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Quando si esce dalla sala di proiezione e ci si rende conto che
- 3 ore di durata non sembrano 3 ore
- sembra forse di non avere neanche ammiccato durante la visione
- non si sono fatti sbadigli o perso tempo sugli smartphone
- si vuol sempre sapere cosa sta per accadere
- ti riesce a far emozionare ed in alcuni tratti commuovere anche un film di fantascienza,
vuole che il film ha il potere di calamitare lo spettatore per tutta la sua durata, di tenere deste l'attenzione e l'interesse, senza avere momenti deboli in grado di favorire la noia e la distrazione. Questo merito dell'intelligente e colta regia di uno grandi registi della nostra epoca, in grado di muoversi su binari paralleli proprio per far rinvogorire l'attenzione e l'interesse sul secondo fronte quando il primo sta per esaurire il senso di pathos.
Un film che fa volutamente il verso ai grandi capolavori immortali della storia cinematografica, al maestro Kubrick. Un film che si inoltra in modo molto scaltro tra le domande irrosolte di tipo sia fisico che metafisico, cercando di andare avanti senza cadere nello scontato e nel banale.
Non si può che dare giusto merito a tale immensa opera, che sembra non finire mai durante la visione, e che non si vuole finisca mai per non far cessare quel fiume di interesse e di sentimenti che scorrono nei canali delle emozioni che ci percorrono. E non è semplice di questi tempi realizzare film che non siano semplicemente meccanismi economica di attrazione per spettatori poco attenti.
Buona visione a tutti voi.
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