La La Land |
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Un film di Damien Chazelle.
Con Ryan Gosling, Emma Stone, J.K. Simmons, Finn Wittrock.
continua»
Titolo originale La La Land.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 126 min.
- USA 2016.
- 01 Distribution
uscita giovedì 26 gennaio 2017.
MYMONETRO
La La Land
valutazione media:
3,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la la flopdi lgiulianiniFeedback: 1735 | altri commenti e recensioni di lgiulianini |
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domenica 14 maggio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Avendo giurato di non mettere più piede in una sala cinematografica fino al bando totale dei cellulari, cosa che mai accadrà, soddisfo il mio bisogno di cinema tramite l'home video, arrivo tardi ma arrivo, e posso vedere un film con l'attenzione che si deve ad un opera d'arte, senza quadrupedi messaggianti di lato. E già, pochi sottolineano l'assurdità del finale di questo film. Mia e Sebastian si allontanano a causa soprattutto del successo di lui, che sceglie il compromesso rispetto all'amore per il be-bop primigenio, mettendosi a fare funky-fusion con un gruppo nominato The Messengers, il che incrina agli occhi di Mia la visione di purezza che ha del suo uomo, e tiene lontano Sebastian per le tournee, dimenticando lo sceneggiatore che il funky-fusion è un genere giurassico di questi tempi, ha fatto la storia degli anni 70-80 (Al Jarreau, Commodores etc), ma è un genere con il quale oggi si farebbe una discreta fame, quanto se non di più che suonando Charlie Parker o John Coltrane. Comunque perdoniamo il regista attribuendo alla giovane età questo strafalcione ed andiamo avanti. Infatti il buon Sebastian si riabilita, o dovrebbe essere a tutti gli effetti riabilitato agli occhi di una donna innamorata, perché è LUI che consente a Mia di diventare un'attrice famosa, una star quale si vede alla fine. E' LUI che riceve la telefonata di selezione di Mia da parte del casting del film che poi effettivamente realizzerà a Parigi e la renderà famosa, è LUI che va a prenderla in macchina da Los Angeles a Boulder City ove Mia si è rifugiata dopo il fallimento del suo monologo teatrale, LUI insiste per riprovare la carriera che lei sembra voler abbandonare del tutto, LUI la accompagna al provino ed aspetta fuori della porta l'esito trionfale. Sanità di mente farebbe pensare che qui la storia d'amore tra i due riparta ed alla grande, quanti artisti vivono lontani senza mettere in discussione il proprio rapporto, ci si aspetterebbe che Mia e Sebastian, al ritorno dell'attrice ormai famosa da Parigi finite le riprese (otto mesi in tutto!), riprendano a filare d'amore e d'accordo, nel più classico degli happy ends. Ed invece no: a tradimento sullo schermo compare la scritta “ cinque anni dopo....” , e cominciamo a temere il peggio. Non veniamo smentiti: Mia è ormai una supermegastar, che vive in una supermegavilla, con un supermegapirla e tanto di pargola almeno treennale sul groppone. Se si fanno un po' di conti si capisce che Mia perciò, appena poggiato il piedino sul vecchio suolo europeo, abbia cominciato dal primo secondo a tradire il povero e malinconico e sincero Sebastian, che invece il suo sogno lo realizza perdavvero, mettendo in piedi il locale bop “Seb's”, progetto che a suo tempo i ragazzi avevano fatto insieme. Insomma come storyline un bel disatro non c'è che dire. Si parla di la la land come di un musical moderno, ma è solo un film dove si canta molto ma quasi sempre la stessa canzone, si balla molto ma pochi passi perennemente ripetuti e non senza qualche rigidità di troppo (si capisce lontano anni luce che né Emma Stone né Ryan Gosling siano ballerini!), si cerca ostinatamente di ricreare un clima da musical anni 50, fatica resa impossibile da povertà di sceneggiatura, banalità di coregrafia, talento latitante sotto il profilo del ballo soprattutto. Come lo fai un vero musical così? Boh. Nessun genere è anacronistico, bisogna saperlo fare però, avere a disposizione attori di grande talento nel canto e nel ballo e non solo nella recitazione, avere le idee chiare in fatto di coreografia, costumi, ambientazioni. E così, in la la land non è, se non per qualche minuto e qualche trovata, e stop. Avevo notato qualche vena di ridondanza, ed un sovragusto alla ripetizione compiaciuta anche in Whiplash, ma qui si esagera, francamente. Damien Chazelle ha solo trentuno anni. E si vede.
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