Un soldato americano, Nick Lowell, finito in una prigione giapponese dopo la Seconda Guerra Mondiale, salva Kiyoshi, il figlio del capo del Shiromatsu appartenente alla Yakuza di Osaka. Kiyoshi, che si sente così in debito con lui, lo accoglie nel clan dove gli offrono una prima occasione di dimostrare il proprio valore. Con grande abnegazione e una chiara fascinazione per la cultura con cui entra in contatto, Nick diventa via via un membro sempre più apprezzato dell'organizzazione, ottenendo anche l'interesse sentimentale della sorella di Kiyoshi, Miyu, e suscitando la gelosia di Orochi, il vicecapo del clan.

Dopo Land of Mine - Sotto la sabbia ho avuto molte offerte, ma in questa sceneggiatura c'era qualcosa che mi interessava. Racconta di uno spirito perduto, un uomo affetto da disturbo post-traumatico da stress in un mondo che non è il suo. Volevo mettermi alla prova con la realizzazione di un film internazionale, inoltre amo molto la cultura giapponese.

Interpretato da Jared Leto, in un ruolo considerato controverso perché troppo rilevante in un mondo invece molto chiuso come quello Yakuza, The Outsider è il quarto lungometraggio del danese Martin Zandvliet, che aveva ottenuto la nomination all'Oscar per il miglior film straniero con il precedente Land of Mine - Sotto la sabbia. Qui Leto cerca di tenere un distacco dalle emozioni, a metà tra il rispetto per la cultura con cui si confronta e una personalità vagamente dissociata. Al suo fianco buca lo schermo uno dei migliori attori giapponesi della sua generazione, Tadanobu Asano (Ichi the Killer), inoltre nei panni di Orochi troviamo Kippei Shina, veterano del cinema nipponico che ha già partecipato a film del filone Yakuza come Outrage di Kitano. Ha un ruolo anche Emile Hirsch (Into the Wild - Nelle terre selvagge), ma la sua presenza non inganni: il film fa il possibile per immergersi nel mondo e nei riti nipponici e infatti è largamente parlato proprio in giapponese.