Matias sottrae in un locale pubblico un computer che usa per connettersi in videochat con gli amici. Di punto in bianco, il proprietario del portatile si fa vivo in chat e trascina tutti in un gioco letale nelle oscurità del web.
Se
Unfriended metteva in scena per la prima volta un film tutto sullo schermo di un computer, questo sequel riprende senza varianti lo schema, cambiando però il tono e la tematica del racconto, abbandonando le suggestioni soprannaturali per immergersi nella cupa realtà del dark web.
La partenza è confusa, ma a poco a poco la situazione si delinea, acquisendo una certa tensione. È apprezzabile il tentativo di riflettere sui pericoli della rete, ma tutto resta in superficie senza che vengano approfonditi motivazioni e retroterra psicologici.