppure con gli scontri di coppia e i catfight griffati di Big Little Lies. Nine Perfect Strangers<&/em> finisce per essere una serie più "feel good" di quanto non fosse nelle intenzioni della scrittrice, ma forse era questo che volevano invece Kelley e Kidman, che del resto non hanno scelto come al solito la più matura HBO bensì Hulu e Amazon per la loro ultima fatica. Recensione ❯
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Un western drammatico che narra come la famiglia Dutton arriva a possedere lo Yellowstone Ranch. Ideata da Taylor Sheridan. Espandi ▽
La famiglia Dutton, con il padre James, la moglie Margaret, la figlia Elsa e il piccolo John, cerca una vita migliore nell'Oregon e si aggrega alla carovana di alcuni immigrati tedeschi, guidata da Shea Brennan e dall'afroamericano Thomas, entrambi agenti della Pinkerton. Il loro lungo viaggio inizia in Texas e non sarà affatto semplice: gli immigrati sono impreparati alle difficoltà della frontiera e lo spettro dell'inverno in arrivo sembra lasciare poche speranze all'impresa, complicata anche dagli incontri con banditi e nativi americani.
Epopea western incorniciata da una narrazione femminile in voce over, 1883 è il prequel di Yellowstone ma è soprattutto un racconto della frontiera né epico né crepuscolare, quanto piuttosto stoico di fronte alle sfide che la natura e la barbarie pongono all'uomo.
Uno dei meriti maggiori di 1883 è la coerenza: rimane infatti fedele alle proprie idee sul mondo e le spinge fino alle estreme conseguenze, in una direzione molto diversa dai classici finali hollywoodiani. Recensione ❯
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