Anno | 2021 |
Genere | Azione, Avventura, Fantasy |
Produzione | USA |
Regia di | Kate Herron |
Attori | Tom Hiddleston, Sophia Di Martino, Richard E. Grant, Gugu Mbatha-Raw, Owen Wilson Michael Rose, Wunmi Mosaku, Sasha Lane. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 22 dicembre 2022
La serie segue le vicende del dio dell'Inganno quando esce dall'ombra di suo fratello, dopo gli eventi di Avengers: Endgame. La serie ha ottenuto 1 candidatura a SAG Awards, 2 candidature a Writers Guild Awards, 1 candidatura a CDG Awards, 1 candidatura a Critics Choice Super,
CONSIGLIATO N.D.
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La serie dedicata a Loki, il fratello di Thor interpretato da Tom Hiddleston, e uno dei personaggi preferiti dai fan dell'MCU, riparte da un evento di Avengers: Endgame: il furto del Tesseract, che scombussola le linee temporali e crea una versione alternativa del protagonista. Loki fa parte del gruppo di serie dal tono più leggero e ironico, in linea con la furbizia disonesta e la personalità sfuggente del protagonista.
La seconda stagione di Loki
Recensione di a cura della redazione
Il secondo appuntamento con il personaggio di Loki dà nuova linfa al concetto di multiverso e sarà quindi, probabilmente, essenziale per gli sviluppi successivi dell'universo narrativo Marvel
Una serie Marvel anomala che vive delle interpretazioni di otimi attori ma incappa in diverse lungaggini di sceneggiatura
Recensione
di Andrea Fornasiero
Avengers: Endgame ha segnato la fine del più grande arco narrativo della storia del cinema, ma una cosa in particolare era rimasta in sospeso: il destino di Loki. Entrato in possesso del Tesseract era sfuggito alla propria morte per mano di Thanos e aveva creato una sorta di divergenza temporale... che all'inizio della serie viene però subito viene neutralizzata dalla TVA, organizzazione apparentemente onnipotente preposta a questo scopo da un trittico di misteriosi signori del tempo. Loki, loro prigioniero, scopre quale sarebbe stato il proprio destino e inizia a riconsiderare la propria vita, ma al tempo stesso rifiuta di essere soggiogato dalla TVA e cerca di scoprire la verità sullo sconcertante potere di cui dispone. La TVA del resto ha bisogno di lui per catturare un'altra variante che sta seminando il caos tra le linee temporali...
Serie Marvel del tutto anomala - e speriamo irripetibile vista la sua realizzazione in buona parte in fase di pandemia - Loki vive delle interpretazioni di ottimi attori, ma incappa in diverse lungaggini di sceneggiatura.
Ambientata in location quasi interamente virtuali (realizzate in green screen), Loki vive inevitabilmente di dialoghi fra scenari surreali: la burocrazia temporale vagamente tra Brazil e le luci di Zodiac della TVA; pianeti alieni sull'orlo dell'apocalisse; terre alla fine del tempo. Il piano sequenza con vari combattimenti del terzo episodio è stato invece realizzato su un vero set, ma anche qui l'uso di abbondante green screen per gli sfondi appare piuttosto evidente, molto più di quanto accade con le scene d'azione per esempio di The Mandalorian. La sensazione generale che lascia la serie è di attori vaganti in un ampio spazio vuoto, spesso in situazioni poco affollate e dove solo pochi tra loro si avvicinano.
Se le serie Marvel viste finora peccano di un'abbondanza di materiale narrativo, quasi ossessionate da infilare quanti più personaggi e rimandi possibili in sole sei ore scarse di durata, Loki si situa invece in uno spazio più autonomo, assai più della cittadina di WandaVision, e si concentra sul protagonista e sul suo rapporto con altri due personaggi. Il primo è l'agente Mobius, interpretato da Owen Wilson, con cui si crea un'ottima alchimia basata sul contrasto delle interpretazioni: tanto Tom Hiddleston è vulcanico, quanto Wilson è al solito in un rilassato understatement.
Dagli episodi centrali Hiddleston è poi spesso affianco a Sophia Di Martino, con cui ha un rapporto più apertamente conflittuale, di sfiducia reciproca, dove Loki deve letteralmente venire a patti con se stesso e le sue pulsioni. Cosa che diventa ancora più chiara nella quinta puntata, quando il protagonista si trova circondato da molte varianti di sé, tra cui due immediatamente amate dal pubblico: un Loki più simile a quello delle prime apparizioni a fumetti, interpretato dall'ottimo Richard E. Grant, e un Loki... alligatore, subito ribatezzato Croki dai fan.
La ricerca di brillantezza e ironia in tutti questi dialoghi non sempre arriva a buon fine, anzi a tratti si fa esasperante, così come le lunghe spiegazioni a cui il protagonista e gli spettatori sono sottoposti. In particolare l'episodio finale è in larga parte costituito da un interminabile scambio tra tre personaggi, con lunghe pause e passaggi didascalici, solo un poco animati da alcune statuette, il tutto tra una stanza con tanto di scrivania e un ascensore. Non esattamente la conclusione epica che ci si aspetta da una serie Marvel - e neppure un coraggioso anti-climax a scanso di equivoci. Del resto... non è la conclusione: Loki è stato chiaramente pensato fin dal principio per continuare in una seconda stagione e si chiude con multipli cliffhanger, rinviando le avventure di un villain che si è forse ravveduto a una stagione senza più - speriamo - i vincoli produttivi della pandemia.
Certo, solo a pensare a qualche decennio fa tutto questo sarebbe stato impossibile... Gli effetti, le scene, le situazioni: finalmente si può sceneggiare e "girare" di tutto, perfino l'incredibile. E che dovizia di particolari. Certo, qua e la troviamo strafalcioni narrativi enormi. Ad esempio: i poteri stessi di Loki. Ma quali sono, come funzionano.
Ho trovato Loki una serie molto interessante e spesso divertente, ma niente di più. Ha alcuni aspetti positivi che mi hanno fatto veramente piacere, per esempio il rapporto di Loki con le sue varianti, soprattutto nell'episodio 5. Vedere tutti quei Loki sullo schermo che interagiscono, ti fa davvero pensare "solo Loki poteva avere una serie del genere.